rotate-mobile
Giovedì, 5 Ottobre 2023
Tumore al fegato

Tumore al fegato, la nuova tecnologia a onde sonore può sconfiggerlo

Un approccio terapeutico innovativo e non invasivo capace di asportare la massa tumorale con successo prevenendone la progressione. Attualmente è in fase di sperimentazione sull’uomo

Il cancro al fegato è il sesto tumore al mondo più frequente a livello mondiale e la seconda causa di morte per neoplasia. Solo nel 2020 in Italia sono stati diagnosticati più di 10.000 nuovi casi. Il 90% dei pazienti è affetto da epatocarcinoma (HCC), il tumore al fegato più letale e che si presenta più frequentemente in pazienti con malattie epatiche croniche, come la co-infezione di epatite C e B, la cirrosi epatica causata da abuso di alcol e la NAFLD (steatosi epatica non alcolica). A seconda della posizione, della gravità e dello stadio del cancro al fegato, sono attualmente disponibili più opzioni di trattamento, tra cui la resezione chirurgica, trapianto di fegato, tecniche di asportazione chirurgica, chemioterapia, radioterapia, terapia farmacologica mirata e immunoterapie. Negli ultimi anni si è osservato un miglioramento della sopravvivenza dovuto principalmente alla maggiore frequenza di screening semestrali che hanno ampliato la percentuale delle neoplasie che si sono qualificate per i trattamenti curativi, ma, ad oggi, il tasso di sopravvivenza a 5 anni dei pazienti affetti da HCC è ancora molto bassa, pari al 20%.

Un nuovo approccio terapeutico non invasivo per la cura del tumore al fegato è stato ideato e sviluppato dai ricercatori dell'Università del Michigan. Si tratta dell’istotripsia, una tecnica di asportazione innovativa che distrugge meccanicamente il tessuto bersaglio mediante impulsi a ultrasuoni controllati con precisione. Questa tecnologia si è dimostrata capace di eliminare fino al 75% della massa tumorale e prevenire il rischio di metastasi in modelli murini, fornendo le basi per la sperimentazione nell’uomo attualmente in corso. Il trattamento sembra anche stimolare il sistema immunitario a riprendere il controllo per eliminare il resto del tumore. Il funzionamento di questa tecnologia innovativa è stato descritto in uno studio pubblicato sulla rivista Cancers.

Lo studio

I ricercatori hanno testato gli effetti dell’istotripsia su 22 ratti di laboratorio con cancro al fegato. La metà è stata inserita nel gruppo di controllo, mentre i restanti 11 sono stati trattati con istotripsia, mirando alla rimozione dal 50% al 75% della massa tumorale. Altri 3 ratti sono stati trattati con istotripsia parziale (mirando alla rimozione del 25% della massa tumorale). Dopo il trattamento, i ratti sono stati sottoposti a eutanasia e sezionati per indagare gli effetti del trattamento. I ricercatori, in particolare, hanno cercato segni di progressione, metastasi e marcatori immunitari.

I risultati

Il trattamento completo con istotripsia non ha comportato complicazioni né effetti collaterali, e la maggior parte dei ratti trattati (9 su 11) ha mostrato una regressione del tumore e sperimentato una sopravvivenza libera da tumore per il resto dello studio, quindi senza alcun segno di metastasi o recidiva nei tre mesi successivi in cui sono stati monitorati. Ma anche il trattamento parziale ha portato a una regressione completa nell'81% dei ratti trattati. Al contrario, il 100% dei ratti del gruppo di controllo ha mostrato una progressione del tumore: tutti e 11 hanno mostrato segni di progressione e metastasi, ed entro tre settimane i tumori hanno raggiunto la dimensione massima consentita dai protocolli etici e, per questo, sono stati soppressi.

