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Venerdì, 29 Marzo 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

I titoli dell’Italia per scippare a Londra l’Agenzia europea del farmaco

L’uscita del Regno Unito dalla Ue alimenta le speranze italiane di ospitare l’Agenzia europea del farmaco, che fino a oggi ha avuto sede a Londra. Le cifre suffragano le ambizioni italiane.

La produzione farmaceutica italiana è la seconda in Europa per valore: secondo le stime del 2015, infatti, è stata di 30 miliardi di euro, +4,8% nel giro di 12 mesi. +4,5% anche per l’export che arriva a quota 21,8 miliardi.

Solo la Germania ha una produzione farmaceutica maggiore ma nel medio periodo, ci potrebbe essere addirittura un sorpasso; numeri molto importanti quindi che portano il settore a rappresentare il 19% del mercato dei Big Ue, e ben il 26% della produzione.

Gli investimenti sono cresciuti del 4,6%, pari a 2,6 miliardi, di cui 1,4 in ricerca e sviluppo, il massimo livello negli ultimi dieci anni. Le imprese farmaceutiche determinano il 7% del totale degli investimenti in Italia e contribuiscono al sistema nazionale della ricerca con 700 milioni investiti in studi clinici presso le strutture del sistema sanitario nazionale.

Il settore registra occupazione ed esportazioni in crescita: la prima è aumentata del 2,5%, pari a 6.100 nuovi addetti (per la metà under 30), le seconde nel quinquennio 2010-15 sono aumentate più della media Ue a 28, +57% rispetto al 33%.

La farmaceutica è terza per spesa totale in R&S in Italia dopo mezzi di trasporto e meccanica. E per ogni euro investito negli studi clinici di farmaci oncologici il servizio sanitario nazionale, secondo Farmindustria, ne risparmia più del doppio. 

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