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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute

Vaccino Novavax, come funziona e perché è differente dagli altri vaccini in uso

“E’ un vaccino a subunità proteica e con un’efficacia pari al 90%. Inoltre, conservandosi in frigorifero a temperature normali fino a sei mesi, potrebbe essere il candidato ideale per i Paesi poveri in cui il tasso di vaccinazione è ancora troppo basso”. L’intervista al Prof. Claudio Mastroianni, Presidente Simit

Dopo slittamenti e false partenze, Nuvaxovid, il quinto vaccino anti-Covid autorizzato nei Paesi UE e sviluppato dalla biotech statunitense Novavax, arriverà finalmente in Italia. Le prime dosi sbarcheranno nel nostro Paese a fine febbraio ha dichiarato il commissario straordinario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, in occasione di una visita all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. "Ne riceveremo poco più di un milione di dosi e saranno subito distribuite a tutte le regioni e province autonome. Poi arriveranno ancora un altro paio di milioni di dosi nel mese di marzo", ha chiarito Figliuolo. Da oggi, mercoledì 23 febbraio, in alcune Regioni è già possibile prenotarsi per ricevere il vaccino di Novavax, che sarà utilizzato in una prima fase solo per il ciclo primario (prime e seconde dosi) nelle persone dai 18 anni in su, e non per i richiami (dosi booster).

Si tratta di un vaccino composto da "frammenti proteici" del virus, “cioè – spiega a Today il Prof. Claudio Mastroianni, Presidente Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali) -, per indurre la risposta del sistema immunitario dell’organismo, usa una versione prodotta in laboratorio (ingegneria genetica) della proteina Spike di SARS-CoV-2 combinata con nanoparticelle che assomigliano alla struttura del coronavirus ma che non possono replicarsi una volta introdotte nell’organismo. Si basa, quindi, su una tecnologia completamente diversa sia da quella dei vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna) sia da quella dei vaccini a vettore virale (Astrazeneca e Johnson&Johnson). Da questi, però, si differenzia per il meccanismo d’azione, ma non per l’efficacia che, come hanno dimostrato gli studi, raggiunge il 90% dopo due somministrazioni.

A spiegarci meglio cos’è un vaccino a subunità proteica, come funziona Nuvaxovid e in cosa si differenzia dagli altri quattro vaccini autorizzati nei Paesi UE è il Prof. Claudio Mastroianni, Presidente della Simit e Ordinario Malattie Infettive dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza.

Nuvaxovid si basa su una tecnologia tradizionale. E’ un vaccino a subunità proteica: cosa significa?

“E’ un vaccino a base di proteine ricombinanti anti-Covid, cioè, per indurre una risposta del sistema immunitario, usa una versione prodotta in laboratorio (ingegneria genetica) della proteina spike di SARS-CoV-2 combinata con nanoparticelle che assomigliano alla struttura del coronavirus ma che non possono replicarsi una volta introdotte nell’organismo. Inoltre, il vaccino contiene anche un adiuvante (la saponina), una sostanza che contribuisce a rafforzare le risposte immunitarie dell’ospite. Quindi la proteina Spike, una volta entrata nelle cellule dell’organismo, si comporta come antigene e stimola la risposta immunitaria. La tecnica è in uso da circa trent'anni e ha permesso di produrre vaccini come quello contro l’epatite B, la meningite e il papilloma virus. E’ un vaccino, quindi, che utilizza una piattaforma giù collaudata. Inoltre, è facilmente maneggevole, può essere conservato in frigorifero fino a sei mesi a temperature normali senza la necessità di ricorrere a particolari modalità di conservazione come i vaccini a mRNA. Questa caratteristica lo rende un vaccino ideale da utilizzare nei Paesi poveri in cui il tasso di vaccinazione è ancora molto basso”.

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Qual è il meccanismo d’azione del vaccino di Novavax?

“Una volta iniettato il vaccino, il sistema immunitario riconoscerà la proteina come estranea (antigene) e risponderà producendo gli anticorpi e le cellule T. Nel caso in questione l’antigene è la proteina del virus, realizzata in laboratorio con la tecnica del dna ricombinante, che si lega al recettore Ace 2, presente sulle nostre cellule, e stimola una risposta anticorpale. Qualora, successivamente, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con SARS-CoV-2, il sistema immunitario riconoscerà la proteina Spike originale, presente sulla superficie del virus, e sarà pronto a combatterla. La completa capacità neutralizzante viene acquisita, però, dagli anticorpi almeno dopo due settimane dalla seconda dose. Dopo la prima dose il sistema immunitario entra in contatto per la prima volta con una proteina che non aveva mai visto, acquisendo una sua memoria, ma è con la seconda dose che - essendo già pronto a riconoscerla - produce gli anticorpi contro di essa”.

