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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il caso clinico

Dopo una ferita alla testa ha iniziato a vedere il mondo sottosopra: la storia del paziente M

Uno dei casi più singolari e strani di lesione cerebrale mai descritto, rispolverato in un nuovo studio, che ha ispirato la teoria della dinamica cerebrale

Immagina di vedere un mondo sottosopra in cui il cielo è al posto del prato e il pavimento al posto del soffitto. No, non è una serie tv, né un film di fantascienza, ma il caso del paziente M (la sua identità non è nota): uno dei casi più singolari e strani di lesione cerebrale riportati nella letteratura scientifica. Colpito alla testa da uno sparo nel 1938 durante la guerra civile spagnola, l’uomo riprese conoscenza dopo due settimane, ma vedeva il mondo al contrario. Al paziente M sembrava che le persone e gli oggetti provenissero dalla parte opposta rispetto a dove si trovavano effettivamente, una percezione che riguardava anche i sensi dell’udito e del tatto. Ad accorgersi di questo cambiamento sconvolgente fu il medico che al tempo lo seguiva, Justo Gonzalo Rodríguez-Leal. Il proiettile, probabilmente sparato dai franchisti, secondo l'esperto aveva parzialmente danneggiato la corteccia cerebrale nella regione parieto-occipitale sinistra, la cui attività principale è l’elaborazione della visione. Il paziente M, che tendeva a minimizzare i suoi disturbi con cui ha convissuto per tutta la vita, è stato seguito e studiato da Gonzalo fino alla sua morte nel 1986: uno studio durato ben 50 anni che ha consentito di far luce sul funzionamento del cervello umano.

Dopo molti anni dalla sua morte, la figlia di Gonzalo, Isabel Gonzalo, fisica e professoressa all’Università Complutense di Madrid, ha deciso di rispolverare gli archivi del padre, scatoloni con centinaia di documenti e foto, con l’obiettivo di ricostruire il caso facendosi aiutare da Alberto García Molina, neuropsicologo dell'Institut Guttmann, un ospedale di Barcellona specializzato nella riabilitazione di persone con danni cerebrali. Il risultato di questo viaggio nel passato è un nuovo lavoro pubblicato sulla rivista Neurologia. "Mio padre - ha ricordato Isabel - ammirava il paziente M, perché era una persona molto brillante, capace di prendersi cura di sé e di lavorare nei campi". 

Oggetti capovolti e triplicati: gli strani sintomi del paziente M

In 50 anni di studio Gonzalo ha registrato e descritto un insieme di sintomi bizzarri manifestati da quel paziente che è poi diventato un suo caro amico. Nei suoi appunti riporta che l'uomo era in grado di leggere l'ora su un orologio da polso da qualsiasi angolazione, vedeva oggetti triplicati e percepiva i colori come se fossero ‘scollegati’ dagli oggetti stessi. Il mondo non gli appariva solo capovolto, ma anche al contrario. Aveva una sorta di visione invertita: il paziente M era capace di leggere lettere e numeri stampati sia normalmente che al contrario, senza che il suo cervello percepisse alcuna differenza. E, ancora, vedeva uomini lavorare a testa in giù su un’impalcatura. Ad essere invertite erano anche le percezioni uditive e tattili, tanto che i suoni e i tocchi apparivano nella sua mente dalla parte opposta.

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La vecchia teoria cerebrale 

Negli anni ‘40 si credeva che il cervello fosse costituito da regioni ben distinte con funzioni molto precise. "Il cervello era visto come piccole scatole - ha detto il neuropsicologo Alberto García Molina, dell'Institut Guttmann in Spagna -. Quando si modificava una scatola, si supponeva che ci fosse un deficit concreto". Per il dottor Gonzalo, le teorie modulari non potevano spiegare le domande emerse con il paziente M, quindi iniziò a creare la sua teoria della dinamica cerebrale, rompendo con la visione egemonica su come funziona il cervello.

La "nuova" teoria delle dinamica cerebrale

Studiando il paziente M, ma anche altri pazienti con lesioni cerebrali, Gonzalo ipotizzò nel suo libro Cerebral Dynamics, pubblicato in due volumi tra il 1945 e il 1950, che il cervello non fosse diviso in regioni distinte, ma che le sue funzioni fossero distribuite in gradienti, con transizioni graduali (ovvero collegate tra loro con capacità di adattamento sorprendenti): è la teoria della dinamica cerebrale. Secondo il ricercatore, gli effetti del danno cerebrale dipendevano dalle dimensioni e dalla posizione della lesione: l’entità condiziona l’intensità del disturbo, mentre la posizione, il tipo di disturbo.

Gonzalo ha anche dimostrato che queste lesioni non distruggono funzioni specifiche, ma influenzano l'equilibrio di una varietà di funzioni, come nel caso del paziente M. A tal proposito ha identificato tre sindromi: centrale (interruzioni su più sensi), paracentrale (come quella centrale, ma con effetti che non sono distribuiti uniformemente) e marginale (che colpisce i percorsi cerebrali per sensi specifici). Quello di Gonzalo è stato un lavoro pionieristico basato su un caso incredibile, che ha rivoluzionato il modo di osservare il funzionamento cerebrale.

Foto delle lesioni cerebrali del paziente M: a) le frecce indicano le cicatrici dall'entrata e dall'uscita del proiettile che ha causato la lesione del paziente M; b) le aree ombreggiate mostrano le probabili aree di lesioni nel cervello. (García-Molina et al., Neurologia, 2023)

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