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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Dal Covid al cancro: così un nuovo vaccino mRNA potrebbe bloccare la crescita del tumore

I primi test hanno dato risultati incoraggianti. Ora il farmaco antitumorale, sviluppato dalla BioNTech, è in fase di sperimentazione sull'uomo

Tra le terapie utilizzate nella lotta contro il cancro, c'è l'immunoterapia che utilizza le citochine (proteine responsabili della comunicazione fra le cellule che compongono il sistema immunitario, e fra le cellule immunitarie e gli altri tessuti ed organi) per distruggere le cellule tumorali. Sino ad oggi, questo tipo di trattamento non sempre si è dimostrato efficace: in alcuni casi, infatti, l’iperattività delle difese immunitarie ha provocato una certa tossicità e creato difficoltà nel colpire le cellule tumorali bersaglio. A cercare di superare i limiti di questa terapia è stato Ugur Sahin, medico e immunologo tedesco, inventore del vaccino anti-Covid a mRNA della BioNTech, con lo sviluppo di un nuovo vaccino a mRNA anti-tumorale, in collaborazione con l'azienda farmaceutica francese Sanofi.

La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Science Translational Medicine, è nata con l’obiettivo di sfruttare le potenzialità dell’RNA messaggero (materiale genetico che contiene le istruzioni per la sintesi di nuove proteine), che ha già dato ottimi risultati nella lotta contro il Covid, nella regressione del tumore. Gli scienziati, hanno, quindi, sviluppato un farmaco anti-cancro che utilizza la tecnologia dell’RNA messaggero (mRNA) per codificare quattro diverse citochine in grado di promuovere una maggiore attività delle cellule T, cioè un tipo di globuli bianchi specializzati nel riconoscimento delle cellule tumorali. La sperimentazione ha dimostrato, in fase pre-clinica, che questo farmaco è in grado di aumentare la risposta immunitaria contro i tumori. I dati preliminari, per i quali non si sono registrati effetti collaterali gravi, hanno spinto i ricercatori a trovare conferma in uno studio sull’uomo, ovvero in quella che viene definita la "fase clinica", attualmente in corso.

Trattamenti per combattere il cancro

Ad oggi, i trattamenti per combattere il cancro sono basati sullo stadio e sul tipo di tumore: l’oncologo seleziona il trattamento migliore per il paziente, optando per una terapia singola o combinata. I trattamenti anti-cancro finora disponibili sono: la chirurgia (l’opzione principale nella maggior parte dei tumori solidi), la radioterapia (che utilizza raggi X per distruggere le cellule cancerose che viene concentrata il più possibile nell'area colpita dalla malattia per evitare di danneggiare le cellule sane), la chemioterapia (che utilizza farmaci tossici per le cellule, in quanto bloccano la divisione delle cellule in rapida replicazione, senza distinguere tra cellule sane e cellule malate, per questo hanno effetti collaterali importanti), la terapia ormonale (che altera l'equilibrio di determinati ormoni nell’organismo), i farmaci biologici o a bersaglio molecolare (sostanze in grado di "riconoscere" la cellula tumorale e promuoverne la distruzione da parte del sistema immunitario) e l'immunoterapia (che, come spiegato sopra, utilizza farmaci capaci di stimolare il sistema immunitario contro le cellule tumorali).

Che cosa sono le terapie immunoterapiche a base di citochine

Ma come funziona, appunto, l'immunoterapia? Mentre le cellule sane del nostro organismo presentano sulla superficie molecole di diversa natura, come proteine e carboidrati, le cellule maligne (come conseguenza delle mutazioni che hanno portato allo sviluppo del tumore) presentano molecole diverse (i cosiddetti antigeni tumorali). L’immunoterapia oncologica parte da questo presupposto e sfrutta la capacità delle cellule del sistema immunitario di individuare gli antigeni tumorali per attaccare le cellule malate. Tra le terapie immunoterapiche, oggi disponibili, c’è quella che utilizza farmaci a base di citochine. Queste ultime vengono prodotte da cellule del sistema immunitario e utilizzate per contrastare l’avanzamento del tumore. Tra le citochine più utilizzate ci sono: l'interleuchina-2 (impiegata nel trattamento del melanoma, del cancro al rene e della leucemia mieloide acuta) e l’interferone-α (utilizzato per il trattamento della leucemia a cellule capellute, della leucemia mieloide cronica, del mieloma multiplo, del linfoma follicolare e del melanoma).

