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Venerdì, 19 Aprile 2024
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A cura di Carlo Sala

Il calcio? In Italia è la gioia del fisco

Il calcio in Italia è una noia sopratutto per lo Stato, secondo quanto emerge dal Report Calcio 2017, predisposto dall’ufficio studi della Figc in collaborazione con Arel (Agenzia di ricerche e legislazione) e PricewaterhouseCooper, che stima l’impatto del pallone su fisco e previdenza dal 2010 al 2014.

Il calcio rende al fisco oltre un miliardo all’anno, praticamente quanto è costata la Tasi agli italiani nel 2016 (1,1miliardi). È quanto Il totale è interessante: dal 2010 non c’è stato anno in cui non si sia superata la soglia del miliardo; nel 2014 il gettito è stato di 1 miliardo 73 milioni e 301.383 euro.

Il calcio ha fruttato 542 milioni di Irpef, 233 di Iva 42 di irap e 6 di Ires nel 2014. Nello stesso anno i versamenti all’Inps sono ammontati a 120 milioni di euro. Il gettito derivante direttamente dalle società ammonta a 944.623.103 euro.

Le scommesse sportive legate al calcio hanno fruttato 128,6 milioni di euro nel 2014 che sono saliti a oltre 131 milioni nel 2016. La Serie A ha generato proventi fiscali per 21,84 milioni di euro, la serie B per 8,292, la Champions League per 7,542, l’Europa League per 5,21

Neppure i calciatori in Italia guadagnano bene: gli strapagati sono 9 su 100 perché dei 3.541 calciatori stipendiati in Italia 330 guadagnano oltre 700mila euro, mentre 1.443 incassano meno di 50 mila euro lordi all’anno. Nel biennio 2015-2016 peraltro il costo del lavoro del settore calcistico è aumentato da 1.528 a 1.633 milioni di euro (+6,9%)

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