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Martedì, 23 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Tornano a crescere gli italiani che smettono di studiare dopo la terza media

Chi non studia rischia di essere sostituito da robot sul lavoro, ma mentre la crescita di aziende in Italia nel 2017 dischiude possibilità di trovare impiego, aumenta la quota di italiani che smette di studiare al termine della scuola dell’obbligo.

Nel 2016 risultava aver lasciato la scuola dopo le medie il 26,1% dei giovani tra i 25 e i 34 anni, contro il 25,6% dell’anno precedente, secondo quanto attesta Eurostat. Nel sottogruppo 25-29 anni le persone con bassa scolarizzazione sono salite al 23,3%

Solo Portogallo, Malta, Spagna e Turchia fanno peggio dell’Italia, mentre nel complesso in tutta Europa gli appartenenti alla fascia d’età 25-34 anni che al massimo hanno completato la secondaria di primo grado sono invece scesi dal 16,6 al 16,5%.

La percentuale di giovani fermi alla licenza media non cresceva da 15 anni in Italia. Nel biennio 2001-2002 era salita dal 40,7% al 42,7% ma da lì in poi era costantemente e progressivamente diminuita, appunto fino al 2015..

L’Italia ha il più basso numero di 25-34enni laureati dopo la Romania, sempre secondo le rilevazioni Eurostat in Europa. Tra i 25-34enni italiani i laureati sono 1 ogni 4 (il 25,6% per l’esattezza), che scendono a meno di 1 ogni 5 tra i maschi (19,5%) e salgono a quasi 1 ogni 3 tra le femmine (31,7%).

Tra i 25 e 34 anni è disoccupato il 35,5% degli italiani e a loro vanno sommati circa 2 milioni di Neet (persone che né studiano, né lavorano né stanno facendo formazione) e una percentuale di abbandoni scolastici pari al 13,8% della popolazione studentesca.

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