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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mal di schiena

Mal di schiena, quali possono essere le cause e come prevenirlo: risponde l'ortopedico

"Molti problemi fisici tra cui il mal di schiena derivano da una cattiva postura perpetuata nel tempo. Per questo è importante effettuare un'accurata analisi delle risposte posturali del corpo i cui sintomi non dovrebbero mai essere trascurati". L'intervista al dott.Albino Sarchioto

Il mal di schiena è tra i disturbi più diffusi sia negli uomini che nelle donne, e tra i principali motivi di assenza dal lavoro per infortunio. Secondo le stime, l ’80% della popolazione ne ha sofferto almeno una volta nella vita. Generalmente si presenta come un dolore sordo e continuo a livello della colonna lombare che può irradiarsi, talvolta, anche ai glutei. In alcuni casi è episodico (può durare qualche giorno o alcune settimane) e si risolve spontaneamente, in altre casi diventa cronico. Può essere causato da numerosi fattori, tra cui una cattiva postura perpetuata nel tempo. "Molti problemi fisici tra cui il mal di schiena – spiega a Today il dott. Albino Sarchioto, ortopedico, traumatologo e posturologo, Professore nei Master di Posturologia Clinica presso le Università di Pisa e di Palermo - derivano da un cattivo assetto posturale. Per questo è importante effettuare un'accurata analisi delle risposte posturali del corpo i cui sintomi non dovrebbero mai essere trascurati".

Ad aver sferrato un duro colpo alla salute della nostra schiena anche lo stile di vita che ha caratterizzato questi ultimi due anni di pandemia: smartworking e DAD, e, in generale, una vita prevalentemente sedentaria, ci hanno portato ad assumere posture sbagliate con la conseguente comparsa o aumento di dolori diffusi alla colonna vertebrale. A confermarlo anche un'indagine su salute e sicurezza del lavoro condotta nel corso della pandemia dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, secondo cui il 48,3% delle persone che lavorano a casa lamentano disturbi e problemi fisici legati all'inadeguatezza delle postazioni domestiche. Ma vediamo insieme al dott. Albino Sarchioto come viene trattato il mal di schiena e in che modo possiamo prevenirlo.

Dott. Sarchioto, cosa caratterizza un mal di schiena? Esistono diversi tipi di dolore?

“Ciò che caratterizza il mal di schiena è il dolore, la limitazione dei movimenti della colonna lombare, che può arrivare fino al completo blocco funzionale, e, dal punto di vista obiettivo, la contrattura dei muscoli paravertebrali. Il dolore può essere di tipo diverso, sia per quanto riguarda le caratteristiche (trafittivo, urente, sordo ecc.) sia per quanto riguarda la sede. In genere, ad una base di costante dolore più o meno intenso, si sommano “lampi” di dolore molto più intenso che possono provocare anche cedimento degli arti inferiori. La sede del dolore, generalmente, è a uno dei due fianchi, o ad ambedue, o a tutta la zona lombare centrale, spesso irradiato anche al sacro e/o ai glutei”.

Quando il mal di schiena si definisce cronico?

“Il mal di schiena si definisce cronico quando è presente da oltre 3 mesi e resiste alle cure farmacologiche, alla fisioterapia e alle altre metodiche, anche di medicina complementare o alternativa, comunemente utilizzate per il suo trattamento”.

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Quali possono essere le cause del mal di schiena?

“La lombalgia è la principale causa di disabilità a lungo termine nel mondo. La sua incidenza nel corso della vita è del 58-84% e l’11% degli uomini ed il 16% delle donne sono affetti da lombalgia cronica. E’ la ragione più frequente di consulto dei medici di medicina generale (MMG). In Italia l’80% della popolazione adulta ne ha sofferto almeno una volta nella vita. I soggetti più colpiti appartengono ad ambo i sessi, con una discreta prevalenza delle donne (come già detto), di età fra i 30 e i 60 anni, con picco ai 40 anni”.

Quanto può incidere sulla sua insorgenza o sul suo peggioramento la cattiva postura?

“Le cause del “mail di schiena” sono le più varie e vanno dai traumi ai tumori, dalle malattie reumatiche e connettivali a quelle infettive, dalle malattie metaboliche a quelle degenerative. Ma per quanto riguarda le malattie degenerative è necessaria una precisazione: è più che noto che il dolore lombare è associato a discopatie in vario stadio di evoluzione (dalla disidratazione all’ernia discale espulsa), ma è anche vero che non è ancora chiaro ai più quale sia il meccanismo che innesca la “malattia degenerativa discale” che, a sua volta, è causa di lombalgia. Il meccanismo cui mi riferisco è il cattivo “assetto posturale”.

