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Venerdì, 29 Marzo 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

L’Italia appare meno corrotta, ma la sua giustizia non aiuta il business

L’inefficienza della giustizia italiana pesa enormemente sulle sue performances economiche, secondo quanto emerge da fonti e analisi diverse.

Il sommerso in Italia vale un quinto del Pil, cioè più di 310 miliardi di euro (nel sud vale al 28,6% del Pil, per complessivi 100 miliardi di euro), secondo quanto emerso da uno studio della rivista internazionale 'Rassegna economica' dal titolo 'Reati economici ed efficienza della giustizia: impatti sul rischio di credito’, presentato a Napoli davanti al capo della polizia, Franco Gabrielli.  

Se il peso dell'economia sommersa e illegale in Italia scendesse al livello medio dei Paesi dell'area Euro, sarebbe possibile recuperare il 2,5% del Pil, cioè circa 40 miliardi di euro.

L’inefficienza dei tribunali relega l’Italia al 108esimo posto su 190 nella classifica Doing Business come capacità di far rispettare i contratti ed al 25esimo posto per capacità di risoluzione dell'insolvenza e procedure concorsuali (una procedura per la risoluzione di una controversia commerciale in Italia dura in media 1120 giorni e ha un costo pari al 23% del valore della controversia). Migliorano però sia la durata dei procedimenti giudiziari (per il primo grado di giudizio negli ultimi 5 anni si è passati da 620 a 532 giorni) sia il numero di procedimenti pendenti (da circa 5,45 milioni a circa 3,8 nell'ultimo quinquennio). Un recupero di efficienza delle giustizia può ridurre sofferenze di 20 miliardi di euro entro la fine del 2020.

L’Italia è terzultima tra gli Stati europei nell’indice di corruzione percepita nel settore pubblico e politico del 2016. Su una scala da 0 (molto corrotto) a 100 (per nulla corrotto), l’Italia ha fatto segnare 47 punti, entrando a far parte del 69% dei 176 Paesi analizzati nell’Indice di Percezione della Corruzione nel settore pubblico e politico del 2016 che ha ottenuto un punteggio inferiore a 50. 

Si tratta del terzo miglioramento consecutivo negli ultimi 3 anni (dal 2012, quando è stata varata la legge anticorruzione, si traduce in ben 12 posizioni di differenza nel ranking mondiale stilato da Transparency International). I Paesi meno corrotti sono Danimarca e Nuova Zelanda con 90 punti, seguite da Finlandia (89) e Svezia (88). Agli antipodi figurano Somalia (10), Sud Sudan (11), Corea del Nord (12) e Siria (13). 

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