rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Autopalpazione al seno

Tumore al seno, come eseguire l'autopalpazione e quando preoccuparsi

“Il test consente di imparare ‘a memoria’ la struttura del proprio seno e notare qualunque cambiamento avvenga. Ogni novità, pur se quasi sempre benigna, andrebbe poi sottoposta alla valutazione dello specialista”. L'intervista al Prof. Michelino De Laurentiis, direttore del dipartimento di senologia oncologica del Pascale di Napoli

Il carcinoma della mammella è il tumore più frequente nelle donne in Italia (una donna su otto si ammalerà di cancro al seno nel corso della vita). Negli uomini rappresenta, invece, lo 0,5-1% di tutti i tumori maligni. Secondo le stime AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) nel 2020 sono stati diagnosticati circa 55.000 casi nelle donne a fronte di 500 nuove diagnosi negli uomini. “Purtroppo – spiega a Today Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Senologia oncologica dell'ospedale Pascale di Napoli - i due anni di pandemia hanno portato a un calo significativo degli esami di screening senologico con il conseguente aumento di diagnosi di tumori T2, cioè con dimensioni superiore ai 2 cm, e una riduzione del numero dei casi di tumore alla mammella operati nel 2020 (-805 casi rispetto al 2019)”. Questi dati suggeriscono quanto sia importante la prevenzione. “Grazie alle campagne di screening e alla maggiore consapevolezza delle donne - spiega l’oncologo - la maggior parte dei tumori maligni mammari oggi viene diagnosticata in fase iniziale, quando il trattamento chirurgico è più conservativo e la terapia adottata più efficace, consentendo di ottenere sopravvivenze molto elevate (circa l’ 88% delle donne è viva a 5 anni dalla diagnosi)”. Se, infatti, l’incidenza (numero di nuovi casi) del tumore al seno, sia negli uomini che nelle donne, è in leggera crescita soprattutto nelle fasce più giovani, la mortalità è in diminuzione (si è ridotta del 6% nel 2020 rispetto al 2015).

E', quindi, molto importante fare prevenzione, già a partire dai 20 anni di età. Oltre ai controlli annuali del seno eseguiti da uno specialista senologo, alla mammografia biennale dopo i 50 anni e all’ecografia (ma solo in caso di necessità nelle fasce giovani), si raccomanda di eseguire l'autopalpazione, il primo strumento utile per prevenire il tumore al seno. Si tratta di un semplice test di autovalutazione che consente d'imparare a conoscere la struttura e l'aspetto generale delle proprie mammelle, per cogliere precocemente eventuali cambiamenti insoliti, e, quindi, in tal caso, sottoporsi a una visita specialistica. Se eseguito correttamente e regolarmente questo test può, infatti, limitare il rischio di una diagnosi di tumore in stadio avanzato. Ma come si esegue l’autopalpazione e a cosa bisogna prestare attenzione? Ne abbiamo parlato con Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento Senologico e Toraco-polmonare dell'Istituto Tumori Pascale di Napoli.

Prof. De Laurentiis, a cosa serve l’autopalpazione al seno?

“L’autopalpazione è l’esame periodico del proprio seno che ogni donna dovrebbe eseguire e che consente di conoscere l’aspetto normale del proprio seno e di notare qualsiasi cambiamento o irregolarità rispetto alla fisionomia di base”.

Come si esegue?

