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Martedì, 16 Aprile 2024
Terza dose

Terza dose, quali sono gli effetti collaterali più comuni

Secondo i dati diffusi dal Ministero della Sanità israeliano, dopo la terza dose di vaccino anti-Covid è possibile soffrire di disturbi “significativamente più leggeri” rispetto alle prime due iniezioni. I più comuni sono: spossatezza generale e dolore nella zona di iniezione

Dopo il via libera dell’Ema, è arrivato anche l’ok dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) alla somministrazione della terza dose del vaccino Spikevax (Moderna) ai soggetti di età pari o superiore ai 18 anni. Il farmaco può essere somministrato (in dose dimezzata) ad almeno sei mesi di distanza dalla seconda inoculazione che aveva completato il ciclo di vaccinazione. Per ora - come chiarisce nel comunicato il Comitato Tecnico Scientifico - “l’opportunità di una dose ‘booster’ con il vaccino Spikevax (Moderna) deve essere offerta in via prioritaria a immunodepressi, trapiantati, iperfragili, over-80, residenti delle Rsa, personale sanitario, e fragili over 60”, come già stabilito per la dose ‘booster’ di Pfizer. Ma - come ha dichiarato anche il Presidente dell’ISS, Silvio Brusaferro, e il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri - diventa sempre più concreta l’ipotesi di offrire a tutta la popolazione over 18 la terza dose di vaccino anti Covid, una volta immunizzati i più fragili.

Le "dosi aggiuntive" somministrate fino ad oggi nei Paesi UE sono relativamente poche, per questo la quantità di dati disponibili sugli effetti collaterali ad esse collegate è ancora limitata. Nella prima fase della campagna vaccinale abbiamo visto come, nella gran parte dei casi, le reazioni avverse della prima e seconda dose sono state lievi o moderate e di breve durata. Cosa sta accadendo con la terza dose? E’ cambiato qualcosa? Si corre un rischio più alto o più basso di un evento avverso, rispetto alle iniezioni precedenti? I primi dati sulle reazioni avverse delle terze dosi arrivano dall’Israele (il Paese ha fatto da apripista iniziando già questa estate con la somministrazione della terza vaccinazione di massa). Secondo quanto diffuso dal Ministero della Salute israeliano anche dopo la terza dose è possibile soffrire di disturbi lievi che risultano «significativamente più leggeri» rispetto a quelli delle prime due iniezioni.

"Terza dose” e “dose di richiamo”: a cosa servono e quali sono le differenze

L’efficacia dei vaccini, secondo alcuni studi, comincia a calare tra i 6 e i 9 mesi dopo la seconda iniezione. Ma nei soggetti immunodepressi la protezione cala molto prima. Per questo motivo è stata fatta una distinzione tra “terza dose” e “dose di richiamo”. Mentre la terza dose (il cosiddetto “booster”) di vaccino anti-Covid, raccomandata dall’Ema ai soggetti con sistema immunitario gravemente indebolito, è una dose aggiuntiva a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria (il ciclo vaccinale in questi soggetti prevede, quindi, tre dosi (due standard + una addizionale da somministrare 28 giorni dopo la seconda)); la "dose di richiamo” è un richiamo, appunto, per i soggetti dai 18 in su con un sistema immunitario normale, e viene somministrata dopo almeno sei mesi dalla seconda dose, con l'obiettivo di mantenere o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria riattivando la produzione di anticorpi contro il Sars-CoV-2.

Gli effetti collaterali più comuni

Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute israeliano il primo ottobre, gli effetti collaterali più comuni dopo la terza dose, riscontrati in una piccola percentuale (3 milioni e 200mila immunizzati) di adulti over 60 sono:

  • la spossatezza generale (riscontrata in 86,6 persone per milione contro 271,8 e 251,1 per milione rispettivamente dopo la seconda e la prima dose);
  • dolore nella zona di iniezione (che ha riguardato 42,7 persone per milione nella terza dose, contro 222,9 e 514,3 nella seconda e prima).

Gli effetti collaterali meno comuni

I disturbi gravi si sono verificati in 19 soggetti, ma è ancora in fase di valutazione l’eventuale collegamento con il vaccino. “Gli effetti collaterali dopo la terza dose - si legge nelle Faq pubblicate sul sito del Ministero della Sanità israeliano - sono stati riscontrati in una piccola percentuale di adulti dai 60 anni in su e sono coerenti con quelli osservati dopo le prime due dosi o altri vaccini”. I disturbi meno comuni e più gravi riscontrati sono:

  • mal di testa
  • febbre
  • brividi
  • dolore muscolare.

I dati dei CDC americani

Dati sugli effetti collaterali della terza dose arrivano anche dai Centers for disease control and prevention americani (CDC) che hanno condotto un’analisi su oltre 2.200.000 americani (over 65 e soggetti fragili) che alla data del 19 settembre avevano ricevuto la terza dose. Dei 22mila soggetti che hanno risposto volontariamente al questionario, solo il 28% ha riportato disturbi nel giorno successivo alla vaccinazione. Si tratta di eventi avversi, comparsi entro 48 ore dalla vaccinazione, perlopiù moderati o lievi e che durano poco. Il sintomo più frequente è stato il dolore al braccio, avvertito nel 71% dei casi. Il 56% ha riportato stanchezza, il 43,4% mal di testa. Il 7% ha avuto dolori forti. Il 2% ha fatto ricorso all’assistenza medica, 13 persone sono state ricoverate in ospedale. Le percentuali riportate nel report pubblicato il 28 settembre sulle reazioni avverse della terza dose sono, quindi, in linea con quelle osservate dopo le prime due iniezioni.

Rischio di miocarditi e pericarditi

Non ci sono ancora dati disponibili sul rischio di miocarditi e pericarditi legate alla terza dose di vaccino anti-Covid, anche perché al momento il richiamo è stato offerto solo alle fasce di età più elevate, mentre, come sappiamo, i problemi cardiaci post-vaccino (molto rari) sono stati osservati principalmente negli uomini più giovani ed entro 14 giorni dall’iniezione.

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