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Giovedì, 28 Marzo 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Il sistema imprenditoriale italiano migliora la propria affidabilità

Un'analisi sulle 'Prime Company' di Cribis, società del Gruppo Crif di business information, rileva che nel 2016 è cresciuto il numero delle aziende italiane più affidabili nelle relazioni commerciali, quelle cioè che più difficilmente generano insoluti nei pagamenti. Il numero di fallimenti è pure in calo, rispetto agli anni precedenti, ma resta comunque superiore a quello che registrato nel 2009 e 2010.

Le aziende affidabili sono il 7,6% del totale, nel 2010 erano il 5,53% ma nel 2009 erano il 10,15%. E' il Nord Est l'area col maggior numero di aziende 'super affidabili', l'11,86% del totale. Seguono Nord Ovest (10,27%), poi Centro (6,59%). Chiudono Sud e Isole con il 3,29%.

La maggior quota di aziende affidabili è in Trentino Alto Adige, 14,83%, seguono Veneto ed Emilia-Romagna (11,7% e 11,6%). In fondo alla classifica Campania (2,35%) e Calabria (2,90%).

Le aziende affidabili operano anzitutto nei servizi finanziari (dove raggiungono una quota del 20,14%) e poi nell’industria e nella produzione (10,55%). La più bassa percentuale di affidabilità si registra invece nell’edilizia: 2,08%.

E’ affidabile il 47,10% della grandi aziende e solo il 6,55% delle piccole, nel mezzo small e medie imprese risultano affidabili rispettivamente nel 23,22% e 42,19% dei casi

Le imprese lombarde sono le più puntuali a pagare (il 45,5% salda nei tempi), seguite da quelle di Emilia Romagna e Veneto. La migliore provincia è Sondrio (58,8% di imprese virtuose), mentre Milano è la provincia lombarda messa peggio (36,4% le aziende "puntuali", il 54,3% ha regolato i conti con ritardo di 30 giorni e il 9,3% di oltre un mese). Le imprese meno puntuali sono le siciliane, che hanno fatto registrare solo il 19,1% di pagamenti regolari.

Nel 2016 hanno dichiarato fallimento 13.467 le imprese, con una media di 53 casi al giorno. Rispetto al 2014 e al 2015 vi è stata comunque una diminuzione rispettivamente del 12,2% e del 7,7%, ma. rispetto al 2009 e al 2010 il numero di fallimenti è stato maggiore rispettivamente del 43,5% e del 23,7%. La Lombardia, con 2.839 casi nel 2016 e una incidenza sul totale Italia del 21,1%, si conferma la regione con il maggior numero di fallimenti (dal 2009 ad oggi si contano 22.242 imprese lombarde fallite). La seconda regione più colpita è stata il Lazio, con 1.637 casi e un'incidenza sul totale Italia del 12,2%, seguita dal Veneto, con 1.168 casi e relativa incidenza del 8,7%. Nelle prime dieci posizioni della graduatoria si trovano anche Campania (1.143 fallimenti), Toscana (1.052), Emilia Romagna (982), Piemonte (869), Sicilia (827), Puglia (615) e Marche (417).

I fallimenti nel 2016 hanno interessato soprattutto il commercio, con 4.064 casi, e a seguire l'edilizia (2.764 casi complessivi), l'industria (2.649) e i servizi (1.995). Tutti i restanti settori hanno fatto complessivamente registrare 1.995 casi.

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