I fondi strutturali europei sono le somme che l’Unione europea distribuisce ai singoli Paesi in cambio della quota associativa che ciascun Paese versa all’Unione stessa e servono a promuovere lo sviluppo delle aree più arretrate o i progetti avanzati da operatori economici.

Esistono 2 grandi fondi strutturali europei: il FSE e il FESR, rispettivamente Fondo Sociale Europeo e Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale. In linea di massima, il primo è rivolto a contrastare l’arretratezza e finanzia in prevalenza formazione, sussidi al lavoro, inclusione sociale, cioè tutto quanto aiuta a uscire dall’emarginazione. Il secondo si occupa prevalentemente di sussidi alle imprese e infrastrutture, quindi di miglioramento del contesto economico e di realizzazione di nuove opere pubbliche.

Per il 2014-2020 all’Italia sono stati destinati fondi per 41 miliardi, 24 dei quali destinati alle Regioni meridionali. La cifra potrà essere raddoppiata col co-finanziamento, cioè con l’impegno dell’Italia a versare di tasca propria un euro per ciascun euro fornito dalla UE.
I fondi europei sono destinati alle piccole e medie-imprese e alle associazioni e fondazioni con finalità sociali, ma chi intende usufruirne deve presentare o aderire a progetti creati dai Comuni ai quali la UE fa pervenire le cifre attraverso le Regioni. In sostanza, la UE decide cosa finanziare, sulla base dei progetti che vengono proposti.

Nel periodo 2007-2012 il FSE ha erogato 13,5 miliardi in Italia e ha finanziato quasi 700.000 progetti, rivolti prevalentemente allo svolgimento di corsi di formazione. Buona parte di questi fondi sono stati usati per finanziare circa 500.000 progetti di formazione di vario tipo, per una spesa totale di 7,4 miliardi.

L’elenco dei progetti finanziati per il 2014-2020 è disponibile sul sito https://www.opencoesione.gov.it/programmi_2014_2020/