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Martedì, 23 Aprile 2024
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Emicrania nei bambini, le raccomandazioni dei neurologi: "Nessun cibo è vietato, ma attenzione al sovrappeso"

Da uno studio del Bambin Gesù è emerso che un’elevata frequenza di attacchi emicranici interessa il 65% dei bambini in sovrappeso contro il 35% dei normopeso. "Per questo - dichiarano gli esperti - in questi soggetti è opportuno instaurare un regime dietetico ipocalorico"

Il mal di testa è un sintomo molto frequente non solo in età adulta ma anche in età pediatrica. A soffrire di emicrania è, infatti, circa il 10% dei bambini, di cui il 5% può sviluppare una forma cronica con un notevole impatto sulla qualità di vita in termini di perdita di giorni di scuola (nei casi più gravi anche di interi anni scolastici) e di sospensione delle attività ludiche, come l’attività sportiva. A scatenare l’attacco di mal di testa o ad aumentarne la frequenza, accentuandone la gravità, possono essere molteplici fattori, tra questi molti riguardano la sfera emotiva come lo stress scolastico, l'ansia o la depressione derivante da particolari situazioni familiari.

Accusati di scatenare attacchi di emicrania nei bambini anche alcuni alimenti, anche se non esiste una lista di cibi vietati uguale per tutti. Solo la verifica nel singolo paziente di un rapporto fra l’assunzione di un determinato alimento e la comparsa del mal di testa può far nascere questo sospetto. E’ la conclusione cui sono arrivati i ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù che hanno esaminato la letteratura scientifica esistente in materia fino ad oggi e smentito alcuni falsi miti sulla correlazione. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Nutrients.

Gli alimenti incriminati

Tra gli alimenti che più frequentemente vengono accusati di provocare mal di testa nei bambini ci sono il cioccolato, i nitriti (negli insaccati) e gli alimenti contenenti il glutine. In realtà non è mai stato dimostrato che l'assunzione di cioccolato possa scatenare un attacco emicranico. Gli studi “provocativi” – effettuati cioè tramite la somministrazione dell’alimento al fine di provocare l’attacco emicranico - hanno, dato esito negativo.

La sindrome del ristorante cinese

Lo stesso discorso fatto per il cioccolato vale anche per il glutammato di sodio, usato nella cucina cinese: si parla spesso di "sindrome del ristorante cinese" per indicare la comparsa di un attacco emicranico dopo un pasto di questo tipo, ma non ci sono evidenze scientifiche che la somministrazione di glutammato possa provocare mal di testa. In alcuni studi, il glutammato è stato somministrato insieme al cibo ad alcuni soggetti e non ad altri. Al contrario di quanto ci si potesse attendere, la comparsa del mal di testa non era più frequente nei primi rispetto ai secondi, smentendo di fatto il ruolo causale di questa sostanza per l’attacco emicranico.

Dolcificanti, caffeina e alcol

Anche per i dolcificanti non esistono dati: non ci sono studi scientifici che possano confermare il loro ruolo come fattori scatenanti dell'attacco emicranico. Diverso è il discorso per la caffeina e l'alcol (quest’ultimo specificamente per gli adulti), la cui possibile azione scatenante l'attacco emicranico risulta meglio documentata. Per quanto riguarda la caffeina, in particolare, non solo l'eccessivo consumo, ma anche la sua sospensione rapida può scatenare il mal di testa. E’ stato calcolato che la sospensione della caffeina possa provocare mal di testa in circa la metà dei soggetti. Uno studio scientifico condotto su un ampio numero di soggetti emicranici ha valutato la percentuale di persone che riferivano una stretta relazione fra l’assunzione della caffeina o fra la sua sospensione e la comparsa del mal di testa. Fino a circa un terzo dei soggetti intervistati ha dato risposta positiva. Nel caso dei ragazzi bisogna soprattutto considerare che la caffeina è presente in alcune bevande gassate.

Cosa raccomandano gli esperti

Secondo i ricercatori del Bambin Gesù è sbagliato togliere questi alimenti a tutti i soggetti che soffrono di emicrania. Non è possibile prevedere che nel singolo paziente una serie di alimenti possa scatenare l’attacco emicranico. “Si deve, piuttosto - afferma Massimiliano Valeriani, responsabile di Degenza neurologica che ha coordinato la ricerca - chiedere alla famiglia di verificare se esista un rapporto costante fra l'assunzione di un certo alimento e la comparsa, in breve intervallo, di mal di testa. Solo in questo caso si potrà procedere a togliere quello specifico alimento dalla dieta. Inoltre spesso i bambini emicranici vengono sottoposti a esami per allergie e intolleranze per alimenti come pomodoro, semi (nocciole, arachidi), lattosio, nichel, glutine che però non hanno nulla a che vedere con l’emicrania”.

L’obesità può peggiorare l’emicrania

In un precedente studio condotto dai neurologi del Bambin Gesù è stato dimostrato che un’elevata frequenza di attacchi emicranici (maggiore di 5 al mese) interessa circa il 65% dei bambini in sovrappeso contro il 35% dei normopeso. L’evidenza scientifica insegna, quindi, che è opportuno instaurare un regime dietetico ipocalorico in bambini emicranici obesi. E’ anche opportuno che il bambino affetto da emicrania curi l'alimentazione evitando l'eccessivo uso di cibi ipercalorici che potrebbero farlo aumentare di peso.

I benefici dei nutraceutici

I ricercatori hanno anche affrontato il tema dei nutraceutici (cioè gli integratori alimentari di origine naturale come per esempio il magnesio o il partenio), molto usati per la terapia dell'emicrania pediatrica. Non ci sono evidenze scientifiche certe che queste sostanze possano essere utili, ma sicuramente non hanno effetti collaterali. Poiché esistono degli studi (però su numeri abbastanza piccoli di pazienti) che ne suggeriscono la possibile efficacia, il consiglio è di valutare l’eventuale impiego dei nutraceutici nei bambini più piccoli o dove si temano gli effetti collaterali dei farmaci.

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