Perché si pensa che questo vaccino possa convincere i No vax a vaccinarsi?

“I No vax credono erroneamente che l’RNA messaggero contenuto nei vaccini a mRNA possa creare danni all’organismo. Non è così. La molecola contenuta in questi vaccini viene rapidamente degradata nell’organismo e non viene assolutamente integrata nelle cellule. Inoltre, questo vaccino ha un enorme vantaggio: la pronta adattabilità alle nuove mutazioni del virus. Anche il vaccino proteico può essere aggiornato, ma richiede più di tempo. Mi sembra assurdo pensare che oggi qualcuno non voglia vaccinarsi per paura. Tutti i vaccini approvati dall’Ema e dall’Aifa sono sicuri ed efficaci nel prevenire la malattia severa, nell’evitare il ricovero in ospedale e il ricorso alla terapia intensiva”.

Nuvaxovid potrebbe dimostrarsi più efficace contro la variante Omicron rispetto agli altri vaccini in uso?

“Non lo sappiamo ancora. Ma comunque non è tanto il tipo di vaccino utilizzato, ma la risposta immunitaria che induce, ad aumentarne l’efficacia contro le varianti. Per ora sappiamo che Novavax è indicato per i soggetti over 18 non vaccinati, anche anziani e fragili, ma non sappiamo se potrà essere utilizzato per richiami annuali in futuro in un ciclo di vaccinazione eterologa: dati su questo ancora non sono disponibili. Sarà interessante capirlo”.

Quanto è efficace Nuvaxovid?

“L’efficacia dopo due settimane dalla seconda somministrazione (il protocollo prevede due dosi di uguale dosaggio a 21 giorni di distanza), secondo gli studi, è del 90%. L’efficacia è quindi paragonabile a quella dei vaccini a mRNA. Vorrei ricordare che non esiste alcun vaccino, e non parlo solo di quelli contro il Covid, che protegga dall’infezione al 100%. I vaccini proteggono dalla malattia ma non dall’infezione. Un soggetto può, infatti, contrarre l’infezione ma non accorgersene e se vaccinato non va incontro alle complicanze della malattia”.

Quali sono gli effetti collaterali del vaccino di Novavax?

“Gli eventi avversi di Nuvaxovid osservati negli studi sono stati in genere di entità lieve o moderata, tra questi mal di testa, nausea o vomito, dolori muscolari e articolari, dolorabilità o dolore nel sito di iniezione, stanchezza e malessere. Non sono stati registrati eventi avversi importanti”.

Nuvaxovid si basa su una tecnologia completamente differente dall'RNA messaggero (vaccini Moderna e Pfizer). Può spiegarci quali sono le differenze con questi vaccini?

“L’RNA messaggero contiene l'informazione che fornisce istruzioni alle cellule umane per la sintesi della proteina Spike, contro cui poi il sistema immunitario produce anticorpi. Nel caso del Novavax questa proteina è contenuta nel vaccino, viene, quindi, introdotta nelle cellule dall’esterno”.

Il nuovo vaccino di Novavax è differente anche dai vaccini a vettore virale, quali Astrazeneca e Johnson&Johnson. Può spiegarci quali sono le differenze?

“L’obiettivo di queste tre famiglie di vaccini è sempre lo stesso: far entrate in contatto le cellule umane con la proteina Spike, la quale o viene introdotta dall’esterno (vaccino proteico) o dall’interno (vaccino adenovirus e vaccino mRNA). Nello specifico, nel vaccino adenovirus a trasportare l’informazione genetica (le istruzioni da fornire alle cellule per produrre la Spike e quindi stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi verso di essa) è un virus difettivo, in genere adenovirus (o virus del raffreddore). A differenza dell’mRNA, quindi, non utilizza l’RNA messaggero ma un altro vettore, un virus difettivo”.

E in cosa si differenzia dai vaccini con virus inattivato o attenuato, come Sinovac (il vaccino cinese)?

“Con questi vaccini viene inoculato nell’organismo l’intero virus con tutte le sue componenti: il virus, però viene inattivato (ottenuto a dal virus ucciso) o attenuato (ottenuto da virus vivi, ma privati del loro potere patogeno, quindi resi incapaci di causare malattia). Si tratta di vaccini meno efficaci e con problemi di tollerabilità e di effetti collaterali importanti”.

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