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Giovedì, 28 Marzo 2024
Papilloma virus

Papilloma virus nell'uomo, quali sono i sintomi e come prevenire l'infezione

"Si stima che nell’arco della vita circa il 73% degli uomini con un’età media di 33 anni, contrarrà l'infezione. E, in una minoranza di casi, l'HPV può essere causa di tumori ". L'intervista al Prof. Vincenzo Mirone dell'Università Federico II di Napoli

Le numerose campagne di sensibilizzazione sui rischi del Papilloma virus rivolte al pubblico femminile hanno alimentato negli anni un falso mito in quello maschile. La gran parte degli uomini è convinta che l’infezione da HPV sia un problema solo delle donne, sebbene i maschi sessualmente attivi non solo possono contrarre l’infezione, ma questa può talvolta anche evolvere in neoplasie benigne o maligne. Ogni anno in Italia si stimano circa 43.000 nuovi casi diagnosticati di condilomi genitali nel sesso maschile causati dall’HPV, ma le diagnosi effettuate su larga scala sono ancora poche, pertanto il numero potrebbe essere ancora più elevato. Essendo il Papilloma virus trasmesso principalmente per via sessuale, gli esperti raccomandano di utilizzare sempre il preservativo durante i rapporti, e parallelamente fare prevenzione secondaria con screening e visite specialistiche con cadenza annuale. Per sensibilizzare sul tema anche la popolazione maschile nel 2018 l’International Papillomavirus Society (IPVS), con il sostegno di 80 partner nel mondo, ha istituito la "Giornata Internazionale contro l’HPV "che si celebra, ogni anno, il 4 marzo. La Giornata si pone l’obiettivo di accrescere la consapevolezza dei rischi associati al Papilloma virus umano e di diffondere i concetti di prevenzione e vaccinazione, sia per la donna che per l’uomo, in modo da prevenire forme tumorali e altre malattie correlate al virus.

Abbiamo approfondito il tema con il Prof. Vincenzo Mirone, Professore ordinario di Urologia presso l'Università Federico II di Napoli e Presidente della Fondazione PRO (Prevenzione e Ricerca Oncologica).

Prof. Mirone, la gran parte degli uomini crede che il papilloma virus possa essere contratto solo dalle donne. E’ diffusa infatti la convinzione secondo la quale il maschio è un “portatore sano”. Cosa c’è di vero?

“L’infezione da HPV nell’uomo è possibile seppure e per lo più asintomatica e senza lesioni evidenti. La definizione di portatore sano è parzialmente vera, in quanto gli uomini spesso non manifestano segni clinici dell’infezione anche se sono in grado di trasmettere la malattia, costituendo un reservoir non indifferente. In Italia, recenti studi clinici hanno scoperto che 2.000 nuovi casi ogni anno di carcinoma oro-faringeo, ano-rettale e del pene tra gli uomini sono causati da ceppi diversi dai più diffusi 16,18, 6 e 11. Mentre in Europa, ogni anno si registrano circa 50.000 nuovi casi di cancro causati dai ceppi 16 e 18, di cui 1/3 a carico dei maschi, per i quali si registrano circa 15.500 nuovi casi fra cancro del pene, ano e della testa e collo (cavità orale, orofaringe e tonsille).

In che modo l’uomo può contrarre il papilloma virus e come può trasmetterlo? Alcuni soggetti sono più a rischio di altri?

“L’HPV si trasmette attraverso il contatto dei genitali, più frequentemente durante i rapporti vaginali e anali, ma anche con rapporti orali non protetti, sia etero che omosessuali, ed il rischio è strettamente proporzionato alla promiscuità sessuale e al numero di partner, precoce attività sessuale e alle condizioni cliniche del soggetto. Poiché di norma non provoca sintomi, la maggior parte degli uomini e delle donne può venire contagiata e trasmettere a sua volta l’infezione, senza rendersene conto. I sintomi possono manifestarsi anche a distanza di anni dal contagio”.

L’infezione da HPV è per lo più asintomatica nell’uomo. Dunque come viene diagnostica?

“Quando le lesioni non sono visibili, si può ricorrere in caso di forte sospetto a due esami: 1) la peniscopia, che permette di evidenziare quelle lesioni che possono sfuggire completamente all'esame clinico come papillomi, condilomi, verruche ecc., che appaiono dopo applicazione di acido acetico sotto forma di "aree aceto-bianche" in pazienti abitualmente asintomatici, partner regolari di donne che presentano lesioni virali condilomatose; 2) le indagini di Biologia Molecolare per la ricerca del DNA virale dell'HPV, in questo caso si ricorre all’esecuzione di tamponi per il prelievo del materiale da analizzare”.

Quando l’infezione non è asintomatica, con quali sintomi si manifesta e come può evolvere?

