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Venerdì, 29 Marzo 2024
Vaccino Alzheimer

Allo studio il primo vaccino contro il morbo di Alzheimer: ecco come funziona

Un team internazionale sta lavorando non solo a un vaccino preventivo ma anche a una terapia in grado di contrastare i sintomi di questa forma di demenza

La demenza colpisce oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo, con un nuovo caso ogni 3 secondi. A soffrirne in Italia è oltre 1,2 milioni di persone, che, si stima, diventeranno 1,6 milioni nel 2030. A causarla nel 60/70% dei casi è l'Alzheimer, malattia che interessa generalmente i più anziani, ma può avere anche un esordio giovanile. Il morbo di Alzheimer (AD) si manifesta generalmente con lievi problemi di memoria fino ad evolvere causando grossi danni ai tessuti cerebrali, ma la rapidità con cui i sintomi si acutizzano varia da persona a persona. Oggi purtroppo non esistono farmaci in grado di fermare e far regredire la malattia, e tutti i trattamenti disponibili puntano a contenerne i sintomi. Oltre allo studio di farmaci che aiutino a prevenire o a rallentare la malattia, la Ricerca sta puntando da anni allo sviluppo di un vaccino capace di sviluppare una risposta immunologica contro la malattia.

C’è riuscito un team di ricerca internazionale che ha coinvolto l'Università di Leicester, l'University Medical Center di Gottingen e l'ente benefico per la ricerca medica LifeArc. Il team, guidato da Thomas Bayer ha sviluppato una terapia per contrastare il morbo di Alzheimer e un vaccino innovativo (ora in fase di studio clinico) he potrebbe prevenire la comparsa della malattia. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Molecular Psychiatry.

I sintomi dell’Alzheimer

La malattia colpisce la memoria e le funzioni cognitive, si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare, ma può causare anche altri problemi fra cui stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale. Ha, in genere, un esordio subdolo: le persone cominciano a dimenticare alcune cose, per arrivare a un punto in cui non riescono più a riconoscere nemmeno i familiari e hanno bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. Questi problemi cognitivi e di memoria sono una conseguenza della neurodegenerazione, causata a sua volta della formazione nel tessuto cerebrale di caratteristiche placche di una proteina chiamata “beta-amiloide” (placche amiloidi).

La proteina beta-amiloide nei pazienti con Alzheimer

La malattia di Alzheimer (AD) è una condizione neurodegenerativa progressiva caratterizzata dalla presenza di depositi extracellulari della proteina beta-amiloide (Aβ) che si trova nella membrana grassa che circonda le cellule nervose. “Alte concentrazioni di tale proteina (nelle persone non affette da demenza la concentrazione è > 500 ng/L, indipendentemente dall'età del paziente) - spiegano gli autori - è associata a un rischio più elevato di sviluppare la malattia di Alzheimer”.

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Come funziona il vaccino Tapas

Il vaccino Tapas (ALZ-101), sviluppato dell’Alzinova AB, azienda biofarmaceutica svedese che sviluppa da anni trattamenti per il morbo di Alzheimer mirati specificamente agli oligomeri (formazioni) di beta-amiloide, funziona attivando il sistema immunitario e avviando così la produzione di anticorpi specifici contro le formazioni (oligomeri) neurotossici di beta-amiloide che si sviluppano nei malati di Alzheimer. Queste aggregazioni si posso formare anche 20 anni prima di sviluppare la malattia. e “la speranza - dicono gli scienziati - è che un vaccino che ne impedisca la formazione nel cervello possa prevenire i deficit cognitivi e la perdita di memoria che si verificano con l’Alzheimer". Il gruppo di ricerca aveva già aveva testato in modelli murini sia l’anticorpo Tap01_04 che il vaccino Tapas dimostrando la loro efficacia nel ripristinare la funzione dei neuroni, aumentare il metabolismo del glucosio nel cervello, riattivare i circuiti della memoria e ridurre la formazione della placca beta-amiloide.

Un nuovo approccio rispetto al passato

L'anticorpo Tap01_04 e il vaccino Tapas sono molto diversi dai trattamenti contro l'Alzheimer sviluppati finora, perchè mirano a una forma differente della proteina beta-amiloide. “Hanno, infatti, come bersaglio - spiegano i ricercatori - le prime specie tossiche N-terminali troncate di beta-amiloide che si trovano in abbondanza nel cervello dei pazienti con AD”. “Questo - sottolinea Preeti Bakrania di LifeArc - li rende molto promettenti rispettivamente come terapia e come tecnica di immunizzazione. Siamo davvero entusiasti di questi risultati, perchè aprono la strada a una serie di metodi per intervenire contro l'Alzheimer non solo in modo preventivo, tramite il vaccino, ma anche una volta comparsi i sintomi con un trattamento efficace e mirato". 

Lo studio clinico sul vaccino

ll primo paziente per lo studio clinico di fase 1 di Alzinova AB per testare il suo vaccino ALZ-101 è stato già reclutato in Finlandia. Lo studio sarà in doppio cieco (pazienti e sperimentatori non si conoscono), controllato con placebo e randomizzato (i pazienti sono divisi in maniera causale in gruppi, uno riceverà il farmaco e l'altro il placebo), e ha l’obiettivo di valutare la sicurezza e il dosaggio del farmaco sperimentale. La sperimentazione ha anche altri obiettivi come valutare la risposta immunitaria dell'organismo al vaccino dopo dosi multiple, nonché valutare un numero di biomarcatori associati all'Alzheimer. In totale, 26 pazienti saranno inclusi nello studio. I partecipanti riceveranno quattro dosi di ALZ-101 o di placebo. Lo studio esamina due diversi dosaggi di ALZ-101 durante un periodo di trattamento che sarà di 20 settimane. I risultati dello studio sono attesi per seconda metà del 2023. La sperimentazione clinica è condotta in Finlandia dal partner di Alzinova, Clinical Research Services Turku (CRST), che ha una vasta esperienza negli studi sull'Alzheimer. L'analisi dei biomarcatori sarà effettuata, invece, attraverso una collaborazione di ricerca con l'ospedale universitario Sahlgrenska di Göteborg .

"È molto soddisfacente che ALZ-101 sia ora entrato nei test clinici in un'area con un'esigenza medica così enorme insoddisfatta. Non vediamo l'ora di continuare lo sviluppo di questo potenziale trattamento modificante la malattia con l'obiettivo a lungo termine di trattare e prevenire l'insorgenza e la progressione di questa malattia devastante ", conclude Kristina Torfgård, CEO di Alzinova AB.

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