Quarta malattia (o scarlattinetta), quali sono i sintomi e come prevenirla
Solitamente si contrae durante l’infanzia e si risolve spontaneamente nell’arco di pochi giorni. Ciononostante una diagnosi precisa non è sempre facile poiché molti specialisti sostengono addirittura che non esista
La Quarta malattia è una delle malattie esantematiche tipiche dell’età infantile. Le altre più comuni sono il morbillo, la varicella, la rosolia, la scarlattina, la quinta e sesta malattia, mani piedi bocca e la pitiriasi rosea. Per "esantematica" si intende una malattia infettiva caratterizzata dalla comparsa di un esantema, cioè di irritazioni della pelle per lo più generalizzate (o circoscritte a determinati distretti corporei) costituite da lesioni ripetitive. La Quarta malattia fu scoperta dal dott. Clement Dukes (per questo chiamata anche Morbo di Dukes) che la descrisse per la prima volta sulla rivista scientifica Lancet nel 1900.
Si tratta di una patologia ancora oggi molto controversa poiché non se ne conoscono le cause esatte. Alcuni specialisti non la ritengono una malattia vera e propria, ma una variante o comunque un prodromo lieve di altre malattie esantematiche, quali la scarlattina (per questo è nota anche come "scarlattinetta"), il morbillo o la rosolia. La dott.ssa Elena Scarpato, del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Pediatria (SIP) ci spiega come riconoscerla e prevenirla.
Dott.ssa Scarpato, con quali sintomi si manifesta la Quarta malattia?
"I sintomi iniziali sono estremamente aspecifici, quali astenia, inappetenza e talvolta febbre. Questi vengono poi seguiti dalla manifestazione esantematica, fugace e di lieve entità, caratterizzata da piccoli puntini rosa, in alcuni casi confluenti, che si localizzano a livello inguinale/gluteo e al volto e vanno incontro a risoluzione spontanea nell’arco di 4-5 giorni".
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Quali sono le cause?
"Non è chiaro se si tratti di una entità clinica vera e propria, di una forma attenuata di scarlattina o di un esantema aspecifico associato ad infezione virale. L’eziologia non è nota in quanto non è mai stato identificato un agente patogeno responsabile. Non è chiaro se si tratti di una manifestazione associata ad una infezione da streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEGA) o di un esantema di origine virale".
Come si trasmette ed evolve l’infezione?
"Il contagio avviene verosimilmente per via respiratoria o per contatto diretto con secrezioni (gocce respiratorie, saliva, muco) di soggetti infetti. Si tratta di una condizione ad evoluzione benigna, senza strascichi, che si risolve spontaneamente nell’arco di pochi giorni".
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Quali complicazioni può causare?
"E’ dibattuta la possibilità di alterazioni renali a seguito dell’infezione".
Come si cura?
"Non essendo nota l’eziologia della condizione, non esiste alcuna terapia specifica se non quella di supporto per gli eventuali sintomi associati (es. antipiretico in caso di presenza di febbre). E’ importante sottolineare che dovrà essere il Pediatra a valutare se sia necessario o meno sottoporre il bambino ad un tampone faringeo per la ricerca dello SBEGA e sarà sempre il Pediatra a decidere circa l’opportunità di una terapia eventuale terapia antibiotica".
Cosa fare per prevenirla?
"Seguire le norme igieniche generali per la prevenzione delle infezioni: adeguata detersione delle mani prima di toccare occhi, naso e bocca, evitare contatti stretti con soggetti che presentino febbre e/o sintomi respiratori, evitare di mandare i bambini a scuola se presentano sintomi di infezione".