“L'infezione da HPV si manifesta negli uomini (ma anche nelle donne) con uno spettro di manifestazioni cliniche variabili che vanno dai condilomi (escrescenze simili a verruche), riscontrabili soprattutto nell'ano, sul pene e nel cavo orale, ai tumori ano-genitali e tumori della testa-collo a seconda del tipo di virus infettante”. 

Come si interviene in questi casi?

“Al momento non esistono cure specifiche dirette contro il papilloma che lo possano eradicare. Si possono trattare le lesioni che vanno rimosse per via chirurgica (mediante fotocoagulazione laser, elettro-cauterizzazione o crio-ablazione) oppure con l’utilizzo di farmaci immunomodulanti ad uso topico capaci di aumentare la risposta locale del sistema immunitario contro il virus”.

E’ vero che l’infezione da HPV può ridurre la fertilità?

“Recenti studi hanno evidenziato che l’HPV può influenzare negativamente diversi aspetti della fertilità sia maschili che femminili. Negli uomini la presenza dell’HPV nel liquido seminale altera la motilità degli spermatozoi che risulta essere più bassa rispetto a quella degli uomini non infetti (25,9% vs 34,3%); altera la capacità di legame degli spermatozoi con gli ovociti attraverso la produzione di anticorpi anti-spermatozoo che risulta essere maggiore nei soggetti HPV positivi rispetto ai soggetti HPV negativi (40,7% vs 10,5%). Nelle donne infette la probabilità di ottenere una gravidanza si è dimostrata inferiore rispetto a quella delle donne non infette ricorrendo a tecniche di fecondazione assistita di primo livello (1,87% vs 11,36%) e di secondo livello (23,5% vs 57%). L’HPV aumenta anche il rischio di aborto spontaneo. Nelle coppie in cui almeno uno dei due partner contrae l’infezione da HPV, infatti, la percentuale di aborto risulta essere maggiore se confrontata con quella delle coppie non infette. L’infezione da HPV potrebbe, infine, influenzare negativamente anche lo sviluppo embrionario poiché lo spermatozoo, fecondando l’ovocita, può veicolare al suo interno il genoma virale”.

Quanti uomini all’anno in Italia contraggono il papilloma virus, e quanti di questi casi evolvono in condilomi o in carcinomi?

“Si stima che, nell’arco della vita, circa il 73% degli uomini con un’età media di 33 anni, contrarrà una infezione da Hpv. Di questi la maggior parte avrà una risoluzione spontanea, una parte potrà invece dare adito a infezioni genitali croniche e una minoranza a un possibile tumore Hpv-associato. Attualmente si stimano ogni anno in Italia circa 43.000 nuovi casi diagnosticati di condilomi genitali nel sesso maschile. In realtà la proporzione reale del numero di soggetti HPV positivi (asintomatici) è sicuramente di gran lunga più elevata, se si considera che stime epidemiologiche recenti indicano che circa il 70-80% dei maschi adulti rischia di ammalarsi di HPV nell’arco della propria vita”.

In che modo l’uomo può fare prevenzione? Esistono esami specifici raccomandati?

“La prevenzione può essere fatta attraverso l’uso del profilattico, limitando anche i rapporti a rischio promiscui e/o occasionali; curando l’igiene intima soprattutto nei luoghi affollati come le palestre e le piscine”.

Dal 2019 è disponibile un terzo vaccino contro l’HPV (il nonavalente) che si aggiunge ad altri due, il bivalente e il quadrivalente, disponibili dal 2006. Sono raccomandati alla donna, ma anche all’uomo? Quale è l’età ideale per vaccinarsi?

“L'assenza di uno screening rende ancora più importante la vaccinazione. La sfida, considerata cruciale per azzerare i tumori della cervice uterina, deve diventare una priorità anche per gli uomini. Va quindi somministrato all'inizio dell'adolescenza, dato che a questa età i giovani s'infettano più frequentemente: la metà delle nuove infezioni interessa ragazzi tra i 15 e i 26 anni. In Italia il Ministero della Salute offre la vaccinazione anti-Papillomavirus gratuitamente a tutti gli adolescenti, tra 11 e 12 anni, prima dell'età di un possibile contagio, e quando la risposta immunitaria è migliore e il beneficio è quindi massimo. Infatti molti studi clinici hanno dimostrato che nelle giovani donne non infette, il vaccino è efficace nella prevenzione delle lesioni precancerose associate ai tipi di HPV 16 o 18 in oltre il 99% dei casi”.

La vaccinazione azzera il rischio di contrarre l’infezione da HPV?

“La vaccinazione stimola una risposta anticorpale immediata e duratura nel tempo, con i dati scientifici che ne confermano la totale efficacia anche per periodi di tempo superiori ai 10 anni. Come per qualunque tipo di vaccino, è evidente che il rischio non risulta mai totalmente azzerato, ma può prevenire circa il 90% delle neoplasie causate dall'HPV”.

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