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Sabato, 2 Dicembre 2023
Tumore al seno

Tumore al seno, una nuova molecola previene la formazione di metastasi

Ad averla creata, e testata sui topi, un gruppo di ricercatori israeliani che ora punta a sviluppare il primo farmaco al mondo che impedisce la crescita di tumori secondari

Il tumore al seno è la forma di cancro più frequente nella popolazione femminile. Secondo le stime AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) nel 2022 sono stati diagnosticati circa 55.700 casi (+0,5% rispetto al 2020), mentre per l'OMS sono circa 2,3 milioni le persone nel mondo che contraggono ogni anno la malattia. Se il carcinoma della mammella viene diagnosticato in tempo, quando il trattamento chirurgico è più conservativo e la terapia adottata più efficace, la sopravvivenza è molto elevata: in Italia circa l’88% delle donne è viva a 5 anni dalla diagnosi. Tuttavia, circa il 12% sviluppa una malattia metastatica (le cellule tumorali circolanti si staccano dal tumore originale, viaggiano attraverso le vie linfatiche e vasi sanguigni e formano nuovi tumori in altri organi (metastasi)): per questi pazienti il tasso di sopravvivenza a cinque anni è del 30%. Questo perché la chemioterapia uccide il maggior numero possibile di cellule tumorali, ma non impedisce alle cellule lasciate indietro di diventare attive.

Ora, una nuova speranza per le donne con tumore al seno arriva dai ricercatori della Bar Ilan University di Tel Aviv che hanno sviluppato una molecola in grado di prevenire la formazione di metastasi. La sperimentazione, effettuata per ora solo sui topi, ha mostrato una riduzione del rischio del 90%. "Il nostro progresso - ha affermato al The Times of Israel il prof. Jordan Chill, coautore dello studio - è molto entusiasmante, poiché oggi non ci sono farmaci in produzione che prevengano le metastasi, ma servondo soprattutto a fermare la diffusione del cancro". I risultati dello studio sono stati pubblicati su Oncogene (rivista del Nature Publishing Group).

In quali organi il tumore al seno forma metastasi

Quando il tumore raggiunge, dalla sede originaria (il seno), altre parti del corpo, attraverso le vie linfatiche e i vasi sanguigni, si parla di "tumore metastatico". "Le sedi maggiormente colpite dalle metastasi - spiegano gli esperti di Humanitas - sono le ossa, i polmoni, il fegato e il cervello. Questo si verifica perché le cellule tumorali si moltiplicano più velocemente delle cellule sane e possono diffondersi mediante la circolazione linfatica o sanguigna. Alcune muoiono nel corso del viaggio, altre invece, una volta raggiunta la "nuova sede", possono proliferare e creare nuove masse tumorali. Le metastasi possono manifestarsi dopo alcuni anni dalla comparsa del tumore primario o in alcuni casi più rari dopo molti anni".

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Come funziona la nuova molecola 

I ricercatori israeliani hanno creato una piccola proteina - più precisamente un peptide (una catena di amminoacidi) chiamato Pyk2-PRR2 - che impedisce alle cellule tumorali di entrare nel sangue e quindi di muoversi nel corpo e causare un tumore secondario. Ma per capire meglio come agisce questa molecola, è necessario fare un passo indietro. Le cellule di molti tumori solidi sviluppano invadopodi, ovvero strutture create dalle cellule cancerose che servono da base per il loro sviluppo in altre parti del corpo, e che si fanno strada attraverso i tessuti per aiutare le cellule tumorali a entrare nel flusso sanguigno e metastatizzare in altri organi. Tuttavia, gli invadopodi entrano in azione solo quando vengono "attivati" dall'unione di due proteine. Ed è qui che entra in gioco la nuova melecola.

"La svolta di Bar Ilan - ha affermato Chill - è stata quella di trovare un peptide capace di interrompe questa interazione proteica. Riteniamo che ciò possa impedire l'attivazione dell'invadopodia e quindi inibire le metastasi. Mi aspetto che possa essere utilizzato in aggiunta alla chemioterapia o ad altri trattamenti che uccidono le cellule tumorali".

La molecola ha un'efficacia superiore al 90%

La molecola è stata, per ora, testata sui topi, dimostrando un’efficacia superiore al 90%. In particolare, come hanno riportato i risultati dello studio, il principio attivo ha bloccato la formazione di metastasi al polmone (tra i siti del corpo più frequenti in cui il tumore al seno forma metastasi), riducendo il rischio del 90% di sviluppare tumori secondari rispetto al gruppo di controllo. Sebbene lo studio si sia concentrato sul cancro al seno, il team ritiene che il peptide possa essere efficace in tutti i tumori solidi, ovvero tumori diversi da quelli del sangue, del midollo osseo o dei linfonodi.

"I nostri risultati - hanno sottolineato gli autori dello studio - fanno luce sulle specifiche interazioni molecolari tra due proteine e possono portare allo sviluppo di nuove strategie per prevenire la diffusione di tumori mammari ad alto rischio di metastasi e di tumori avanzati che si sono già diffusi in altre parti del corpo".

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Quando la molecola diventerà un farmaco

Dopo questi primi successi, gli scienziati israeliani ora mirano a trasformare la molecola in un farmaco vero e proprio, una terapia sicura per l’essere umano, e in grado di arrivare dove serve nelle giuste dosi. Si tratterebbe del primo farmaco al mondo che previene i tumori secondari.

"La maggior parte dei farmaci ad oggi disponibili - ha affermato Chill - si concentra sulla riduzione dei tumori una volta che si sviluppano. Pertanto, il nostro approccio “preventivo” potrebbe salvare moltissimi pazienti da una seconda malattia e moltissime vite". "Abbiamo creato la punta del missile, ora dobbiamo sviluppare l'intero missile", ha concluso.

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