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Venerdì, 19 Aprile 2024
Sindrome post orgasmica

Quando sei allergico al tuo sperma: cos’è la sindrome post orgasmica

Una condizione che colpisce gli uomini subito dopo l'eiaculazione scatenando sintomi simil-influenzali o simil-allergici che possono durare fino a sette giorni prima che si risolvano spontaneamente

Le disfunzioni sessuali posso comprendere una serie di disturbi e dipendere da diverse cause, sia fisiche che psicologiche. Una delle cause meno note è la sindrome da malessere post orgasmico o sindrome post orgasmica (post orgasmic illness syndrome, POIS): una condizione che colpisce gli uomini subito dopo l'eiaculazione scatenando sintomi simil-influenzali o simil-allergici che possono durare fino a sette giorni prima della risoluzione spontanea. La POIS, descritta per la prima volta nel 2002 dallo psichiatra olandese Marcel D. Waldinger, riguarda per ora solo una sessantina di casi clinici, tuttavia potrebbe essere più diffusa di quanto si pensi. La sua origine rimane ancora sconosciuta, ma esistono alcune teorie: la più accreditata sostiene che i sintomi derivino da reazioni allergiche di tipo I (anafilattica) e di tipo IV (ritardata) al proprio sperma.

Pertanto, proprio perché la sua eziologia non è ancora chiara, viene diagnosticata raramente, e non esiste ancora una terapia efficace. Diversi casi clinici suggeriscono che la desensibilizzazione (iniettare nei pazienti sperma autologo diluito, aumentando progressivamente la concentrazione in base alla risposta clinica) o la terapia ormonale potrebbero essere trattamenti efficaci, tuttavia sono di natura sperimentale e non sottoposti a studi controllati con placebo. Ora un gruppo di urologi della William Beaumont School of Medicine dell'Università di Oakland (Stati Uniti), dopo aver preso in cura un paziente affetto da POIS, hanno scoperto che un semplice antistaminico da banco è in grado di ridurre il 90% dei sintomi, consentendo a chi ne soffre di tornare ad avere una regolare vita sessuale. Il case report è stato pubblicato su Urology Case Reports.

La sindrome da malattia post-orgasmica

Utilizzando i dati di uno studio che ha coinvolto 45 uomini caucasici olandesi con POIS, lo psichiatra Marcel D. Waldinger ha individuato 5 criteri preliminari per diagnosticare questa condizione:

  1. Uno o più dei seguenti sintomi: sensazione di uno stato simil-influenzale, estremo affaticamento o esaurimento, debolezza muscolare, esperienze di febbre o sudorazione, disturbi dell'umore e/o irritabilità, difficoltà di memoria, problemi di concentrazione, linguaggio incoerente, congestione nasale o naso che lacrima, prurito agli occhi.
  2. Tutti i sintomi si manifestano immediatamente (es. secondo), presto (es. minuti) o entro poche ore dall'eiaculazione iniziata dal coito e/o dalla masturbazione e/o spontaneamente (es. durante il sonno).
  3. I sintomi si verificano sempre o quasi sempre, ad esempio in più del 90% degli eventi di eiaculazione.
  4. La maggior parte dei sintomi dura circa 2-7 giorni.
  5. I sintomi scompaiono spontaneamente.

Il caso

Un uomo sano di 27 anni si è presentato al dipartimento di Urologia della William Beaumont School of Medicine dell'Università di Oakland con un disturbo insolito. Negli ultimi nove anni, dopo l'eiaculazione, lamentava sintomi simil-influenzali, tra cui tosse, linfonodi ingrossati, una reazione simile all'orticaria sugli avambracci e starnuti. La sintomatologia si presentava indipendentemente dal fatto che l'eiaculazione provenisse dalla masturbazione o da un rapporto sessuale. Il paziente ha riferito agli urologi che i sintomi erano iniziati quando aveva 18 anni poco dopo aver avuto una sospetta epididimite (gonfiore doloroso dei tubi nei testicoli) poi curata farmacologicamente. A causa dei suoi sintomi il paziente ha evitato qualsiasi attività sessuale o relazione sentimentale per anni. 

Secondo gli urologi è possibile che la sindrome si manifesti in seguito a un'infezione o una lesione ai testicoli, che può portare alla fuoriuscita di piccolissime quantità di sperma nel flusso sanguigno. Questa condizione fa sì che il corpo risponda innescando una reazione allergica.

Quando l'organismo riconosce la presenza nel corpo di sostanze estranee, attiva le cellule immunitarie che le attaccano. "Esistono cellule speciali chiamate cellule di Sertoli - hanno spiegato gli urologi - che nutrono e circondano lo sperma e lo mantengono isolato dalle cellule immunitarie. Quando queste vengono danneggiate, lo sperma viene esposto al sistema immunitario per la prima volta e attacca il fluido seminale come se fosse un virus o un batterio estraneo". Da qui, probabilmente, origina la sindrome da malessere post orgasmico.

Dalla diagnosi alla cura

Il paziente, negli anni precedenti, era stato visitato da diversi specialisti tra cui tre urologi, un otorinolaringoiatra, uno specialista in malattie infettive e un allergologo. Ma, data la poca conoscenza riguardo la sindrome POIS, nessuno era stato in grado di individuare l’origine dei disturbi e suggerire una cura efficace. Solo gli urologi della William Beaumont School of Medicine dell'Università di Oakland sono riusciti a individurare l'origine del problema diagnosticandogli la sindrome della malattia post orgasmica (POIS), e a trovare una cura che ne alleviasse i sintomi.

I medici hanno prima prescritto al paziente una dose giornaliera di difenidramina (un farmaco antistaminico) e raccomandatogli di aumentare gradualmente la frequenza degli orgasmi. Solo successivamente gli hanno prescritto una dose di fexofenadina da 180 mg.

Il trattamento ha ridotto il 90% dei sintomi

Il trattamento più efficace è stato quello a base di fexofenadina giornaliera, che ha portato a un miglioramento del 90% dei sintomi post-eiaculatori, tra cui l'eruzione cutanea e i linfonodi ingrossati. Questo miglioramento ha permesso al paziente di riprendere l'attività sessuale. “È interessante notare - hanno sottolineato gli urologi - che quando il nostro paziente ha assunto la difenidramina, non ha ottenuto molti miglioramenti sintomatici nonostante meccanismi d'azione simili. Ciò potrebbe essere spiegato dalla breve emivita (tempo che occorre perché la concentrazione di un farmaco nel sangue si riduca alla metà) della difenidramina e dal breve tempo per raggiungere il picco delle concentrazioni sieriche di 2 ore. Pertanto, al fine di mantenere livelli adeguati, sarebbero necessarie dosi ogni 2-3 ore, 24 ore su 24, che potrebbero comportare una sedazione e una compromissione significative. Al contrario, la fexofenadina è ad azione prolungata e non sedativa, il che la rende più facilmente tollerabile con un regime regolare”.

La fexofenadina è un farmaco relativamente sicuro, poco costoso e ben tollerato, tuttavia sono necessari ulteriori studi sui pazienti POIS prima che possano essere valutati i suoi benefici terapeutici in questi soggetti. “Il case report - hanno concluso i ricercatori - ha comunque dimostrato la fattibilità del trattamento di una malattia complessa con un semplice farmaco e si spera verrà replicata in futuri pazienti”.

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