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Giovedì, 25 Aprile 2024
Tumori

Una donna sopravvive a 12 tumori: è il primo caso al mondo

Secondo i ricercatori che hanno esaminato il caso, la paziente è riuscita a guarire grazie al suo sistema immunitario potenziato

Un donna di 36 anni è sopravvissuta a 12 tumori diversi, di cui 5 maligni. A causarli una doppia mutazione genetica ereditaria ritenuta sino ad oggi incompatibile con la vita (poichè impedisce all’embrione di svilupparsi). Il caso è stato studiato dai ricercatori del Centro nazionale di ricerca oncologica (Cnio) in Spagna e descritto in un articolo pubblicato sulla rivista Science Advances. "Non riusciamo a capire come questa persona sia riuscita a svilupparsi durante la fase embrionale (dalla terza all'ottava settimana di gravidanza), né come sia riuscita a combattere tutti questi tumori", ha affermato il co-autore dello studio Marcos Malumbres. "Tuttavia - hanno dichiarato i ricercatori - crediamo che questo sia dovuto a una straordinaria risposta del sistema immunitario di questa donna, che contrasta ed elimina le cellule cancerose in continua proliferazione". L'incredibile scoperta potrebbe tracciare a nuove tecniche di diagnosi e terapie per stimolare il sistema immunitario contro il cancro.

Il caso della paziente di 36 anni

Quando le è stato diagnosticato (e curato) il primo cancro, la donna aveva due anni. All'età di 15 anni è arrivata una nuova diagnosi di cancro, questa volta al collo dell'utero. A 20 anni le è stato rimosso chirurgicamente un tumore alle ghiandole salivari, e un anno dopo ha subito un ulteriore intervento chirurgico per rimuovere un sarcoma di basso grado (una rara neoplasia che di solito colpisce giovani adulti). A queste sono seguite altre diagnosi di tumore tra 20 e i 30 anni. In totale, la paziente ha avuto 12 tumori in varie parti del corpo, di cui cinque maligni: tutti guariti.

La doppia mutazione nel gene MAD1L1

La donna è stata sottoposta, presso il Centro nazionale di ricerca oncologica spagnolo, al sequenziamento dei geni che sono solitamente coinvolti nelle forme ereditarie di tumore, tuttavia dall’esame non è emersa alcuna mutazione. Così i ricercatori hanno effettuato il sequenziato l'intero genoma (che permette di svelare la grande complessità del corredo genomico in termini di singole nonché uniche varianti genetiche) e scoperto anomalie in un gene cruciale per la divisione delle cellule: il gene MAD1L1 (che pare svolga un ruolo nella soppressione dei tumori).

Mentre molti dei suoi parenti presentavano la mutazione in un singolo gene proveniente da uno dei due genitori, la paziente presentava mutazioni sia nella copia del gene ricevuta dalla madre sia in quella ricevuta dal padre: una condizione mai riscontrata prima nell’essere umano e che in studi di laboratorio su animali ha determinato la morte già nella fase embrionale. "Da un punto di vista accademico - ha affermato l'altro autore dello studio, Miguel Urioste - non possiamo parlare di una nuova malattia perché siamo di fronte alla descrizione di un singolo caso, ma da un punto di vista biologico lo è”.

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Il gene MAD1L1 e l'aneuploidia variegata

Poiché il gene MAD1L1 ha un ruolo chiave nel ciclo cellulare (aiuta ad allineare i cromosomi prima che una cellula si divida), una sua mutazione causa (come osservato nella donna) una disfunzione della replicazione cellulare che crea cellule con numero anomalo di cromosomi ereditati dalle cellule figlie (una condizione tipica di molti tumori). Pertanto, circa il 30-40 % delle cellule del corpo della donna aveva un numero anomalo di cromosomi.

Gli esseri umani normalmente hanno, all'interno del nucleo di ogni cellula del corpo, 23 paia di cromosomi (pacchetti di DNA che si presentano a forma di "X" e si formano quando una cellula sta per subire la mitosi o la replicazione cellulare). In ogni coppia di cromosomi, uno proviene dalla madre e l'altro dal padre. Quando una persona presenta un numero anomalo di cromosomi in cellule diverse, creando un mosaico di tessere di colore diverso, è affetta da una rara condizione detta "aneuploidia variegata a mosaico" (MVA). Condizione che può essere causata da diverse mutazioni genetiche, inclusa quella del gene MAD1L1, osservata nella paziente. Inoltre, le persone nate con MVA spesso sperimentano ritardo dello sviluppo, microcefalia (la testa di un bambino è più piccola del normale), disabilità intellettiva e altri difetti congeniti, e sono più predisposti al cancro.

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I pazienti con anomalia cromosomica hanno un sistema immunitario “potenziato”

Sebbene il ruolo dell'aneuploidia nel cancro non sia ancora ben compreso, la ricerca ha mostrato da un lato che il 90% di pazienti oncologici presenta cellule tumorali con cromosomi extra o mancanti, e dall'altro che l'aneuploidia è associata a peggiori esiti del cancro. Tuttavia, nonostante la paziente fosse affetta da questa condizione, è riuscita a sconfiggere ben 12 tumori, di cui 5 maligni, riuscendo a condurre una vita relativamente normale.

Per spiegare come sia stato possibile ciò, i ricercatori hanno ipotizzato che le persone con aneuploidia hanno una risposta immunitaria “potenziata". In particolare, secondo la loro teoria, "la continua produzione di cellule alterate avrebbe generato nella paziente una risposta di difesa cronica contro queste cellule, che alla fine ha aiutato i tumori a sparire". "Considerando che il 70% dei tumori presenta anomalie nel numero di cromosomi - ha concluso Malumbres -, scoprire che il sistema immunitario è in grado di scatenare una difesa contro le cellule con un numero alterato di cromosomi, potrebbe aprire la strada a nuove opzioni terapeutiche per il futuro".

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