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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Metastasi tumorali, scoperta una proteina che frena la diffusione nei vasi sanguigni

La scoperta di alcuni ricercatori americani apre la strada allo sviluppo di nuove potenziali strategie terapeutiche contro le cellule tumorali

I tumori maligni, rispetto a quelli benigni, sono contraddistinti dalla capacità di dare metastasi. Queste ultime sono cellule maligne che si staccano dal tumore originario e si diffondono in altri organi dove possono riprodursi e generare nuovi tumori. La metastasi è il fenomeno con cui le cellule tumorali si spostano, viaggiando nei vasi sanguigni o nei vasi linfatici, dalla zona in cui si sono formate in altri organi o tessuti. Ad oggi, purtroppo, non esistono ancora strategie di prevenzione che il paziente con tumore può attuare per evitare che si formino metastasi. L’unica cosa che può fare è sottoporsi periodicamente agli esami di controllo previsti dai medici per intervenire il prima possibile. Da anni sono in corso studi che puntano ad individuare le molecole responsabili della metastatizzazione: bloccandole si spera di poter, un giorno, frenare il processo di diffusione della malattia da cui dipende la maggior parte delle morti per cancro.

Ad avere compiuto un passo avanti nella comprensione dei meccanismi che portano alle metastasi, alcuni ricercatori della Johns Hopkins University, negli Stati Uniti, che, assieme a colleghi canadesi e spagnoli, hanno scoperto l'importante ruolo proteina TRPM7, presente nelle cellule. Quest'ultima, rilevando il flusso del fluido nel sistema circolatorio, potrebbe istruire la cellula cancerosa ad invertire la direzione, impedendole di entrare nei vasi sanguigni e di diffondersi nell’organismo, dando origine a metastasi anche lontane. I risultati dello studio, pubblicato su sulla rivista Science Advances, aprono la strada a nuove potenziali strategie terapeutiche contro le metastasi tumorali.

Cosa hanno scoperto i ricercatori

“Abbiamo scoperto che la proteina TRPM7 è in grado di ‘sentire’ la pressione dei fluidi nel circolo sanguigno e di bloccare le cellule impedendo loro di entrare nei vasi ed essere quindi sottoposte a questo stress”, spiegano i ricercatori che per arrivare a questa conclusione hanno utilizzato diverse tecniche all’avanguardia. Tra queste anche sistemi di microfluidica che hanno permesso di simulare ciò che succede nei vasi sanguigni, ma con la possibilità di modulare l’intensità del flusso. "I risultati degli esperimenti sono sorprendenti", dichiarano gli autori. È stato rilevato che, se le cellule normali incontrano un canale (come il vaso sanguigno), nel quale è presente un flusso di liquido in movimento, fanno dietrofront e cambiano direzione per evitare proprio quel flusso. “È un processo simile a quello che si verifica quando tocchiamo una pentola calda: avvertiamo il calore e togliamo la mano”, dice il coordinatore della ricerca.

Il ruolo della proteina TRPM7

Proseguendo nella ricerca, gli autori hanno dimostrato che TRPM7 ha un ruolo di primo piano in questo meccanismo: se l’espressione della proteina è bloccata, le cellule non cambiano direzione, ma entrano nel flusso, come se si fosse ridotta la loro sensibilità a questo stimolo meccanico. “Abbiamo dimostrato anche che le cellule normali hanno concentrazioni più alte di TRPM7 rispetto a quelle di sarcoma, e che aumentando i livelli della proteina nelle cellule tumorali è possibile renderle più sensibili al flusso di fluidi e impedire il loro ingresso nei vasi”, spiegano i ricercatori. “Servono ancora molti studi, ma speriamo che queste informazioni possano essere utili a sviluppare nuove terapie anticancro, magari basate su tecniche di editing del DNA per modulare i livelli di TRPM7”.

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