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Venerdì, 19 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

I conti dei partiti: Fratelli d’Italia in rosso

Conti in rosso per Fratelli d’Italia nel 2017, come attesta il bilancio del partito, ma la pattuglia di 50 eletti rappresenta, secondo quanto si legge nell’illustrazione contabile, la garanzia per il futuro.

L’anno scorso FdI ha avuto un 'disavanzo di gestione' per oltre 16mila euro nonostante il buon risultato del 2xmille (quasi 790mila euro) e contributi di privati e imprese per oltre 126mila euro, Fratelli d'Italia chiude l'ultimo bilancio, quello relativo al 2017, in perdita, con. A pesare sulle casse del partito di Giorgia Meloni, avvertono i tesorieri Marco Marsilio e Antonio Giordano nella nota integrativa al rendiconto d'esercizio, sono stati "l'entrata a regime dell'abolizione del finanziamento pubblico" e il ''clima di crisi economica perdurante" unito alla "generale sfiducia" nei confronti della politica. Il "finanziamento tramite donazioni via telefono fisso e mobile, partito in via sperimentale a maggio 2016'', si legge nelle spiegazioni dei conti, ha ''mostrato una scarsissima utilità e l'entrata a regime a titolo oneroso ha portato a rinunciare a tale strumento per non dover sopportare costi maggiori delle entrate''.

Fdi ha debiti per 152mila euro, 142mila dei quali verso fornitori: quasi 42mila euro è costata la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale della Sicilia, mentre il partito di Meloni ha speso poco più di 61mila euro ''per il personale dipendente'' (6 impiegati di cui 5 part time e 1 full time), oltre 77mila euro ''per acquisti'', compreso il materiale per la propaganda elettorale, e 726mila euro ''per servizi'', una voce che comprende per lo più "l'organizzazione di eventi e manifestazioni''.

Fdi dispone di liquidità per 835mila 834,74 euro, 829mila dei quali costituiti da depositi bancari e postali e 6mila 805 euro da  denaro e valori di cassa. Per ''accrescere la partecipazione attiva delle donne alla politica'' Fdi ha anche un fondo ad hoc, chiamato 'Fondo donne in politica' appunto: al 31 dicembre del 2017, compreso il residuo del 2016, risultano accantonati circa 89mila euro, tutti da ''spendere nel 2018’'. Nel 2017 ''in un'ottica di condivisione e diffusione dei valori e dei principi su cui si fondano i programmi del movimento", Fdi ha ''contribuito economicamente alla realizzazione di iniziative a sfondo sociale, culturale e politico, promosse da associazioni culturali'': in particolare, ha sostenuto 'Gioventù nazionale' con 14mila euro, dato un contributo di 50mila euro ad 'Atreju 2017' e di 500 euro al 'Gruppo storico romano'.

Le quote associative annuali hanno portato entrate per 383mila 248,52 euro: tra i parlamentari, i principali finanziatori di Fdi sono Edmondo Cirelli e Fabio Rampelli (con 13 mila euro), la leader Giorgia Meloni e Bruno Murgia (12mila euro), seguiti da Giovanna Petrenga (11mila euro), Bruno Mancuso e Andrea Putzu (10mila euro). Fanalino di coda Ignazio La Russa (6mila euro). In totale la cifra delle 'donazioni' di deputati e senatori è di 87mila euro. Mentre le cosiddette 'erogazioni liberali' delle 'persone fisiche' ammontano a 120mila 873 euro e quelle delle 'società' sono davvero un nonnulla, appena 50 euro. Per il futuro, il partito ha messo nero su bianco (nella sezione 'evoluzione prevedibile della gestione’), di fare affidamento per lo più sul sostegno economico dei 50 parlamentari (32 deputati e 18 senatori) eletti il 4 marzo, attraverso il versamento della loro 'quota' mensile al partito, che secondo indiscrezioni, ammonta a 1.000 euro (mentre l'una tantum per la candidatura alle politiche, a seconda del posto in lista, può arrivare anche fino a 30mila euro). 
 

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