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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cancro e sesso orale

Il sesso orale è tra le prime cause del cancro alla gola

Secondo una ricerca, avere più di 10 partner con i quali si è praticato sesso orale aumenta di oltre quattro volte il rischio di cancro a bocca o gola collegato all’HPV. La vaccinazione resta l'unica arma di prevenzione soprattutto nei più giovani

In Italia l'8,5% di tutti i tumori è causato da virus. Tra questi c’è l’ormai noto papilloma virus umano (HPV) che comprende una grande famiglia di oltre 120 ceppi (non tutti associati allo sviluppo di una neoplasia). I ceppi 16 e 18, in particolare, sono responsabili della quasi totalità dei tumori della cervice uterina, di circa il 95% dei tumori dell'ano, del 65% di quelli vaginali, del 50% di quelli della vulva e del 35% di quelli al pene. Ma l'HPV può infettare anche bocca e gola e provocare neoplasie del cavo orofaringeo. Il virus viene trasmesso alla bocca e alla gola attraverso il sesso orale, e avere rapporti con più partner non può che esporre a una maggiore probabilità di contrarre l'infezione.

A tal proposito uno studio, pubblicato sulla rivista Cancer nel 2021, dell’American Cancer Society, ha scoperto che avere più di 10 partner con i quali si è praticato sesso orale aumenta di oltre quattro volte le probabilità di ammalarsi di cancro alla bocca o alla gola collegato all'HPV. E il pericolo cresce ulteriormente per chi ha iniziato da molto giovane ed ha avuto più compagni in tempi brevi. Negli ultimi dieci anni i tumori orofaringei (tonsille e gola) sono aumentati a livello globale del 300%, soprattutto in relazione all’aumento di infezioni da HPV, responsabile, in Italia, del 40% dei casi (percentuale che sale al 70% negli Stati Uniti). L'aumento è certamente dovuto a una vita sessuale sempre più attiva e promiscua favorita anche dalle nuove app di incontri come ad esempio Tinder o Grindr.

Cancro orofaringeo e sesso orale

Il papilloma virus è tra i maggiori responsabili di questa forma di cancro, in aumento soprattutto fra gli uomini giovani e di mezza età, non fumatori e di ceto sociale medio alto. Il virus viene trasmesso alla bocca e alla gola attraverso il sesso orale: spesso l’infezione è asintomatica ma talvolta può dare sintomi come mal di gola, spesso irradiato all'orecchio, difficoltà nella deglutizione e lesione vegetante o ulcerata alla tonsilla o alla base della lingua. Per questo motivo, avere rapporti orali con partner multipli e soggetti a rischio aumenta la possibilità di contrarre il virus.

Tuttavia, la maggior parte dei pazienti che contraggono l’infezione la supera senza neppure accorgersene (circa il 90% delle infezioni ha un decorso spontaneo). Per motivi sconosciuti, invece, alcune persone non sono in grado di guarire e il virus si annida nelle cellule creando una sorta di stimolo infiammatorio cronico che negli anni provoca danni cellulari fino allo sviluppo del tumore. La buona notizia è che i tumori dell'orofaringe sono curabili (i pazienti rispondono meglio ai trattamenti oncologici rispetto a chi ha lo stesso tumore non HPV), sebbene la diagnosi precoce sia particolarmente difficile perché non è disponibile un test analogo al THIN Prep utilizzato per la diagnosi del carcinoma della cervice uterina.

Articolo: Papilloma virus nell'uomo, quali sono i sintomi e come prevenire l'infezione

L’importanza della vaccinazione contro l’HPV

I tumori orofaringei provocati dal papilloma virus si possono prevenire astenendosi da fumo e alcol e soprattutto vaccinandosi contro l’HPV. In Italia il Ministero della Salute offre la vaccinazione gratuitamente a tutti gli adolescenti, tra 11 e 12 anni, prima dell'età di un possibile contagio, e quando la risposta immunitaria è migliore e il beneficio è quindi massimo. Il vaccino viene somministrato in due dosi a distanza di 6 mesi: se il ciclo vaccinale inizia dopo il compimento dei 15 anni, le dosi previste sono tre. Studi epidemiologici hanno dimostrato che la vaccinazione contro l'HPV riduce la prevalenza delle infezioni nel cavo orale/faringe dell’88-93%. 

“La vaccinazione - sottolinea il Prof. Giuseppe Spriano, responsabile Otorinolaringoiatria dell’IRCCS Humanitas - oggi rappresenta l’arma di prevenzione più importante contro questi tumori, ma la copertura è ancora lontana da quella auspicata, soprattutto nei maschi che sono maggiormente colpiti dai tumori alla gola. La riduzione d’incidenza legata all’immunizzazione della vaccinazione richiederà comunque decenni e solo dopo il 2060 potremo assistere ad una diminuzione di questi tumori”.

Articolo: Non masturbarsi (per 90 giorni) fa male alla salute: cos'è il movimento NoFap

Anche i ragazzi devono vaccinarsi

Proprio in vista dell’aumento esponenziale dell’incidenza dei tumori orofaringei causati dall'HPV negli ultimi anni, la vaccinazione è offerta in Italia (come in altri Paesi), non solo alle femmine (dal 2008), ma anche ai maschi (dal 2018) a partire dagli 11 anni di età. “Studi - ha affermato il Prof. Hisham Mehanna dell’Istituto del Cancro e delle Scienze Genomiche dell’Università di Birmingham - suggeriscono che nei Paesi in cui c’è un'elevata copertura vaccinale nelle ragazze (oltre l'85%), anche i ragazzi sono protetti grazie all’immunità di gregge. Vaccinando entrambi, si spera che questo possa portare in pochi decenni alla riduzione del cancro orofaringeo”.

“Tuttavia – continua Mehanna -, questa protezione esiste solo se si rimane all'interno del "gregge" coperto. In una epoca, come questa, di viaggi internazionali, è facile fare sesso con qualcuno di un altro Paese con bassa copertura vaccinale nelle ragazze. Questa considerazione ha portato diversi Paesi, tra cui il Regno Unito, l'Australia e gli Stati Uniti (dove la copertura è solo del 54,3%), a mettere in atto una politica di vaccinazione neutrale rispetto al genere, e cioè che include anche i ragazzi”.

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