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Martedì, 16 Aprile 2024
Esperienza di pre-morte

Un uomo racconta la sua esperienza di pre-morte: "Ero separato dal mio corpo"

“Ero consapevole di quello che stava succedendo. Guardavo il personale dell'ospedale che continuava a entrare e uscire per fermare l'emorragia, ma provavo così tanta pace. Poi sono andato a dormire e mi sono svegliato vivo”

Sebbene siano centinaia di milioni le persone che hanno riportato un’esperienza di pre-morte (NDE), l’origine e la prevalenza di questo fenomeno rimane ancora oggi un mistero. Secondo i ricercatori dell'International Association for Near-Death Studiesle NDE si verificano probabilmente a causa di un cambiamento nel flusso sanguigno al cervello durante eventi improvvisi che mettono in pericolo la vita, come un attacco di cuore, un trauma contusivo o persino uno shock. "Quando il cervello inizia a perdere sangue e ossigeno, l'attività elettrica all'interno inizia a spegnersi - spiegano gli esperti -. Come una città che perde energia un quartiere alla volta, le regioni locali del cervello vanno offline una dopo l'altra".

Definita come "esperienza percettiva cosciente", la NDE include un'ampia varietà di sensazioni spirituali e fisiche come allucinazioni, esperienze extracorporee, pensieri frenetici e una percezione distorta del tempo. In generale, inizia con una sensazione di distacco dal proprio corpo e riconoscimento della morte, seguita da una senso di viaggio verso una destinazione e un'analisi delle azioni, intenzioni e pensieri relativi alla propria vita, per concludersi con l’arrivo in un posto che fa sentire "a casa", prima di ritornare nel mondo reale. Ad aver vissuto recentemente un’esperienza simile è stato Kevin Hill, 52enne originario del Derbyshire (in Inghilterra), che ha raccontato al quotidiano britannino The Mirror la sua incredibile storia di ritorno alla vita.

L’esperienza di Kevin

Nell'estate 2021, Kevin corre in ospedale poiché le sue gambe avevano iniziato a gonfiarsi per un eccesso di acqua trattenuta dalla pelle. Viene così ricoverato presso il Derby Royal Hospital dove viene poi operato, nel gennaio 2022, per un’anomalia alle valvole cardiache. Dopo l’intervento Kevin contrae la calcifilassi, una malattia rara che provoca una calcificazione sistemica delle arterie provocando ischemia e la necrosi in aree localizzate del tessuto adiposo o della cute. Da questo momento inizia il calvario. "La mia pelle mi stava divorando - racconta -. Per tre giorni le mie gambe hanno sanguinato senza mai fermarsi, ho perso quasi tre litri di sangue".

Kevin perde così tanto sangue che il suo cuore si ferma per alcuni minuti: e' ‘tecnicamente’ morto fino a quando i medici non lo rianimano riportandolo miracolosamente in vita. "Sapevo di essere morto. Ero separato dal mio corpo -racconta -. Era come se fossi nel regno degli spiriti. Ero consapevole di quello che stava succedendo ma provavo così tanta pace. Sapevo che stavo sanguinando. Sapevo che era grave. Guardavo il personale dell'ospedale che continuava a entrare e uscire per fermare l'emorragia". "Poi sono andato a dormire e mi sono svegliato vivo, l'emorragia si era fermata. Sapevo che non era il mio momento di morire. La situazione mi ha fatto ricordare delle mie priorità. Quando sono uscito dall'ospedale, la mia atmosfera familiare è cambiata radicalmente. Sono diventato più resiliente. So che posso riprendermi". Ora Kevin si è ripreso completamente ed è stato soprannominato "l'uomo dei miracoli".

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Cosa dice la ricerca sull’esperienza di pre-morte

Quel che ha vissuto Kevin sembra fantascienza, eppure la ricerca mostra che questi fenomeni sono in realtà molti comuni e riportati da persone di ogni cultura, istruzione ed età. A tal proposito, nel 2019 all'incontro annuale dell'Accademia europea di neurologia, sono stati presentati i risultati della Greyson NDE Scale (una scala sviluppata dal professore e psichiatra Bruce Greyson per misurare la profondità dell'esperienza di pre-morte di un individuo) che, sulla base di 289 esperienze di pre-morte auto-riportate (solo 106 sono state considerate autentiche), ha individuato i tratti più comuni delle NDE: la percezione anomala del tempo (87%), l'eccezionale velocità di pensiero (65%), i sensi eccezionalmente vividi (63%) e le sensazioni separati da o fuori dal proprio corpo (53%).

Il primo caso registrato di cervello umano morente

Sebbene siano molte le testimonianze di persone che hanno vissuto una esperienza di pre-morte, il meccanismo neurofisiologico alla base di questo fenomeno non è ancora chiaro. Questo perchè l'acquisizione dell'attività cerebrale continua nella fase transitoria verso la morte è una cosa estremamente difficile e non può essere pianificata sperimentalmente. Ad esserci riusciti per la prima volta un team di ricerca internazionale guidato dall'Università di Louisville, negli Stati Uniti. Il case report è stato pubblicato nel 2022 su Frontiers in Aging Neuroscience.

Un uomo di 87 anni è arrivato al pronto soccorso in seguito a una caduta. Dopo essere stato sottoposto a un intervento d’urgenza, ha iniziato ad avere crisi epilettiche, ed è stato sottoposto a un monitoraggio da parte dei medici con l'elettroencefalografia (EEG). Sfortunatamente, però, il paziente dopo due giorni è peggiorato ed è morto per arresto cardiaco mentre queste registrazioni erano ancora in corso. L'evento inaspettato ha consentito agli scienziati di registrare per la prima volta in assoluto l'attività elettrica del cervello umano morente. Sebbene registrazioni EEG semplificate di pazienti morenti siano già state effettuate, il posizionamento completo dell'apparecchiatura di registrazione in questo caso ha consentito un livello di dettaglio senza precedenti.

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Cosa accade al cervello quando si muore

Subito prima e subito dopo la morte del paziente, i ricercatori hanno osservato dei cambiamenti nei diversi tipi di oscillazioni neurali (delta, theta, alpha, beta e gamma), modelli di attività elettrica ritmica del tessuto nervoso nel sistema nervoso centrale coinvolti in funzioni altamente cognitive, come concentrazione, sogno, meditazione, recupero della memoria, elaborazione delle informazioni e percezione cosciente. In particolare, subito dopo che il paziente ha subìto l'arresto cardiaco che lo ha portato alla morte, la sua attività cerebrale ha rivelato un picco nella potenza della banda gamma che interagiva maggiormente con le onde alfa, un modello non dissimile dal richiamo della memoria.

"Dato che l'accoppiamento incrociato tra attività alfa e gamma è coinvolto nei processi cognitivi e nel richiamo della memoria nei soggetti sani, ipotizziamo che tale attività possa supportare un ultimo 'richiamo della vita’, un ultimo ricordo dei più importanti eventi della vita appena prima della morte, simile a quello riportato nelle esperienze di pre-morte", ha spiegato il team.

Credit immagine: Kevin Hill / SWNS

Foto Kevin

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