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Giovedì, 25 Aprile 2024
Sonno

Perchè chi va a dormire tardi ha un maggiore rischio di problemi al cuore

Secondo una ricerca, queste persone tendono a bruciare più difficilmente i grassi, che si accumulano nel sangue e possono aumentare il rischio di malattie

La prevenzione primaria è uno dei principali strumenti per contrastare le malattie cardiovascolari, tra le prime cause di mortalità nel mondo. La Ricerca ha infatti dimostrato che riducendo al minimo i fattori di rischio “modificabili” (ipertensione, obesità, diabete, fumo, ipercolesterolemia, ecc), attraverso cambiamenti nello stile di vita e nella dieta, si riduce notevolmente la possibilità di contrarre queste malattie. Tra i fattori “modificabili” c’è anche il sonno, di cui si parla poco, ma che contribuisce in modo importante alla salute del cuore e dell’organismo in generale. Studi sulla relazione tra sonno e rischio di malattie cardiovascolari, effettuati su campioni piccoli e basati su misurazioni del sonno auto-riferite, suggeriscono che l'interruzione del ritmo circadiano (ciclo veglia-sonno) potrebbe essere un fattore di rischio per il cuore.

A confermare tale correlazione una nuova ricerca condotta dalla Rutgers University (New Jersey, USA), che ha scoperto come i cicli veglia/sonno influenzano il metabolismo e quindi il consumo di energia da parte dell’organismo. In particolare, i ricercatori hanno scoperto come le persone che si svegliano presto, consumano più grassi per produrre energia, sia a riposo che durante le attività; al contrario, chi va a dormire più tardi è tendenzialmente più sedentario e brucia meno grassi (consuma più carboidrati), avendo un maggiore rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2. I risultati sono stati pubblicati su Experimental Physiology.

Cosa regola il ritmo circadiano

Il ritmo circadiano è un “orologio biologico interno” che adatta il nostro organismo ai diversi momenti nell’arco delle 24 ore, e all’alternanza di luce e buio. Questo ritmo regola molte funzioni importanti dell’organismo come la temperatura corporea, la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, i livelli di ormoni, il metabolismo e altri parametri durante la giornata, regolando il ciclo sonno/veglia sulla base di questi parametri biologici. Se questo ciclo viene alterato, aumenta il rischio di sviluppare malattie. Come hanno dimostrato numerosi studi, il malfunzionamento del ritmo circadiano è, infatti, sempre più chiaramente collegato a disturbi quali malattie cardiovascolari, diabete, obesità, e probabilmente anche al disturbo da deficit di attenzione e al morbo di Alzheimer.

Lo studio

Al fine di indagare meglio gli effetti del ciclo sonno/veglia sul metabolismo, i ricercatori hanno preso in analisi 51 persone e le hanno divise in due gruppi in base al loro “cronotipo”(la naturale propensione a svolgere attività e a dormire in momenti diversi della giornata): coloro che facevano tardi la notte (in notturni) e coloro che si alzavano presto al mattino (i mattinieri). I ricercatori hanno misurato la loro massa e composizione corporea, sensibilità all’insulina e metabolismo di grassi e carboidrati. Al fine di valutare la loro attività durante la giornata, i partecipanti sono stati seguiti per una settimana, durante la quale hanno seguito una dieta controllata e digiunato durante la notte per ridurre al minimo l'impatto della dieta sui risultati. Per studiare il loro consumo di energia, sono stati, infine, testati a riposo prima di completare due periodi di esercizio da 15 minuti (una sessione moderata e una ad alta intensità su un tapis roulant), e successivamente.

A che ora bisogna andare a dormire per evitare problemi al cuore 

Il ciclo veglia/sonno influenza il metabolismo dei grassi

Dall’analisi dei dati sono emerse differenze nel metabolismo tra i due gruppi nel metabolismo, che influenzano la preferenza del corpo sulle fonti di energia. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che i “mattinieri” (coloro che preferiscono essere attivi al mattino) fanno più affidamento sul consumo di grassi come fonte di energia. Al contrario i notturni hanno una ridotta capacità di utilizzare i grassi per produrre energia a riposo e durante l’esercizio, il che significa che questi ultimi possono accumularsi nel corpo e aumentare il rischio di diabete di tipo 2 (causato dall’alimentazione, dal sovrappeso e dall’obesità, e richiede quindi un intervento sulla dieta e sullo stile di vita) e malattie cardiovascolari. Questa osservazione suggerisce come i ritmi circadiani possono condizionare la nostra salute. 

“Poiché il cronotipo sembra avere un impatto sul nostro metabolismo e sull'azione ormonale, suggeriamo che il cronotipo potrebbe essere utilizzato come fattore per prevedere il rischio di malattia di un individuo”, ha dichiarato l'autore senior dello studio, il professor Steven Malin.

Chi va a dormire tardi ha un maggiore rischio cardiovascolare e di diabete di tipo 2

Le differenze osservate nel metabolismo dei grassi tra 'mattinieri' e 'notturni' mostrano che il ritmo circadiano del corpo (ciclo veglia/sonno) potrebbe influenzare il modo in cui i corpi usano l’insulina, per promuovere l’assorbimento del glucosio e quindi utilizzare l’energia. "Una capacità sensibile o ridotta di rispondere all'ormone insulina ha importanti implicazioni per la nostra salute”, ha dichiarato Malin. I notturni, d’altra parte, sono risultati resistenti all’insulina, condizione in cui glucosio (principale fonte di energia per l’organismo proveniente dalla dieta) non riesce ad essere assorbito dalle cellule in risposta all'azione esercitata dall’ormone insulina, e rimane nel sangue. Questo suggerisce che il loro organismo richiede più insulina per abbassare i livelli di glucosio nel sangue e i loro corpi prediligono i carboidrati come fonte di energia rispetto ai grassi. La ridotta capacità di questo gruppo di rispondere all'insulina per promuovere l'uso di carburante può essere dannosa in quanto aumenta il rischio di diabete di tipo 2 e/o malattie cardiache. 

I “mattinieri” sono più attivi, i “notturni” più sedentari

I ricercatori hanno, infine, scoperto che i “mattinieri” sono più attivi durante il giorno con livelli di capacità aerobica più elevati rispetto ai "notturni". D'altra parte, questi ultimi hanno livelli di capacità aerobica inferiori, e sono tendenzialmente più sedentari durante il giorno. “Tuttavia - hanno concluso i ricercatori - sono necessarie ulteriori ricerche per esaminare meglio il legame tra cronotipo, esercizio fisico e adattamento metabolico”.

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