“L’esame si svolge in due fasi sequenziali: l’osservazione o ispezione a cui segue la palpazione vera e propria. E’ preferibile che l’esame venga eseguito in posizione eretta di fronte ad uno specchio in una stanza ben illuminata con le braccia lungo i fianchi. Bisogna osservare la forma del seno e del capezzolo sia di fronte che di lato. L’osservazione andrebbe ripetuta anche con le braccia alzate ponendo le mani dietro la nuca in modo da notare la presenza di eventuali irregolarità nella forma (retrazioni o avvallamenti). La palpazione si esegue dapprima in posizione eretta ponendo il braccio corrispondente al seno da esaminare dietro la nuca. La palpazione dovrebbe essere eseguita compiendo dei piccoli movimenti circolatori concentrici con le tre dita centrali della mano esercitando di volta in volta una pressione via via crescente in modo da poter percepire con i polpastrelli eventuali noduli o addensamenti. Dovrebbe essere eseguita anche in senso radiale dall’ esterno verso l’interno (capezzolo) avendo cura di non tralasciare nessun quadrante e dall’ alto verso il basso in modo lineare. La palpazione si completa con l’ esame del cavo ascellare e con la premitura del capezzolo tra indice e pollice finalizzata alla ricerca di eventuali secrezioni. Sarebbe preferibile completare la palpazione anche nella posizione supina”.

A cosa bisogna prestare attenzione quando la si esegue?

“Dapprima ad alterazioni del profilo del seno come retrazioni o avvallamenti ma non bisogna trascurare di valutare anche l’aspetto della cute che potrebbe risultare in alcune circostanze edematosa ed arrossata assumendo l’aspetto meglio noto di cute a buccia d’arancia. Con la palpazione chiaramente l’attenzione deve convergere sull’eventuale riscontro di noduli o di aree che appaiono di consistenza aumentata (più dure) rispetto al resto del seno. Altri segni da ricercare sono la presenza di linfonodi ingrossati nell’ascella, nonché la presenza di perdite di liquido (soprattutto se scuro o rosso sangue) dal capezzolo. Più in generale, piuttosto che ricercare qualcosa di specifico, bisognerebbe, con l’autopalpazione, imparare ‘a memoria’ la struttura del proprio seno e notare qualunque cambiamento avvenga, soprattutto se solo in un seno rispetto all’altro. Ogni novità nella struttura del seno, pur se quasi sempre benigna, andrebbe sottoposta alla valutazione di uno specialista”.

Nel caso in cui un cambiamento alla vista o al tatto venga notato, cosa bisogna fare?

“E’ fondamentale rivolgersi al proprio medico di base o direttamente ad un senologo in modo da poter essere adeguatamente indirizzata ad eseguire gli esami diagnostici dirimenti”.

Vittorio Feltri e il tumore al seno maschile: cos'è e quali sono i sintomi 

A partire da quale età bisogna eseguire l’autopalpazione al seno e ogni quanto farla?

“E’ raccomandata a partire dai 20 anni e dovrebbe essere eseguita una volta al mese preferibilmente nello stesso giorno, prediligendo la settimana successiva alla fine del ciclo mestruale. Questo perché nelle donne in età fertile la consistenza della ghiandola mammaria varia in base ai livelli ormonali ed in genere una settimana dopo la fine del ciclo mestruale il seno è meno denso e turgido”.

L'autoesame del seno, se eseguito correttamente e regolarmente, può, quindi, consentire di diagnosticare precocemente un tumore. E’ un test utile sia per le donne che per gli uomini?

“In realtà l’autopalpazione non rappresenta un esame di screening nel senso etimologico del termine e, come tale, non consente di fare una diagnosi precoce nel senso puro del termine. Va in ogni caso riconosciuta l’importanza dell’autopalpazione come prima forma di sensibilizzazione alla prevenzione dei tumori al seno. Altresì, va tenuto presente che l’autoesame non sostituisce assolutamente la visita specialista e, a partire dai 45 anni, alla mammografia riconosciuta come vero e unico esame di screening. Il tumore al seno, anche se raramente, colpisce pure il sesso maschile e pertanto l’autopalpazione ha un suo perché anche negli uomini. Anzi, andrebbe sensibilizzata nei maschi in presenza di una forte familiarità per tumori al seno”.

Autopalpazione 1-2Autopalpazione 2-2

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tumore al seno, come eseguire l'autopalpazione e quando preoccuparsi

Today è in caricamento