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Gli effetti collaterali dell'immunoterapia 

In alcuni casi anche l’immunoterapia può avere effetti collaterali per un'iperattività del sistema immunitario. Può capitare, infatti, che il sistema immunitario attacchi, non solo le cellule malate, ma anche quelle sane perché non è più in grado di riconoscerle come tali. Gli effetti collaterali possono variare a seconda del tipo di terapia immunoterapica e a seconda del farmaco somministrato. Nonostante questi effetti collaterali, però, questo tipo di terapia ha un vantaggio importante rispetto agli altri trattamenti: non utilizza farmaci che colpiscono direttamente le cellule tumorali, ma utilizza molecole e cellule del sistema immunitario che fanno naturalmente parte dell’organismo, che possono attaccare in maniera selettiva le cellule maligne riducendo in maniera considerevole la massa tumorale.

Il nuovo farmaco anti-cancro che combina mRNA e citochine

La sperimentazione, condotta dagli sviluppatori della BioNTech, ha analizzato gli effetti (in modelli murini, ovvero i topi) della somministrazione di un farmaco che utilizza l’mRNA per codificare 4 citochine identificate “come mediatori della regressione del cancro nei test su diversi modelli di tumore murino”. Dai risultati della ricerca è emerso che questo farmaco, progettato come immunoterapia intratumorale per il trattamento dei tumori solidi, non solo ha avuto effetti antitumorali sul tumore primario ma ha anche inibito la crescita di quelli secondari. La combinazione di mRNA e citochine ha, quindi, migliorato le risposte antitumorali, aumentando la sopravvivenza media dei pazienti. Questi dati così incoraggianti hanno portato all’attuazione di un protocollo di studio nell’uomo, che attualmente si trova nella fase 1/2, coinvolgendo 231 volontari con neoplasie metastatiche.

Vaccini a mRNA e cura dei tumori: a che punto è la ricerca

La tecnologia a m-RNA non è nata con la pandemia da Covid-19. Per sviluppare vaccini a m-RNA efficaci (come quelli di Pfizer e Moderna) ci sono voluti 20 anni di ricerca finalizzati alla lotta contro il tumore. Ad oggi, nell’ambito oncologico, sono disponibili due vaccini preventivi contro il cancro: quello per l’epatite B, che consente di prevenire sia la malattia infettiva, sia il tumore del fegato, e quello che protegge dall’infezione del papilloma virus umano (HPV), responsabile dei tumori alla cervice uterina e quelli testa-collo. Tanti sono gli approcci che gli scienziati stanno testando per contrastare i tumori. Dai cosiddetti “checkpoint” (inibitori delle molecole “di blocco” della risposta immunitaria) alle cellule CAR-T di vecchia e nuova generazione (la terapia con CAR-T è basata sulla modificazione genetica in laboratorio di un dato tipo di globuli bianchi del paziente, i linfociti T, appositamente istruiti a riconoscere e aggredire le cellule tumorali). Strategie che sono attualmente in sperimentazione clinica, in fase 1, fase 1 avanzata o fase 2. In fase 1, inoltre, e con dei dati incoraggianti, sono anche nuove forme di immunoterapia per rimuovere i freni ad altre popolazioni di “soldati immunitari”, come il vaccini terapeutici che sfrutta la tecnica dell’RNA messaggero, della BioNTech.

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