C’è differenza tra “postura” e “posizioni”?

““Posizioni” e “postura” non sono la stessa cosa. La “postura” è una e una sola, immodificabile nel breve periodo e sempre uguale a sé stessa, riproducibile e documentabile. La “postura” – è necessario rimarcare – è intesa come l’assetto che un individuo acquisisce automaticamente allorquando si posiziona in stazione eretta, fermo, con braccia lungo il tronco e sguardo all’orizzonte. Tutte le altre (quelle di studio, di lavoro, di relax, di guida, in poltrona, su sedia, in piedi, ecc) sono “posizioni”, non posture, che vengono continuamente cambiate nell’arco della giornata e non costituiscono una costante. Magari sono di abitudine e quindi delle “posizioni abituali”, non certo “la postura” (obbligatorio l’articolo determinativo singolare per “postura” e gli articoli indeterminativi per “posizioni”). Ed è, quindi, il disordine posturale, inteso come cattivo allineamento e rapporto tra i cingoli scapolare e pelvico, come obliquità e rotazione degli stessi o come la presenza di una differenza di lunghezza tra i due arti inferiori, ecc, che determina uno stress continuo sulla colonna vertebrale, che si mantiene 24/24 ore, 7/7 giorni e così via e che, in ultima analisi, innesca e fa progredire la malattia degenerativa discale che, a sua volta, è causa di lombalgia. A questo punto risulta chiaro che un cattivo assetto posturale, secondario a una disfunzione dei sensori del Sistema Tonico-Posturale (occhi, bocca, piedi, pelle, ecc), è causa unica di dolore lombare che non sia secondario e a traumi, tumori e altre malattie innanzi elencate”.

A quali strumenti diagnostici ricorre lo specialista per una valutazione accurata della colonna vertebrale?

“Il mezzo più comune e più usato per valutare accuratamente l’assetto della colonna, soprattutto “sotto carico” è la radiologia convenzionale. Altri esami, più sofisticati ma anche più invasivi (TC, RM, PET-TC, scintigrafia ecc.) ci danno altre informazioni utili e necessarie per dettagliare una patologia vertebrale ma vengono eseguiti in posizione supina, quindi inutili dal punto di vista posturale. La tecnologia, però, oggi, ci viene in aiuto offrendoci strumentazioni per documentare l’assetto posturale e, indirettamente anche quello della colonna vertebrale, che nulla hanno di invasivo e sono molto utili per valutare anche l’evoluzione di patologie prettamente vertebrali, senza ricorrere frequentemente agli esami radiografici. Sto parlando di apparecchi per fotometria, o, meglio ancora, di “scanner di superficie” quali lo Spine 3D. Quest’ultimo consente l’esame del paziente sotto carico ed elabora, tra tanto altro, una mappa del dorso con isoipse che, dal confronto con esami precedenti, fornisce chiare indicazioni circa l’evoluzione di patologie vertebrali serie – quali la scoliosi e il dorso curvo – e riduce drasticamente la necessità di ricorrere agli esami radiografici. A maggior ragione, essendo il disordine posturale un disordine “somatico”, lo Spine 3D consente la visualizzazione e la documentazione di facilissima interpretazione dell’evoluzione delle cure del disordine dell’assetto posturale”.

Come si cura il mal di schiena?

“La cura del mal di schiena è subordinata al riconoscimento della sua origine. Se è secondario a traumi, tumori, malattie reumatiche, metaboliche e quant’altro, va curata la malattia principale della quale il dolore lombare è solo un sintomo. Nelle patologie degenerative va curata in primis la disfunzione dei sensori del Sistema Tonico-Posturale utilizzando contestualmente anche le altre cure tradizionali (mediche, fisioterapiche manuali e strumentali, di medicina complementare o non convenzionale, ecc), questa ultime almeno fino a risoluzione della sintomatologia dolorosa”.

Come si può prevenire?

“Con una “riorganizzazione” del disordine posturale e una vita sana, sia dal punto di vista alimentare sia motorio, mette al riparo da recidive. A qualsiasi età”.

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