La differenza tra vagina e vulva: quali sono gli organi interni ed esterni (che pochi conoscono)
“La donna moderna dovrebbe non solo conoscere al meglio il proprio organo sessuale da un punto di vista anatomofisiologico, ma acquisire anche una maggiore consapevolezza erotico-sessuale". L'intervista allo psicoterapeuta e sessuologo Fabrizio Quattrini
Come sottolinea l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la salute sessuale “non è semplicemente l’assenza di malattia, ma uno stato di benessere fisico, emozionale, mentale e sociale in relazione alla sessualità, […] e prevede la possibilità di accedere a esperienze sessuali sicure e piacevoli, libere da ogni forma di coercizione, discriminazione e violenza”. Al centro della salute sessuale, dell’uomo e della donna, non vi è, quindi, solo l’integrità anatomo-funzionale degli organi genitali, ma anche e soprattutto la soddisfazione sessuale dell’individuo dal punto di vista fisico, emotivo e sociale. Ma, per raggiungere questa condizione di salute sessuale è fondamentale conoscere in maniera approfondita il proprio organo genitale. Se la sessualità maschile è da sempre al centro dell’interesse scientifico, quella femminile ha iniziato a ricevere l’attenzione necessaria da poco meno di un ventennio. Quella che riguarda le donne rappresenta infatti la parte più moderna della sessuologia, e, da un certo punto di vista, è ancora un campo da esplorare. A determinare questo un enorme ritardo nella ricerca sulla sessualità femminile, e a far sì che ancora oggi le donne abbiano difficoltà a parlare apertamente e liberamente del proprio apparato genitale, e della propria sessualità, sono i limiti sociali e culturali legati a una cultura di stampo fortemente maschilista e patriarcale.
“Nonostante la ricerca negli ultimi anni abbia permesso di comprendere meglio alcune caratteristiche dell'organo sessuale femminile, ancora non chiarissime fino a un pò di tempo fa – spiega a Today il prof. Fabrizio Quattrini, psicoterapeuta, sessuologo e presidente dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica di Roma -, le donne ancora oggi sono poco predisposte a conoscere e indagare il proprio apparato genitale. Questo atteggiamento è legato al fatto che la nostra cultura di riferimento è una cultura maschilista, eterosessista e patriarcale, e che porta ancora oggi, anche nelle giovanissime, a negare la possibilità di mettere in discussione la propria sessualità. Le donne negano l’auto-osservazione, sottoforma di autostimolazione in età evolutiva e successivamente di autoerotismo, e quindi la possibilità di una maggiore consapevolezza e conoscenza del proprio organo sessuale e corporeo. In realtà, negli ultimi tempi il mondo femminile ha sicuramente imparato a conoscersi di più, ad entrare in contatto in maniera molto più chiara e precisa con la propria genitalità e, quindi, con il proprio piacere, ma ad oggi ci sono ancora donne che tendono ad ostacolarsi, a non riuscire a capire l’importanza di una sana educazione al proprio corpo e alla propria sessualità che garantisca il vero cambiamento”.
Prof. Quattrini, proviamo a sfatare falsi miti e imbarazzi su questa parte del corpo della donna ancora avvolta da un alone di ignoranza e mistero. L’apparato genitale femminile si suddivide in interno ed esterno. Da quali organi ed elementi è costituita la parte interna?
“Partendo dal presupposto che la parte interna è quella più conosciuta perché appartiene anche alla dimensione della procreazione, credo sia opportuno fare chiarezza su alcune aree importanti che vanno a caratterizzare l’apparato genitale femminile interno, cioè la vagina. Partiamo dal canale vaginale che si dirige verso il collo dell’utero, successivamente troviamo l’utero e le ovaie, che sono collegate all’utero dalle tube di Falloppio (due organi tubolari pari e simmetrici che collegano l'ovaio alla cavità uterina). Si tratta di un apparato perfetto per quanto riguarda la dimensione procreativa se pensiamo che all’interno dell’utero, dove è posizionato anche l’endometrio, origina il ciclo ovarico della donna: all’incirca ogni 28 giorni, la donna in età fertile (dalla pubertà fino all’inizio della menopausa), produce degli ovociti che le permetterà, in un eventuale rapporto sessuale non protetto con un uomo che produce liquido spermatico, di generare una nuova vita. Ma ci sono anche altre aree importanti dell’apparato genitale interno femminile, forse meno conosciute ma fondamentali per la porzione esterna, come le radici del clitoride (porzione interna del clitoride) che sono molto importanti perchè durante la penetrazione, la stimolazione di queste può permettere il raggiungimento del piacere orgasmico”.
