In Italia è "emergenza bambini": il calo demografico è solo una conseguenza
Il calo demografico viene sempre più spesso denunciato come uno dei motivi del declino dell’Italia, ma guardando meglio e incrociando diversi dati si rileva che il nostro non è letteralmente un Paese per bimbi e che il calo demografico è dunque la conseguenza di problemi a monte.
L’Italia è al 23esimo posto per benessere materiale dei bambini su 29 Paesi presi in considerazione dall’Unicef nel 2013. Il maggior benessere per i bambini si ha nei Paesi Bassi, in testa alla classifica, il minore in Romania, ma chi nasce negli Usa secondo questa graduatoria è più sfortunato: gli Usa sono infatti al 26° posto.
I minori in stato di povertà in Italia sono raddoppiati dal 2011 al 2013, passando da 723.000 a 1,5 milioni. Sempre secondo l’Unicef, il 16% delle famiglie italiane “una volta ogni due giorni non è in grado di garantire ai figli un pasto sostanzioso”; considerando che c’è un divario tra Sud e Nord del 300%.
Gli asili nido coprono solo il 13,5% del totale di bimbi da 0 a 2 anni (dato 2013), contro una media fissata nel 2002 dal’Unione Europea al 33%. Il traguardo doveva essere raggiunto nel 2010, ma ancora nel 2013 il divario oscillava dal 26,5% dell’Emilia Romagna al 2,5% della Calabria.
Per l’educazione dei minori l’Italia è undicesima tra i Paesi del G20 secondo il rapporto ‘Economic Playgrounds 2016’ di Save the Childrendimensione. Le maggiori chances di ottenere un’istruzione che garantisca un ‘capitale umano’ (cioè formazione e competenze) altamente spendibile sul mercato del lavoro da adulti si hanno in Canada, Germania e Repubblica di Corea.