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Venerdì, 19 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

La pagella di Cernobbio all’Italia: un affare buono ma non ottimo per chi voglia investire

Come tradizione da qualche anno a questa parte, in occasione del tradizionale appuntamento di Cernobbio, The European House - Ambrosetti ha dato la sua pagella all’Italia e alla sua capacità di attrarre investimenti, analizzando una serie di elementi sintetizzati nel Global Attractiveness Index. Ecco i risultati:.

L’Italia appare un Paese di buona ma non eccelsa attrattività: al 16esimo posto nella classifica mondiale, nel 2017 ha fatto peggio che nel 2016 (quando era al 15esimo posto) ma meglio che nel 2014 (quando si piazzò al  20esimo posto). Come target per gli investitori, l’Italia soffre in particolare nel confronto con Germania e Regno Unito e poi con Francia e Canada.

Tra il 2017 e il 2018 l’Italia ha migliorato solo di poco la sua attrattività: dei 21 fattori presi in considerazione per misurare l’appeal di un Paese, solo 5 sono migliorati rispetto a quanto registrato negli altri Stati economicamente avanzati: flusso di investimenti diretti esteri, flusso di studenti universitari stranieri, total tax rate (benchè, si sottolinea «l’area della tassazione resta tra quelle che impattano maggiormente in modo negativo sulla competitività dell’Italia»), prodotto nazionale lordo pro-capite (28.359 euro, + 2,3%) e numero di laureati. Di contro, sono variati in peggio altri 2 dei 21 fattori che determinano l’attrattività di un Paese: l’Italia ha perso terreno sul fronte dello sviluppo dell’Ict (information and communications technologies) e produttività totale dei fattori.

L’attrattività dell’Italia è minacciata da 3 elementi, secondo il rapporto: la disoccupazione, particolarmente forte al Sud (19,4% contro il 6,9% del Nord), una dotazione infrastrutturale e logistica buona ma non all’altezza dei principali competitors (21esimo posto nel Logistic Performance Index) e una posizione «di retroguardia» per gli investimenti fissi lordi. Nel complesso, all’Italia manca soprattutto efficienza, secondo l’analisi, «intesa - si legge - come l’efficiente ed efficace funzionamento del mercato dei capitali, del lavoro, dei servizi e del sistema istituzionale». La scarsa efficienza viene considerata come conseguenza «delle criticità del Paese in alcune aree chiave che afferiscono all’ottimizzazione del mercato del lavoro, del sistema della giustizia, della Pubblica Amministrazione».

L’Italia è l’unico Paese del G7 che abbia visto rallentare la crescita del Pil nel secondo trimestre di quest’anno, secondo l’Ocse: da +0,3% nei primi 3 mesi dell’anno in corso a +0,2% nei secondi 3 mesi.

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