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Venerdì, 19 Aprile 2024
Vaccini Covid

Nuovi vaccini Covid: come funzionano e in cosa si differenziano da quelli precedenti

L’EMA ha per ora autorizzato solo le versioni aggiornate contro Omicron 1. Nei prossimi mesi potrebbe arrivare il via libera anche per i vaccini contro le subvarianti 4 e 5

L’EMA (Agenzia Europea per i medicinali) ha autorizzato i vaccini bivalenti di Pzifer-Biontech e di Moderna contro la prima sottovariante Omicron 1, che in Italia ormai ha una prevalenza dello 0,3%. Mentre l’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) ha programmato per oggi 5 settembre la riunione per ratificare la decisione dell’EMA, il ministro della Salute Speranza ha già comunicato che i vaccini saranno disponibili in Italia entro metà settembre e destinati agli over 12 che hanno già completato il ciclo vaccinale (due o tre dosi). Chi ha ricevuto 4 dosi del “vecchio” vaccino dovrà attendere 120 giorni prima di farne un altro. L’EMA ha anche annunciato che nei prossimi giorni esaminerà i booster specifici di Pfizer contro le subvarianti dominanti in Italia BA.5 (90,8%) e BA.4 (6,7%).

“Stiamo effettivamente valutando una richiesta di un vaccino bivalente Comirnaty (Pfizer Biontech) adattato e mirato sia contro il ceppo originale sia contro le varianti BA.4 e 5. L'esito di questo esame è atteso per metà settembre”, ha dichiarato Marco Cavaleri, capo della strategia vaccinale dell’EMA. “I vaccini adattati, approvati ieri dall'EMA - ha aggiunto - innescano forti risposte immunitarie contro Omicron BA.1 e il Sars-CoV-2 originale nelle persone già vaccinate. I dati preliminari hanno anche indicato che gli anticorpi generati da questi vaccini adattati sono in grado di neutralizzare altre varianti Omicron, incluso BA2.75, battezzata sui social Centaurus, e, importante, Omicron 5”. Ma cosa sappiamo dei vaccini bivalenti specifici per Omicron 4 e 5, e approvati per ora solo dall’Food and Drug Administration negli Usa. Come funzionano? In cosa si differenziano da quelli precedenti? E quanto sono sicuri ed efficaci? Gli immunologi esperti di malattie infettive e vaccini, Prakash Nagarkatti e Mitzi Nagarkatti, Professori di Patologia, Microbiologia e Immunologia dell'Università della Carolina del Sud, fanno il punto.

Cos’è un vaccino bivalente

Fino ad ora sono stati somministrati vaccini anti-Covid monovalenti, cioé contenenti molecole di RNA messaggero (mRNA) che forniscono al sistema immunitario le istruzioni per produrre temporaneamente la proteina spike della variante originale di SARS-CoV-2, contro cui produrrà gli anticorpi. I vaccini bivalenti (già utilizzati nel Regno Unito), invece, contengono due molecole di mRNA che recano le istruzioni per produrre temporaneamente sia la proteina spike della variante originale di SARS-CoV-2, sia quella della sottovarianti BA.4 e BA.5. I vaccini bivalenti o polivalenti non sono una novità: quelli antinfluenzali sono vaccini trivalenti o quadrivalenti, coprono cioè da più ceppi contemporaneamente.

Come funzionano i nuovi vaccini bivalenti

Quando il virus infetta l’organismo, il virus SARS-CoV-2 utilizza la sua proteina spike sporgente per attaccarsi alle cellule umane ed entrare nelle cellule, innescando la produzione dei cosiddetti anticorpi neutralizzanti, che si legano alla proteina spike e impediscono al virus di invadere altre cellule. “Ma quando il virus muta - spiegano gli immunologi Prakash Nagarkatti e Mitzi Nagarkatti - gli anticorpi che erano stati precedentemente prodotti in risposta al virus non possono più legarsi efficacemente alla proteina spike appena mutata. A questo proposito, il virus SARS-CoV-2 agisce come un camaleonte, un maestro del travestimento, modificando la sua configurazione corporea e sfuggendo al riconoscimento da parte del sistema immunitario. Le mutazioni virali in corso sono il motivo per cui gli anticorpi prodotti in risposta ai ceppi vaccinali originali sono diventati nel tempo meno efficaci nel respingere le infezioni da nuove varianti”.

Covid, vaccino originale e aggiornato: quale fare?

Il vaccino contro BA.1 protegge anche dalle sottovarianti 4 e 5

Non ci sono ancora studi sull'uomo sull'efficacia dei nuovi vaccini bivalenti contro Omicron 4 e 5 nel prevenire le reinfezioni e nel fornire protezione immunitaria a lungo termine. “Tuttavia - spiegano gli immunologi -, negli studi clinici sull'uomo e negli studi di laboratorio, sia Pfizer-BioNTech che Moderna hanno scoperto che la prima versione del vaccino bivalente, contro il virus SARS-CoV-2 originale e la sottovariante BA.1, generava una forte risposta immunitaria e protezione più lunga contro il ceppo originale e la variante BA.1, ma anche una risposta anticorpale significativa contro le più recenti sottovarianti di Omicron, BA.4 e BA.5 (sebbene questa risposta anticorpale fosse inferiore a quella osservata contro la sottovariante BA.1)”.

