Come funziona il test che rivela in anticipo più di 50 tipi di tumore
Sviluppato da un gruppo di ricercatori, consiste in un prelievo di sangue che consente di identificare diversi tipi di cancro prima che questi si manifestino con sintomi
Il cancro è una delle principali cause di morte prematura a livello globale. Secondo il Global Cancer Statistics 2020, una persona su 5 svilupperà un tumore nel corso della propria vita, e l’incidenza è destinata ad aumentare. Gli autori del rapporto stimano che nel 2040 i nuovi casi di tumore saranno 28,4 milioni nel mondo (un aumento del 47% rispetto al 2020). “La crescente incidenza del cancro a livello globale riflette da un lato l’invecchiamento e la crescita della popolazione e dall’altro il cambiamento nella distribuzione dei principali fattori di rischio, molti dei quali sono legati anche allo stato socio-economico”, ha affermato Freddie Bray, tra gli autori del rapporto e capo della Sezione di sorveglianza oncologica della IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro). Sono necessari, dunque, interventi immediati per rendere più efficaci le cure oncologiche e soprattutto la diagnosi precoce, così da ridurre il numero di tumori diagnosticati in fase avanzata. Tuttavia ancora oggi scoprire un tumore in fase precoce risulta esteamemente difficile. Questo perchè alcune neoplasie si manifestano con sintomi, mentre altre, quelle più subdole, possono non dare alcun sintomo, oppure sintomi aspecifici.
Una speranza nel panorama degli screening oncologici e della diagnosi precoce arriva da uno gruppo di scienziati del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York che ha sviluppato un test (Test Galleri) che consente di individuare, con un semplice prelievo di sangue, la presenza di oltre 50 diversi tipi di tumore in persone che non hanno ancora sviluppato sintomi chiari e, quindi, quando la neoplasia è ancora allo stadio iniziale. I risultati dello studio, chiamato PATHFINDER - presentati in occasione del Congresso dell'European Society for Medical Oncology (Esmo) 2022 - sono più che incoraggianti, e confermano quanto già era stato evidenziato in studi precedenti sullo stesso test.
Lo studio PATHFINDER
Lo studio ha testato la validità clinica del test Galleri (MCED o multi-cancer early detection) in 6.600 adulti di età pari o superiore a 50 anni, senza una diagnosi di tumore e apparentemente in buona salute. I partecipanti sono stati sottoposti sia al test Galleri, sia a metodi di screening standard. L’obiettivo dei ricercatori era capire se il test rilevasse tumori nelle fasi iniziali, non identificati dai metodi di screening standard.
I risultati
Grazie al test Mced è stato possibile individuare la presenza di diverse forme tumorali in persone apparentemente sane con una specificità ed accuratezza mai raggiunte prima d'ora con un semplice prelievo di sangue. Sul campione totale, il test Mced ha rilevato il cancro nell'1,4% dei casi (92 persone). Per alcuni dei tumori rilevati non esistono metodi di screening attuali: questo significa che, se non fossero stati identificati, avrebbero potuto svilupparsi molto più a lungo prima di essere identificati.
Per capire se la positività era veramente dovuta alla presenza della malattia, i ricercatori hanno indagando ulteriormente abbinando il test ad altri metodi di screening standard e rilevato il tumore in 35 persone su 92, ovvero nel 38% dei casi risultati positivi al test. Il dato è particolarmente rilevante poiché le persone coinvolte nello studio erano stati sottoposti già a screening con tassi superiori alla media per mammografia, colonscopia e scansioni polmonari TC a basse dosi. “Questi risultati - ha spiegato Schrag - sono un primo passo importante per i test di diagnosi precoce perché hanno mostrato un buon tasso di rilevazione nelle persone che avevano effettivamente il cancro e un eccellente tasso di specificità per coloro che non lo avevano”.
