La rilevazione sugli asili nido comunali, “C’è un nido?” realizzata dall’Osservatorio nazionale prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva attesta che il servizio è molto carente e ha prezzi molto diversi a seconda della Regione in cui viene fornito.

Gode del servizio di asilo nido comunale meno del 12% dei bimbi fra 0 e 2 anni, secondo i dati Istat. La percentuale varia molto da Regione a Regione: si va dal 24,8% dell’Emilia Romagna al 2% della Campania. Circa il 20% dei bambini è in attesa di un posto in un nido comunale, ma anche qui le differenza sono notevoli a seconda della Regione: le attese sono del 67% in Basilicata e del 51% in Valle D’Aosta. Solo l’87% dei comuni capoluogo fornisce servizio a tempo pieno, mentre città come Potenza, Matera, Bari, Brindisi, Lecce, Cagliari, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa, Crotone garantiscono solo l’orario ridotto di sei ore.

Il costo mensile dei nidi comunali va da 100 euro (a Catanzaro) a 515 euro (a Lecco) e differenze notevoli ci sono anche fra le Regioni: la più costosa è la Valle d’Aosta con una media di 440 euro, la più economica è la Calabria con 164 euro (ma a livello nazionale qui in un anno c’è stato l’aumento più consistente, più 18%). Fra le città più care, fra quelle che offrono il tempo pieno, ci sono Lecco, Sondrio, Belluno, Cuneo, Alessandria, Imperia, Cremona, Trento, Aosta e Mantova, con costi che vanno dai 427 euro di Mantova ai 515 di Lecco. Fra le città meno care ci sono invece Catanzaro, Vibo Valentia, Roma, Trapani, Chieti, Campobasso, Venezia, Napoli, Salerno e Macerata. Nella Capitale il costo mensile medio di un nido è di 146 euro, a Venezia di 209 euro, a Napoli di 210 euro.

La retta media mensile per un bimbo al nido comunale è di 311 euro, un costo che incide del 12% sulla spesa sostenuta ogni mese da una famiglia. Fra i capoluoghi di provincia 14 hanno aumentato le rette: l’incremento record a Cosenza (+117,3%), quello minimo a Trieste (+0,5%).