Secondo Federconsumatori, le tariffe dei servizi essenziali (elettricità, gas, acqua, eccetera) sono aumentate il doppio dell’inflazione, cioè del costo della vita, in 10 anni. E di conseguenza sono andati aumentando i casi di morosità, di richieste di dilazione dei pagamenti dovuti e perfino di cessata erogazione del servizio (non pagato).

Le tariffe sono aumentate del 34,35%, l’inflazione solo del 15,7% e il costo dei servizi per i quali si pagano le tariffe incide quindi sempre di più in percentuale sul bilancio delle famiglie.

Per l'acqua potabile la tariffa è quasi raddoppiata (+89,2%) ma  pesanti rincari si sono avuti anche per la raccolta dei rifiuti (+52,1%), i trasporti ferroviari (+46,2%), i pedaggi autostradali e i parcheggi (+42,5%), i servizi postali (+41,5%), i trasporti urbani (+29,3%), i taxi (+26,5%) e l’energia elettrica (+24,4%). Registra una crescita moderata, a seguito della eccessiva offerta e calo dei consumi, la tariffa del gas: +7,3%. 

Solo la telefonia ha visto ridursi le tariffe (-15,7%), sia per il fisso che per il mobile.

Ai rincari si è accompagnato un aumento della morosità e delle richieste di sospensione delle forniture o di rateizzazione del pagamento delle medesime. I tassi di morosità si attestano al 4,5% delle utenze per le bollette dell’acqua, al 2,6% per le bollette del gas ed all’1,2% per quelle elettriche  (per quest’ultime 2 si arriva anche al distacco della fornitura).

I crediti non pagati ammonta a 11,8 miliardi equamente ripartiti (5,9 miliardi per ciascuna) tra le utenze elettriche (domestiche e non) e le utenze del gas (domestiche e non).

Il mercato di maggior tutela cesserà di essere in vigore nel 2019 e non più nel 2018, come si era inizialmente ipotizzato. Caratterizzate da un costo maggiore, le tariffe di maggior tutela offrono maggiori certezze sui costi, perché i prezzi sono meno sensibili alle oscillazioni legate ai costi di approvvigionamento.