Fedez e il tumore al pancreas: i sintomi, come si cura e perché è tra i più pericolosi 

Come funziona l'istotripsia

L'istotripsia è una tecnologia innovativa sviluppata e sperimentata dai ricercatori dell’Università del Michigan, e sembra offrire una nuova speranza ai pazienti con una delle forme di cancro più letali. La tecnica impiega un trasduttore a ultrasuoni (dispositivo che converte una grandezza fisica in un’altra) per distruggere i tumori cancerosi. Come funziona? Gli impulsi a ultrasuoni vengono diretti verso l'area da trattare cosicché le vibrazioni generino minuscole bolle nel tessuto mirato; quando le bolle collassano o scoppiano, viene distrutta quella parte del tumore bersaglio. Spesso, però, non è possibile mirare all'intero tumore poichè Il modo in cui le masse sono posizionate, le loro dimensioni e il loro stadio possono influenzare la sicurezza del trattamento dell'istotripsia. Ma anche se non si prende di mira l'intero tumore, si può comunque causare la regressione di essp e anche ridurre il rischio di future metastasi. Un metodo molto simile è utilizzato anche nei trattamenti dimagranti per distruggere in modo non invasivo le cellule adipose. Dati i risultati promettenti, l’istotripsia è attualmente in fase di sperimentazione in esseri umani con cancro al fegato sia negli Usa che in Europa.

"L'istotripsia è un'opzione promettente che può superare i limiti delle modalità di ablazione attualmente disponibili e fornire un'ablazione non invasiva del tumore al fegato sicura ed efficace", ha affermato l'ingegnere biomedicoTejaswi Worlikar dell'Università del Michigan.

Prospettive future

Poiché i sintomi del cancro del fegato non si manifestano quasi mai nelle fasi iniziali, i pazienti sono più a rischio di metastasi, condizione che abbassa ulteriormente il loro tasso di sopravvivenza a 5 anni a una stima del 3-11%. Ma anche dopo il trattamento, l'elevata prevalenza di recidiva e metastasi del tumore (che appresentano più del 90% di tutti i decessi associati a questo tipo di cancro) evidenzia la necessità clinica di migliorare gli esiti del cancro al fegato. 

Una nuova speranza per i pazienti oncologici arriva dall’istotripsia che potrebbe portare a trattamenti efficaci e non invasivi per alcuni dei tumori più difficili da trattare, come il cancro al fegato. Già precedenti studi hanno dimostrato che questo trattamento è efficace nel ridurre il volume del tumore, il nuovo lavoro dell’Università del Michigan ha mostrano in più che è anche capace di aumentare significativamente i tassi di sopravvivenza dopo il trattamento. “Il nostro studio - ha concluso Worlikar - suggerisce che l'istotripsia può ridurre il rischio di sviluppare metastasi dopo l’ablazione. Ci auguriamo che ricerche future studieranno la sicurezza, l'efficacia e gli effetti biologici dell’istotripsia, con l’obiettivo finale dell'adozione clinica di questo trattamento per i pazienti con cancro del fegato".

Il primo vaccino contro il tumore al fegato

Importanti progressi si stanno facendo anche sul fronte della vaccinazione. Di recente sono stati pubblicati sulla rivista Clinical Cancer Research dell’American Association for Cancer Research i risultati della sperimentazione clinica di fase I del primo vaccino al mondo contro il tumore al fegato, sviluppato da un team internazionale di ricercatori coordinato dall'immunologo Luigi Buonaguro (dell'Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli).

 L'obiettivo finale di Hepavac (questo il suo nome) è quello di indurre una risposta immunitaria nei pazienti nei confronti del tumore epatico per contenere lo sviluppo e la progressione della neoplasia, che poi significa ritardo della ricomparsa del tumore o, nella migliore delle ipotesi, assenza di ricomparsa del tumore. Gli effetti collaterali osservati nei pazienti vaccinati sono stati di minima entità. I risultati emersi dalla sperimentazione si possono definire, pertanto, estremamente interessanti e promettenti, e pongono le basi successive per continuare nello studio clinico su un numero maggiore di pazienti. 

Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tumore al fegato, la nuova tecnologia a onde sonore può sconfiggerlo

Today è in caricamento