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Martedì, 19 Marzo 2024
Il rischio di contagio

Covid, dove e come aumenta la probabilità di contagiarsi: lo svela uno studio

I ricercatori hanno individuato i fattori che influiscono sulla trasmissione dell’infezione in un determinato ambiente e suggerito come comportarsi per evitare che il contagio avvenga

Tutti sappiamo che una buona parte delle infezioni virali, come il Covid, vengono trasmesse per via aerea. Ma in che modo questo accade? L’aria è un fluido composto da particelle invisibili che si muovono rapidamente e in modo casuale, e che nel tempo si disperdono nell'ambiente (una stanza, un ufficio o un autobus). Se in quell’ambiente si trova una persona infetta, questa può esalare particelle contenenti il virus e contagiare chi è vicino: più sei vicino al soggetto infetto, più è probabile che tu possa inspirare alcune particelle contenenti il virus. Inoltre, più lungo è il periodo che entrambi trascorrete nella stanza, più il virus si diffonderà ed è in grado di contagiare chi è presente in quell’ambiente. Al contrario se si è all'aperto, lo spazio è quasi infinito, quindi il virus non si accumulerà allo stesso modo, quindi le possibilità di contagiarsi si abbassano. Tuttavia, anche in questo ambiente, il contagio può avvenire lo stesso se si è vicino alla persona infetta. In questo modo - come dimostrano gli studi - vengono trasmessi il morbillo, la tubercolosi e la varicella, ma anche il vaiolo, l'influenza, la SARS, la MERS, il rhinovirus (virus del raffreddore), e anche il Covid.

A indagare come il virus Sars-CoV-2 si muove nell’aria, sono stati i ricercatori di diverse Università del mondo che hanno messo insieme i loro dati, raccolti un uno studio pubblicato su Environmental Science&Technology, e cercato di rispondere alla domanda: "Dove e come hai maggiori probabilità di contrarre il Covid?". “Dato il grande impatto che la pandemia ha avuto sulla nostra vita quotidiana - spiegano i ricercatori - abbiamo urgente bisogno di migliorare la sicurezza dell’aria in ambienti come gli asili nido, le scuole, le case, le strutture per anziani, gli uffici pubblici e privati, i trasporti, i ristoranti, le palestre, ecc. Per farlo dobbiamo essere in grado di valutare rapidamente il livello di rischio di infezione nei diversi tipi di ambienti che frequentiamo quotidianamente”.

Tre scenari di trasmissione

I ricercatori sono partiti con l’individuare tre scenari in cui può avvere la trasmissione via aerea dell'infezione tra una persona infetta e un’altra suscettibile: 1) Le due persone sono molto vicine tra loro (<1-2 m) (“trasmissione aerea a corto raggio”), 2) Le due persone condividono l’aria della stessa stanza (“stanza condivisa in volo”), 3) Le due persone sono molto distanti tra loro, anche in edifici diversi (trasmissione aerea a lungo raggio).

Lo studio

Una volta delineati gli scenari, i ricercatori hanno individuato due indicatori di rischio di infezione per gli spazi interni (il parametro di rischio relativo (Hr) e il parametro di rischio (H)) e li hanno combinati coi fattori chiave che controllano la trasmissione dell’infezione per via aerea all’interno dell’ambiente: fattori virali (trasmissibilità/prevalenza), fattori delle persone (mascherato/smascherato, esercizio/seduto, voce/silenzio) e fattori della qualità dell'aria (al chiuso /all'aperto, stanza grande/stanza piccola, affollata/poco affollata, ventilata/non ventilata). L’obiettivo dei ricercatori era quantificare in che modo i diversi fattori influiscono sulla trasmissione modificando (aumenando/riducendo) il rischio di ammalarsi.

”Abbiamo osservato come questi fattori influiscono nei diversi scenari - spiegano i ricercatori -, studiando attentamente i dati empirici relativi alle persone che sono state infettate in focolai Covid, in cui i parametri chiave, come le dimensioni della stanza, l'occupazione della stanza e i livelli di ventilazione, erano ben documentati. E rappresentato, infine, come avviene la trasmissione con un modello matematico”.

Dove (e come) aumenta la probabilità di infezione

I risultati dell’analisi sono stati inseriti un grafico del rischio elaborato dai ricercatori che fornisce la percentuale di probabilità di infezione relativa alle diverse situazioni. Dal grafico emerge che il virus si tramette molto più facilmente “a corto raggio”, a causa della maggiore concentrazione di aerosol contenente agenti patogeni provenienti dalla persona infetta, e più raramente a lungo raggio (secondo i dati raccolti, i casi di trasmissione a lunga distanza di Sars-CoV-2, in ambienti interni, sono stati molto rari). Il grafico, inoltre, individua una condizione "limite" (una precisa combinazione di fattori chiave) in cui è massima la possibilità di contagiarsi. Questa condizione si verifica quando:

  • ti riunisci con molte persone in uno spazio chiuso con scarsa qualità dell'aria, come una palestra poco ventilata, una discoteca o un'aula scolastica;
  • fai qualcosa di faticoso o turbolento come un esercizio, cantare o gridare;
  • togli la mascherina chirurgica o Ffp2;
  • rimani a lungo in quell’ambiente.

