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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

I costi della TAV tra Torino e Lione

La TAV che decine di migliaia di torinesi hanno reclamato sabato in piazza Castello rientra nell’elenco dei “14 progetti prioritari nel settore dei trasporti e dell’energia” stilato nel 1994 dalla Ue ed il suo progetto è stato concordato a Parigi il 24 febbraio 2015, con un accordo approvato dal Parlamento italiano il 20 dicembre 2016 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 12 gennaio 2017, l’accordo è entrato ufficialmente in vigore il giorno successivo).

La TAV è costituita da 3 tranche: la parte solo italiana, tra Torino e Susa-Bussoleno, la cui realizzazione è di competenza di Rfi; la parte francese, tra Lione e Saint Jean de Maurienne, di competenza della transalpina Sncf; la parte transfrontaliera, tra Saint Jean de Maurienne e Susa-Bussoleno,  affidata alla Telt, società per metà italiana e per metà francese. La lunghezza complessiva del tracciato è di 270 km, di cui il 30% (81 km) in Italia e il 70% (189 km) in Francia (il tratto transfrontaliero, per quasi il 90% sotto terra, è lungo 65 chilometri e il traforo da scavare sotto le Alpi è per 12.5 km in Italia e per 45 in Francia).

Il costo della TAV oscilla tra i 24,7 e i 26,1 miliardi secondo le stime effettuate rispettivamente dal commissario del governo italiano, Paolo Foietta, e la Corte dei Conti francese (entrambe le stime sono peraltro state fatte alcuni anni fa). Nel 2016, un “Allegato Infrastrutture” al Def 2016 ha introdotto la categoria dei progetti da sottoporre a “project review”, in cui è inclusa la Torino-Lione; l’investimento italiano per la tratta di competenza - come ricostruisce un reportage di Public Policy - è stato così ridotto da 4,39 a 1,91 miliardi di euro. Il costo della parte transfrontaliera è stimato da Telt tra gli 8,4 e gli 8,6 miliardi di euro ma ad agosto 2017 il Cipe ha calcolato una spesa totale di 9,63 miliardi per il 58% (5 miliardi e 574 milioni) a carico dell’italia, per il resto (4,056 miliardi) a carico della Francia. L’Ue si è impegnata a finanziare l’opera per il 40% (il massimo possibile), a condizione che gli impegni di Italia e Francia siano rispettati.

Per la sezione transfrontaliera l’Italia ha stanziato circa 2,9 miliardi di euro (con circa 320 milioni provenienti dall’Ue). Circa 570 milioni di risorse pubbliche sono state stanziate tra il 2015 e il 2017, 293,5 milioni dovrebbero essere messi a disposizione quest’anno e altri 243,5 l’anno prossimo (ma il governo può anche decidere altrimenti). Attualmente, fa sapere Telt, sono impegnati in contratti per l’opera circa 240 milioni (che dovrebbero arrivare a 1 miliardo entro fine anno) mentre nel 2019 è programmato l’affidamento di appalti per 5,5 miliardi. Ancora Telt, ha reso noto che soltanto per progetti e studi sono stati investiti finora 1,5 miliardi, pagati al 50% dall’Ue e al 25% a testa da Francia e Italia.

Le spese derivanti dalla rinuncia all’opera sono oggetto di disputa: il commissario del governo ha affermato che “il solo costo complessivo da restituire a Francia e Unione europea risulterebbe superiore ai 2 miliardi”, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ha replicato che è “tutto sbagliato, non è assolutamente una cifra che sta in piedi”.

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