E da quali organi ed elementi è costituita la parte esterna, visibile e maggiormente coinvolta dall’igiene personale?
“La parte esterna viene definita vulva, ovvero i genitali esterni femminili. Esternamente sono visibili solo le grandi labbra che sono separate. Per osservare le altre porzioni esterne, ma nascoste dalle grandi labbra, bisogna mettere la donna in quella che viene definita 'posizione ginecologica'. Le altre porzioni della vulva sono le piccole labbra, che possono essere simmetriche e asimmetriche rispetto alla porzione che sporge all’esterno della vulva, l’apertura uretrale dal quale fuoriesce l’urina, l’ingresso vaginale, il vestibolo, e poi il clitoride (o la clitoride), una porzione di un organo estremamente sensibile che gioca un ruolo fondamentale, se stimolato adeguatamente, nel raggiungimento dell’orgasmo e quindi del piacere nella donna. Per quanto riguarda il clitoride possiamo dire che è una struttura molto simile al pene maschile oppure che il pene maschile è molto simile al clitoride femminile: questo è un dilemma legato alla nostra cultura di riferimento, patriarcale e maschilista, che ci impone un’unica visione (il clitoride è molto simile al pene e non viceversa). Ma al di là di questo discorso, quel che ci interessa è che la similitudine tra i due organi è davvero molto forte perché il clitoride nella sua struttura è caratterizzato da un glande, un corpo e un’asta, un prepuzio, che in qualche modo ricopre il glande del clitoride, due corpi cavernosi e un corpo spongioso (strato di tessuto discontinuo) che si dirigono all’interno dell’apparato genitale femminile attraverso le radici del clitoride che, come abbiamo detto, permettono, durante la stimolazione interna, il raggiungimento del piacere”.
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Quali sono le principali attività dell’apparato genitale femminile?
“La prima che mi verrebbe da rimarcare come fondamentale e necessaria, importante e utilissima dal punto di vista sessuale, è quella del piacere, nel senso che l’apparato genitale femminile, essendo estremamente innervato, in particolare la zona del clitoride (dove ci sono 8000 terminazioni nervose), permette alla donna, se stimolata adeguatamente, di raggiungere il piacere orgasmico. Un'altra attività dell’apparato genitale femminile, in seconda battuta (ma solo perché nel tempo è sempre stata considerata in prima battuta), è quella della gravidanza e della procreazione. Altre caratteristiche importanti dell’apparato genitale femminile riguardano alcune muscolature della zona perineale, che, se allenate e adeguate in maniera funzionale, permettono di generare una maggiore elasticità della vulva, della zona interna della vagina, della parte uterina, ma anche di quelle che potrebbero essere delle caratterizzazioni importanti soprattutto della donna che va incontro all’età avanzata, evitando eventuali prolassi a livello uterino oppure situazioni di incontinenza rispetto alla porzione della vescica”.
Ogni donna dovrebbe imparare a conoscere il proprio organo sessuale. In che modo può esplorare la propria vagina? Può dare qualche suggerimento alle donne che ci leggono?
“Conoscere il proprio organo sessuale è un aspetto molto importante nella donna moderna e nelle giovani donne, che non solo dovrebbero comprendere al meglio come sono fatte da un punto di vista anatomofisiologico, ma indagare anche, e soprattutto, quali sono le sensazioni del piacere. In che modo esplorare la propria vagina? Uno degli esercizi che noi sessuologi suggeriamo alle nostre pazienti è quella di avvicinarsi alla porzione esterna della vulva molto delicatamente attraverso un piccolo specchio, prima per osservarsi, e quindi comprendere al meglio come è fatta la propria vulva, e poi facendo un confronto costruttivo con immagini di altre vulve che non devono essere né pornografiche né troppo scientifiche. L’approccio non deve essere quello tipico degli uomini, nei quali il confronto sulla dimensione del pene può generare la famosa 'sindrome da spogliatoio', ma deve consentire una conoscenza delle proprie potenzialità per una maggiore rappresentazione del proprio piacere o della propria consapevolezza erotico-sessuale. Successivamente, poi, può essere suggerito un ulteriore esercizio, sempre insieme allo specchio, per esplorare, sempre delicatamente, le varie aree della porzione interna, inserendo un dito nella vagina, e riuscendo così a comprendere al meglio quelle che sono, anche attraverso il tatto, le consistenze o comunque le caratteristiche dell’area genitale che spesso la donna non conosce nonostante sia abituata a lavarsi ma non a porre l’attenzione giusta rispetto ai propri genitali”.