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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Covid, i bambini allergici possono vaccinarsi? Rispondono i pediatri

“Chi soffre del classico raffreddore da fieno o di asma, purché sia ben controllato dalle terapie, presenta un rischio analogo a quello dei soggetti non allergici e può essere quindi vaccinato senza alcun particolare problema”, spiega il Dott. Marseglia

La vaccinazione anti-Covid è raccomandata in tutti i soggetti di età pari o superiore ai 12 anni che non abbiano specifiche controindicazioni. Queste le raccomandazioni delle Società Scientifiche italiane, ma nonostante le rassicurazioni degli esperti sono ancora tanti i genitori che hanno paura di vaccinare i loro figli. I timori e le perplessità aumentano ancor di più se si tratta poi di bambini allergici. I minori che soffrono di allergie stagionali corrono qualche rischio in più se si sottopongono al vaccino? E chi ha avuto uno shock anafilattico? Cosa fare in caso di bambini asmatici? Per sciogliere ogni dubbio e rassicurare i genitori, la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAP) ha messo a punto delle Raccomandazioni per la “Gestione della vaccinazione per Covid-19 in soggetti di età 12-18 anni con allergie, asma, anafilassi e immunodeficienze”, con le quali i pazienti sono stati suddivisi in tre fasce di rischio (basso, medio e alto).   

L’utilità del Decalogo  

“L’idea di fornire uno strumento di questo tipo - spiega Gian Luigi Marseglia Direttore della Clinica Pediatrica della Università degli Studi di Pavia, Policlinico San Matteo - era nata in occasione dell’ultimo congresso SIAIP nel corso del quale molte relazioni sono state dedicate proprio al Covid-19. Si tratta di una sorta di Decalogo che fornisce dei consigli utili in primo luogo ai medici, ma anche agli utenti su come gestire i soggetti con una storia di allergie e che è frutto del lavoro di un gruppo di studio che abbiamo creato con questo proposito”. 

Individuate tre fasce di rischio

“La premessa - continua Marseglia - è che la vaccinazione è raccomandata in tutti i soggetti di età pari o superiore ai 12 anni che non abbiano specifiche controindicazioni. Per quanto riguarda le allergie, abbiamo individuato tre fasce di rischio, basso, medio e alto, indicate rispettivamente in verde, giallo e rosso, e per ciascuna di esse suggeriamo di seguire determinati comportamenti. Alla fine - aggiunge Marsiglia - seguendo i suggerimenti della SIAIP, il semaforo per la vaccinazione è quasi sempre verde. Ed ecco cosa consigliano di fare gli esperti per i diversi tipi di pazienti.  È sicuramente rassicurante l’indicazione che riguarda la quasi totalità degli allergici: chi soffre del classico raffreddore da fieno o di asma, purché sia ben controllato dalle terapie, presenta un rischio analogo a quello degli individui non allergici e può essere, quindi, vaccinato senza alcun particolare problema”.

Cosa fare se il bambino ha avuto una reazione allergica

Anche chi in passato ha presentato una reazione allergica in seguito all’assunzione di un alimento o a causa di una puntura d’insetto o per un’allergia al lattice, può essere sottoposto al vaccino a patto che l'episodio non si sia manifestato con un’anafilassi. “Quest’ultimo - spiega Marseglia - è il fenomeno in assoluto più grave fra le reazioni allergiche, con la comparsa di sintomi che coinvolgono l’apparato respiratorio e cardiocircolatorio, spesso accompagnati da manifestazioni cutanee, gastrointestinali, neurologiche. Chi abbia avuto in precedenza un’anafilassi per esempio da alimenti, lattice o punture di insetti, va considerato a rischio medio. In questi casi è necessaria molta cautela e prima dell’eseguire la vaccinazione è indicata l’esecuzione di una visita allergologica per confermare la diagnosi e fornire le opportune indicazioni”.

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Cosa fare se il bambino appartiene alla fascia di rischio medio

Appartengono alla fascia di rischio medio anche gli asmatici con malattia non adeguatamente controllata - in cui si raccomanda per prima cosa di correggere la terapia in modo da raggiungere il miglior controllo possibile - sia coloro che abbiano avuto una reazione cutanea estesa dopo la somministrazione della prima dose del vaccino anti Covid-19, sia coloro che abbiano avuto reazioni allergiche a farmaci e vaccini.  “In tutti i pazienti con rischio medio, il documento SIAIP raccomanda una valutazione allergologica – precisa Marseglia - e, comunque, la somministrazione del vaccino in un ambiente protetto; viene, inoltre, indicato di prolungare il periodo di osservazione dopo la vaccinazione a un minimo di 60 minuti”.

Cosa fare se il bambino appartiene alla fascia di rischio alto

Devono, infine, essere considerati ad alto rischio coloro che hanno avuto una reazione generalizzata dopo la somministrazione della prima dose del vaccino anti Covid-19 o ad altri farmaci o sostanze contenenti gli eccipienti presenti nel vaccino (che sono ritenuti responsabili della reazione allergica) e coloro che siano risultati positivi ai test cutanei per gli eccipienti del vaccino. “In questi soggetti la cautela è massima: deve essere consultato un allergologo e va valutato attentamente il rapporto rischi benefici. Nei casi in cui si decida di effettuare la vaccinazione - conclude Marseglia - questa deve essere praticata in un ospedale che garantisca l’immediata disponibilità dei presidi necessari per affrontare l’emergenza di un’anafilassi o di uno shock anafilattico. Va, comunque, detto che il rischio di reazioni anafilattiche in seguito alla vaccinazione contro il Covid-19 è molto basso, si stimano circa 11 casi per milione di dosi per i vaccini a mRNA”.

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