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La metà dei tumori rilevati era allo stadio I o II
Quasi la metà dei tumori rilevati era allo stadio I o II, tra questi tumori del pancreas e dell'ovaio, che solitamente vengono diagnosticati in una fase avanzata con prognosi sfavorevole. Rilevare un tumore precocemente significa avere maggiori probabilità di trovare un trattamento efficace e quindi aumentare il tasso di sopravvivenza. In un tale contesto la diagnostica si mostra come uno degli strumenti più potenti per prevenire i 10 milioni di decessi per cancro stimati all’anno in tutto il mondo.
Come funziona il test Galleri
Il Galleri è un test di biopsia liquida che consiste in una ricerca di frammenti di DNA rilasciati dalle cellule tumorali in un campione di sangue. Un test potenzialmente in grado di segnalare la presenza di un tumore - e della sua localizzazione nel corpo - tra oltre 50 neoplasie differenti. Questo segnale deriva da piccole sequenze di dna tumorale circolante (ctDna) nel sangue, che differiscono dal dna delle cellule sane per una particolare caratteristica molecolare, conosciuta come "metilazione".
Test Galleri VS screening standard
Lo studio ha dimostrato che il test Galleri ha un'accuratezza del 97% nell'identificazione dell'origine di un cancro, un numero elevato rispetto allo screening standard di cura disponibile. “Quando aggiunto allo screening standard di cura, il test Mced ha più che raddoppiato il numero di tumori rilevati rispetto al solo screening standard. In effetti, Galleri ha rilevato più tumori di tutti gli screening standard per tumori singoli raccomandati dalla US Preventive Services Task Force messi insieme. Questi includevano tumori di stadio I del fegato, dell'intestino tenue e dell'utero e tumori di stadio II del pancreas, delle ossa e dell'orofaringe", ha affermato il dottor Jeffrey Venstrom, direttore medico del GRAIL (azienda sanitaria che ha sviluppato il test).
Il rischio di falsi positivi è dell’1%
Un altro risultato interessante emerso dallo studio riguarda i falsi positivi. Meno dell'1% delle persone ha ricevuto un risultato falso positivo. “Una scoperta importante è stata che pochi partecipanti con un test di screening falso positivo hanno richiesto più procedure invasive come endoscopie e biopsie - ha commentato la dott.ssa Schrag -. Ciò dovrebbe attenuare le preoccupazioni sul fatto che questi test potrebbero portare a procedure non necessarie in persone che stanno bene”.
A tal proposito, il dottor Josh Ofman, presidente del GRAIL, ha aggiunto: Un mondo con più singoli test di screening è clinicamente ed economicamente insostenibile poiché ogni singolo test ha un tasso di falsi positivi del 5-10%. Abbiamo bisogno di passare dallo screening per i singoli tumori allo screening per gli individui. Riteniamo che i test Mced possano consentire questo cambio di paradigma trovando più tipi di cancro nelle fasi iniziali con un singolo esame del sangue”.
Prospettive future
Sebbene lo studio PATHFINDER abbia dimostrato l'efficacia e l'accuratezza del test Mced in persone di cui non si conosceva la malattia, serviranno ancora altri studi per perfezionare questo esame ma anche altri test, in fase di sperimentazione, che si basano sulla biopsia liquida (analisi molecolari eseguite su un campione di sangue per diagnosticare un tumore). La direzione è giusta ma bisognerà aspettare ancora un pò prima che questi test vengano utilizzati per lo screening a livello di popolazione, e per questo è importante che si continui ad utilizzare i metodi di screening standard, in particolare quelli per il tumore del seno, della cervice uterina e del colon-retto, che hanno già dimostrato sia di anticipare la diagnosi sia di ridurre la mortalità.
“I test devono essere perfezionati in modo da poter distinguere meglio il DNA del tumore da tutto l'altro DNA che sta circolando nel sangue", ha detto Schrag. “È anche fondamentale notare che lo scopo dello screening del cancro è ridurne la mortalità. È prematuro trarre conclusioni su come il test MCED influenzi la mortalità, che non è stata misurata nello studio PATHFINDER e richiede un lungo follow-up”, ha poi concluso.