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Mercoledì, 24 Aprile 2024
4 Zampe all'improvviso

4 Zampe all'improvviso

A cura di Sonia Di Palma

Giuly, il cane che aveva paura di salire in automobile

La storia di Giuly è una delle più indicative per chi aiuta i nostri amici a recuperare e riscattare una vita che inizialmente era stata terribile e sfortunata. Giuly è una podenco di circa 3 anni, adottata dalla Spagna. La sua storia è, purtroppo, una delle tante di maltrattamenti e per fortuna riscatto. Tenuta a catena per tutta la sua esistenza, isolata, cibata con scarti di alimenti umani, tra cui quasi sempre patatine fritte (!!!), ha subito la cattiveria di un cacciatore che era l’umano che avrebbe dovuto darle l’amore e la gioia di un amico per tutta la vita.

Oggi Giuly è in Italia, amata e seguita da una famiglia che ha deciso di adottarla e aiutarla nel suo necessario percorso di recupero fisico e psicologico. 
Giuly non conosceva nulla. Non aveva mai visto la città, una casa, una cuccia, persone o altri animali con cui poter giocare, ma aveva tanta voglia di contatto umano e di correre libera, seguendo il suo istinto di caccia.
Dopo alcuni mesi, attraverso la pazienza e l’amore, con un percorso educativo, Giuly ha imparato ad essere serena e a rapportarsi a tutte le novità cui andava incontro, nel migliore dei modi.

Ultimo ostacolo, il più duro di tutti, la paura dell’auto. Una paura che non era semplicemente dovuta alla non conoscenza di ciò che non aveva mai visto. Quella di Giuly era qualcosa di molto più profondo, esprimendo un disagio solo immaginabile e dovuto al suo passato. All’avvicinarsi a un’auto, Giuly iniziava a tremare, coda tra le zampe, occhi sbarrati, orecchie indietro, cercando di indietreggiare. Non conosciamo la sua storia precedente, ma probabilmente l’auto per Giuly aveva un ricordo traumatico.

Il lavoro fatto su Giuly in questo frangente è stato un po’ più lungo dei precedenti, in cui la piccola aveva mostrato un apprendimento incredibilmente veloce e direi “appassionato”. Giuly doveva essere ora aiutata a chiudere il suo percorso e soprattutto crescere a questo punto, in autostima.
Non sapremo mai cosa rappresentasse per lei l’auto, ma l’obiettivo era che Giuly fosse serena, identificasse l’auto come un elemento non di paura, ma di opportunità. Perché l’auto doveva diventare “uscite, mamma e papà insieme verso parchi e viaggi e giochi”.

Il primo passo è stato molto graduale e in totale sicurezza: la piccola aveva un guinzaglio lungo, permettendole così di sentirsi libera di muoversi a suo piacimento, senza alcuna forzatura. Durante le passeggiate ci si è avvicinati “casualmente” all’auto, senza mai forzare la paura di Giuly, la distanza a cui tenersi la decideva lei. Nel momento in cui era più tranquilla, riceveva un “brava”. Ricordo che con Giuly era già in atto un suo percorso educativo e il brava per lei aveva un forte valore premiante.
Dopo i primi approcci ci si allontanava e si faceva un ulteriore giro per tornare accanto all’auto, cercando di usare anche altri premi, in questo caso un bocconcino o un gioco.

Quando Giuly ha iniziato ad avere una distanza più confidenziale (nel suo caso mezzo metro), individuato in lei il premio più adatto quale il cibo, le sono stati offerti dei bocconcini stando seduti a terra proprio vicino all’auto. In questo modo Giuly timidamente ha iniziato ad avvicinarsi per prendere cibo (spesso dalla mano) e carezze proprio accanto a ciò che la spaventava. 
Superato anche questo step, è stata aperta la portiera. L’obiettivo finale era che Giuly entrasse da sola in auto. Piccoli premi sono stati quindi posizionati lungo i bordi, facendo in modo che lei si avvicinasse delicatamente per poterli prendere. Alternando premi e carezze, senza mai forzare i suoi tempi e la sua attenzione, Giuly in tre incontri focalizzati solo sull’auto,è riuscita ad entrare sul veicolo salendo inizialmente sui sedili. E’ stato scelto volontariamente di farle letteralmente esplorare l’auto in ogni modo. Giuly aveva un nuovo gioco, una vera e propria pista dove poter esprimere anche la sua natura di cacciatrice. Premi in cibo e giochi venivano lanciati e/o nascosti nell’auto, stimolandola così a una vera e propria caccia al tesoro all’interno di ciò che un tempo era una specie di mostro per lei.


Questi approcci sono stati ovviamente ripetuti alternando momenti e luoghi in cui fosse posizionata l’auto. La costanza, la pazienza e la dedizione, hanno permesso così a Giuly di essere in totale confidenza con l’auto. Ora entra saltando e scodinzolando (mentre i primi approcci erano sempre a coda tra le zampe), serena e pronta a nuove avventure!

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