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Giovedì, 18 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Grecia, il 95 per cento degli aiuti è andato alle banche

In vista dell'Eurogruppo del 24 maggio sulla situazione economica della Grecia, un gruppo di ricercatori tedeschi della Scuola Europea di Tecnologia e Management di Berlino ha analizzato come siano stati impiegati gli aiuti forniti finora ad Atene da Ue, Bce, Esm e Fmi e ha scoperto che solo una minima parte è rimasta in Grecia ed è quindi effettivamente servita ad aiutare il Paese.

Su 215,9 miliardi di euro di aiuti, solo 9,7 sono rimasti ad Atene per affrontare la crisi e le sue ricadute sulla popolazione e per mettere in ordine l’apparato statale, rendendolo meno pesante e più funzionante. I greci dunque hanno potuto utilizzare per sé meno del 5% delle somme complessivamente ricevute.

La maggior parte degli aiuti (86,9 miliardi) sono stati usati per pagare i debiti con la Troika (Fmi, Bce, Commissione europea), 52,3 miliardi sono serviti per pagare gli interessi sul debito, 37,3 miliardi sono serviti a saldare alcuni arretrati dello Stato e 29,7 a ricapitalizzare le banche.

Dei 86 miliardi di aiuti ancora da fornire, al governo greco ne resteranno 0,3 mentre quasi 60 miliardi torneranno come un boomerang alla Troika per rimborsare l'esposizione esistente e 25 miliardi sono stati utilizzati, di nuovo, per gli istituti di credito. 

Atene ha bruciato il 25% del Pil in 6 anni, la disoccupazione è al 24%, il debito è passato dai 305 miliardi del 2012 (il 160% del Pil) ai 311 di oggi (177%) e l’economia stenta a decollare. Senza un deciso taglio dei debiti, sostengono gli studiosi tedeschi, la concessione di nuovi aiuti destinati a saldare i conti creditori è un modo di prolungare l'agonia del Paese senza salvarlo.
 

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