Cosa fare per evitare il contagio

Per evitare di contrarre il Covid, i ricercatori suggeriscono di:

  • incontrare altre persone, all'aperto o in uno spazio ben ventilato o incontrandole in uno spazio dove la ventilazione è buona e la qualità dell'aria è nota;
  • ridurre al minimo il numero di persone presenti in quell’ambiente;
  • trascorrere insieme il minor tempo possibile in quell’ambiente;
  • non gridare, non cantare o non fare esercizio fisico pesante in quell’ambiente;
  • indossare la mascherina Ffp2 correttamente e tenerla dal momento in cui entri nell'edificio fino a quando non esci.

“Le particelle virali - spiegano i ricercatori - possono essere emesse ogni volta che una persona infetta respira, ma soprattutto se la respirazione è profonda (come durante l'esercizio) o comporta la vocalizzazione (come parlare o cantare). Anche se indossare la mascherina Ffp2 riduce la trasmissione perché blocca il rilascio del virus, è molto meno probabile che la persona infetta senza mascherina che si siede in un angolo ti infetti rispetto a una che si avvicina a te e inizia un'accesa discussione”.


Il rischio di contagio effettivo

Sebbene il grafico fornisca una stima del rischio per ciascuna situazione, il rischio effettivo dipenderà dai parametri specifici, come ad esempio quante persone ci sono esattamente in una stanza di quale dimensione, a quale distanza, ecc. 

Ad incidere anche la contagiosità della variante

La possibilità di contrarre il Covid dipende anche dalla trasmissibilità (o contagiosità) della variante (Delta è più contagiosa delle varianti precedenti, ed Omicron lo è ancora di più) e da quante persone sono attualmente infette (la prevalenza della malattia). Al momento in Italia la diffusione di Omicron è di oltre il 28%, in alcune aree del Paese ha raggiunto già l’80%. Ogni due giorni il numero dei pazienti colpiti da questa variante raddoppia: secondo l’Oms la metà dei cittadini europei verrà contagiato da Omicron entro 2 mesi. Ma, sebbene Omicron appaia molto più trasmissibile (5 volte più della Delta), sembra anche produrre malattie meno gravi, specialmente nelle persone vaccinate.

Il Covid nell'aria perde il 90% della sua capacità di infettare in 20 minuti

Secondo un altro studio dell’Università di Bristol , che sta conducendo le prime simulazioni al mondo su come il virus sopravvive nell’aria espirata, il coronavirus perde il 90% della sua capacità di infettare entro 20 minuti dalla sua dispersione nell’aria. Gran parte della riduzione si verifica entro i primi 5 minuti. “E’ vero che il contagio più avvenire anche a distanza di metri in luoghi scarsamente ventilati, ma il rischio maggiore si verifica stando vicino a un positivo”, ha affermato il professor Jonathan Reid, direttore dell’Aerosol Research Center dell’Università di Bristol e principale autore dello studio. “Quando ti allontani, non solo l’aerosol viene diluito, ma c’è anche meno virus infettivo, perché il virus ha perso l’infettività (a causa del tempo)”.

I risultati supportano ciò che gli epidemiologi hanno osservato sul campo: “Le mascherine - ha affermato il dottor Julian Tang, virologo clinico dell'Università di Leicester - sono molto efficaci, così come il distanziamento sociale. Ma anche una migliore ventilazione aiuterà, in particolare se questa è vicino alla fonte".

L'appello alla politica

I dati della pandemia di Covid-19 mostrano come la gran parte degli ambienti al chiuso, in tutti i Paesi del mondo, continua a non essere ventilata adeguatamente sebbene esistano normative nazionali precise a riguardo. Ora che è ripartita la scuola, la politica dovrebbe chiedersi come poter prevenire la trasmissione dell’infezioni in contesti come le aule scolastiche o gli uffici pubblici e privati, dove alto è il rischio di trasmissione.

"È importante - suggeriscono i ricercatori - definire i livelli di rischio di infezione, quantificare le molteplici variabili interagenti che influiscono sul rischio di infezione, per i diversi spazi e tipologie di eventi, per gestire più efficacemente la pandemia. Tali criteri potrebbero essere utilizzati dai politici per decidere quali attività sono consentite e in quali condizioni, in modo da limitare il rischio di infezione nella popolazione”.

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