Sulla base di questi risultati, nella primavera del 2022, la FDA ha respinto il vaccino bivalente contro BA.1 perché riteneva che i booster potessero non fornire una protezione sufficiente contro i ceppi più recenti e diffusi, BA.4 e BA.5. Quindi ha chiesto a Pfizer-BioNTech e Moderna di sviluppare nuovi vaccini bivalenti mirati specificamente a BA.4 e BA.5.

Quanto i vaccini bivalenti sono sicuri ed efficaci

Poiché gli studi clinici richiedono molto tempo, la FDA era disposta a prendere in considerazione studi sugli animali e altri risultati di laboratorio, come la capacità degli anticorpi di neutralizzare il virus, per decidere se autorizzare i booster bivalenti. La possibilità che l’FDA potesse approvare booster senza dati relativi a studi sull’uomo, ha scatenato una serie di polemiche a cui l’Agenzia statunitense ha risposto dicendo che “milioni di persone hanno ricevuto in sicurezza i vaccini mRNA, originariamente testati sull'uomo, e che i cambiamenti nelle sequenze di mRNA nei vaccini non influiscono sulla sicurezza del vaccino. Pertanto - ha concluso - che i vaccini bivalenti sono sicuri e che non è necessario attendere gli studi clinici sull’uomo".

A tal proposito gli immunologi hanno ricordato che “i vaccini antinfluenzali vengono introdotti ogni anno in base alla previsione del ceppo che potrebbe essere dominante e tali formulazioni non vengono sottoposte a nuovi studi clinici". “Sulla base delle prove disponibili dei precedenti vaccini COVID-19 - hanno continuato -, riteniamo molto probabile che i nuovi booster continueranno a offrire una forte protezione dal Covid-19 grave che porta al ricovero e alla morte. Ma resta da vedere se proteggeranno dalla reinfezione e dalle infezioni rivoluzionarie”.

Sarà necessario un secondo richiamo?

I vaccini bivalenti possono essere utilizzati solo come richiamo almeno due mesi dopo il completamento del ciclo primario (due o tre dosi) o dopo una quarta dose di richiamo. In USA, attualmente, il vaccino bivalente Moderna è autorizzato per l'uso nelle persone di età pari o superiore a 18 anni, mentre il vaccino bivalente Pfizer è autorizzato per le persone di età pari o superiore a 12 anni. Essendo i vaccini bivalenti più efficaci, la FDA ha deciso di rimuovere l'autorizzazione all'uso dei vaccini monovalenti originali di Moderna e Pfizer a scopo di richiamo rispettivamente in individui di età pari o superiore a 18 anni e di età pari o superiore a 12 anni. “I nuovi vaccini bivalenti contengono una dose più bassa di mRNA, e come tali sono pensati per essere usati solo come booster e non in persone che non hanno mai ricevuto una vaccinazione Covid-19”, hanno chiarito gli immunologi.

I vaccini bivalenti proteggeranno dalle nuove varianti?

L’efficacia dei vaccini bivalenti contro nuove varianti dipenderà dalla natura delle future mutazioni della proteina spike. “Se si tratta di una mutazione minore o di un insieme di mutazioni rispetto al ceppo originale o alle varianti di omicron BA.4 e BA.5 - hanno spiegato gli immunologi -, i nuovi vaccini forniranno una buona protezione. Tuttavia, se un ipotetico nuovo ceppo dovesse possedere mutazioni altamente uniche nella sua proteina spike, è probabile che potrebbe ancora una volta schivare la protezione immunitaria”.

I vaccini a mRNA hanno permesso di evitare solo in Italia circa 8 milioni di casi, oltre 500.000 ospedalizzazioni, oltre 55.000 ricoveri in terapia intensiva e circa 150.000 decessi. Se da un lato dunque hanno dimostrato di essere un strumento efficace e fondamentale nella lotta contro il Covid, dall’altro hanno un importante vantaggio: si basano su una tecnologia agile e innovativa che, entro un paio di mesi dall'emergere di una nuova variante, consente di sviluppare nuovi vaccini fatti su misura per combatterla.

I vaccini che arriveranno in Italia sono “obsoleti”?

Mentre le inoculazioni dei vaccini aggiornati di Pfizer-BioNTech e Moderna contro Omicron 4 e 5 dovrebbero cominciare a giorni negli USA, l’Italia è in attesa del via libera dell’AIFA per i vaccini bivalenti contro BA.1 che arriverà tra poche ore. Ad oggi la sottovariante Omicron 1 ha una prevalenza dello 0,3%. Dunque, significa che nel nostro Paese arriverà un farmaco “vecchio” rispetto alle necessità attuali? A tal proposito Armando Genazzani, membro italiano del Comitato per i medicinali destinati all'uso umano (CHMP) dell'EMA ha rassicurato: "Sbaglia chi pensa che gli italiani riceveranno un booster obsoleto. Intanto perché gli anticorpi prodotti in seguito alla somministrazione del vaccino bivalente approvato dall'EMA hanno dimostrato di saper riconoscere a aggredire anche le sottovarianti BA.4 e BA.5. Non è vero, dunque, che con i richiami che saranno disponibili in Italia non si risulterà protetti dalle forme di Sars-CoV-2 più diffuse”. 

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