rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Asso di denari

Asso di denari

A cura di Carlo Sala

Addio voucher, resta il contratto di lavoro a chiamata

Con l'abolizione dei voucher, a partire dall'1 gennaio 2018, la possibilità di svolgere lavori occasionali resta affidata al contratto a chiamata, noto anche con il nome di contratto a intermittenza o 'Job on call', introdotto dalla legge Biagi e in seguito modificato con il Jobs Act.

Il contratto a chiamata consente di svolgere lavoro subordinato  col quale, secondo l’articolo 13 del decreto legislativo 81/2015, il lavoratore si mette a disposizione di un datore di lavoro che può utilizzarne «la prestazione lavorativa in modo discontinuo o intermittente, a seconda delle esigenze individuate dai contratti collettivi anche con riferimento alla possibilità di svolgere le prestazioni in periodi predeterminati nell'arco della settimana, del mese o dell’anno».

Il contratto a chiamata può essere a tempo determinato o indeterminato perché tempi e modi della prestazione di lavoro vengono scelti dal datore di lavoro. Proprio per questo il contratto a chiamata, che può essere sia a tempo determinato che indeterminato, è differente dal lavoro parasubordinato (collaborazioni coordinate e continuative) o dal lavoro autonomo. Per stipulare il contratto occorre avere 24 anni o più di 55 anni, nel primo caso, il contratto è consentito «purché le prestazioni lavorative siano svolte entro il venticinquesimo anno».

Il contratto a chiamata deve essere scritto, non può essere un accordo verbale, e devono essere sempre indicati: la durata, se a tempo determinato o indeterminato; la causale del ricorso al lavoro intermittente; dove e come si svolge il rapporto di lavoro; la disponibilità richiesta al lavoratore; il preavviso di chiamata; il trattamento economico e normativo e l’eventuale indennità di disponibilità; le modalità di chiamata del lavoratore e le modalità di rilevazione del fatto che il lavoratore abbia lavorato (nel caso, ad esempio, che non vada in sede); eventuali misure di sicurezza.

Il contratto a chiamata è ammesso per 400 giorni in 3 anni al massimo, per ciascun lavoratore con il medesimo datore di lavoro; in caso di superamento di questo periodo, «il relativo rapporto si trasforma in un rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato». Deroghe al tetto delle 400 giornate sono ammesse nei settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo.

La retribuzione è identica a quella dei lavoratori di pari livello con contratti diversi da quello a chiamata e commisurata, ovviamente, al periodo di lavoro svolto. Lo stesso discorso vale per le ferie e per i trattamenti di malattia, infortunio, congedo di maternità e parentale. Diversamente dal voucher, il contatto a chiamata dà diritto anche a ferie e permessi, nonché ai versamenti contributivi per la pensione e al TFR, sempre in proporzione alle giornate effettive di lavoro svolto. Le dimissioni possono essere date rispettando il preavviso previsto dal contratto di categoria quindi se il contratto è a tempo indeterminato, si dovranno rispettare i termini fissati dal contratto collettivo di categoria, mentre in caso di chiamata è a tempo determinato, un recesso anzitempo da parte del lavoratore o del datore di lavoro è possibile solo ove vi sia una giusta causa.

Può lavorare a chiamata anche chi percepisce la Naspi, purché non superi la quota di 8.000 euro lordi annui (includendo in tale somma l’eventuale indennità di disponibilità). La possibilità di lavorare a chiamata mentre si percepisce la Naspi richiede che il lavoratore comunichi all’Inps di avere un contratto a chiamata in essere entro un mese da quando lo ha firmato (specificando quanto si prevede di guadagnare) così che l’Inps possa ridurre l’indennità stessa dell’80% (chi ha un contratto da 1000 euro si vedrà decurtare la Naspi di 800 euro, per fare un esempio che illustra quanto prevede la legge) e fare i conguagli a fine anno. La comunicazione allI’nps deve avvenire con il modello Naspi-com, direttamente dal sito web dell’istituto o tramite contact center o patronato.
 

Si parla di

Addio voucher, resta il contratto di lavoro a chiamata

Today è in caricamento