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Venerdì, 29 Marzo 2024
Influenza maschile

Influenza, è vero che gli uomini hanno sintomi più gravi delle donne?

Una nuova ricerca ha indagato lo strano fenomeno dell'"influenza maschile" e scoperto che non esistono differenze sostanziali nella gravità dei sintomi influenzali tra i due sessi

Basta qualche linea di febbre o un banale raffreddore perché l'uomo si metta subito sotto le coperte in uno stato di abbandono non giustificato dalla gravità del malanno. Reazione ben diversa per la donna che, seppure influenzata, continua a gestire casa, lavoro e figli, e se ha qualche linea di febbre nemmeno lo comunica. L’idea secondo cui il sesso femminile gestisca meglio e con più equilibrio i sintomi influnzali rispetto al maschio è talmente diffusa nella cultura di massa che questa differenza di genere è stata inclusa nell'Oxford English Dictionary con la locuzione "Man flu", ovvero "influenza maschile". Il termine descrive una certa ipersensibilità, associata a tendenze ipocondriache, che gli uomini solitamente mostrano quando prendono l'influenza. Tuttavia, la ricerca ad oggi non ha ancora chiarito se il fenomeno per cui gli uomini sembrano soffrire più delle donne quando colpiti dai malanni di stagione sia un qualcosa di reale oppure è solo un preconcetto.

Ad aver approfondito questo fenomeno uno nuovo studio dell’Università di Medicina di Innsbruck (Austria) che ha analizzato la gravità sei sintomi della rinosinusite grave negli uomini e nelle donne per capire se esiste una differenza oggettiva nella sintomatologia tra i due sessi. Secondo i ricercatori austriaci, il concetto di "raffreddore maschile" dovrebbe "essere scartato" poiché gli uomini non sperimentano affatto sintomi influenzali peggiori rispetto alle donne. Tuttavia, l’analisi ha anche rivelato che il sesso femminile ha un carico di sintomi significativamente più elevato, pur riuscendo a recuperare più rapidamente rispetto al maschio condizioni di salute ottimali. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Psychosomatic Research.

Gli uomini non hanno sintomi più gravi 

I ricercatori hanno monitorato il decorso dei sintomi influenzali in 113 soggetti (49 uomini e 64 donne), tra i 18 e i 75 anni, provenienti da dieci centri di studio in Austria e in Polonia. In particolare hanno raccolti dati al basale, dopo quattro e sette giorni dall’inizio dei sintomi. Questi ultimi sono stati valutati sia soggettivamente (autovalutazione da parte dei pazienti) sia oggettivamente (valutazione da parte di un medico), ed includevano naso che cola, mal di testa e dolori al viso, associati allo stato infiammatorio che interessa il naso e i seni paranasali. Dal confronto dei dati non è emerso "alcuna differenza significativa" tra uomini e donne per quanto riguarda i sintomi oggettivi all'inizio della malattia.

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Le donne recuperano più velocemente

Sebbene non vi fosse alcuna differenza di genere significativa nelle gravità dei sintomi, le donne hanno riportato un maggiore carico di manifestazioni nasali, sintomi otologici, problemi del sonno e i sintomi emotivi, pur mostrando "un recupero significativamente più rapido", sia in termini di gravità dei sintomi valutati dal medico che di quelli riferiti dal paziente. Secondo i ricercatori, questa maggiore capacità di recupero da parte delle donne potrebbe dipendere dall'interazione degli ormoni sessuali con il sistema immunitario. "Le donne - hanno spiegato i ricercatori - hanno una maggiore capacità di produrre anticorpi che aumentano l'attività immunitaria e quindi una resistenza più rapida ed efficace alle infezioni. Inoltre, le funzioni immunitarie femminili sono generalmente meno vulnerabili alle influenze ambientali rispetto a quelle maschili".

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Gli uomini ricorrono di più alle cure mediche

Gli studiosi hanno inoltre sottolineano che gli uomini hanno maggiori probabilità di essere visitati dal medico e quindi trattati in modo più appropriato rispetto alle donne a parità di gravità dei sintomi. A confermare questo trend uno studio del 2019 condotto sulla popolazione in Danimarca che ha mostrato come quasi tre malattie su quattro sono state diagnosticate nelle donne più tardi rispetto agli uomini. "Pertanto - hanno affermato i ricercatori -, non è chiaro se le differenze fisiopatologiche di genere abbiano causato principalmente le differenze riscontrate o se i medici possano aver sottovalutato la reale compromissione della malattia per il campione femminile".

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