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Venerdì, 19 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Il decreto competitività sta per tornare e con esso anche i "cervelli in fuga"

L'agevolazione fiscale per il "rientro dei cervelli" in Italia varato per decreto (78/2010) 6 anni fa potrebbe diventare permanente con il prossimo decreto legge sulla competitività. Ma il provvedimento, che dovrebbe rientrare nel più ampio pacchetto Finanza per la crescita 2, in fase di finalizzazione negli uffici dei ministeri competenti (Finanze e Sviluppo economico) prevede anche altre misure per aumentare l’appeal del Belpaese.

Per incentivare il rientro c’è una sconto del 90% sull’imponibile: il dl 78/2010 ha infatti escluso "dalla formazione del reddito di lavoro dipendente o autonomo del 90% degli emolumenti percepiti dai docenti e dai ricercatori" che dopo 2 anni all'estero tornino a lavorare in Italia.
Sconti fiscali anche per le imprese che adotteranno una start up, divenendone 'sponsor'. In pratica, le società quotate che investiranno nel capitale di start up con una quota di almeno il 20% - e che deterranno la quota per almeno 3 anni - potranno scaricare integralmente le perdite operative per l'avviamento della nuova azienda.

Visti e permessi di soggiorno "facili" per chi investe almeno un milione di euro in un'impresa italiana o 2 milioni in titoli di Stato (con l'obbligo di mantenere l'investimento per almeno 2 anni) o in alternativa a chi effettua "una donazione filantropica significativa in un settore di interesse per l'economia italiana (cultura, recupero beni culturali o paesaggistici, gestione dell'immigrazione, istruzione, ricerca scientifica...) per un importo non inferiore a un milione di euro". 

Agevolazioni a chi fa credito alle imprese: un investitore non bancario che voglia fare credito alle imprese italiane potrà farlo in piena certezza del diritto, acquistando crediti già presenti nel portafoglio delle banche o facendosene creare di nuovi dalle stesse banche per comprarli a sua volta. La norma mira a distribuire il rischio di credito su una più ampia platea di investitori (anche non bancari) favorendo la creazione di un mercato secondario. Le banche potranno quindi cedere crediti anche ad investitori privi di licenza bancaria.
Niente tasse per Fia e Siiq (Fondi immobiliari alternativi e Società di investimento immobiliare quotate) che investono negli immobili pubblici o delle assicurazioni.

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