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Venerdì, 19 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Gli italiani temono di essere sostituiti dai robot ma non credono che tassare le macchine serva

"Non c’è più il futuro di una volta" recitava un disincantato murales divenuto famoso ed infatti se una volta si aspettava che il progresso tecnologico liberasse l’uomo dalla fatica del lavoro, adesso quello stesso progresso appare ai più una minaccia sotto il profilo occupazionale.

Il 53% degli italiani è spaventato dall'automazione e il 41% pensa di poter essere sostituito da computer e robot nei prossimi 20 anni, secondo una ricerca realizzata da Lorien Consulting. Il 29% accorcia il periodo in cui prevede di essere sostituito da apparecchiature a 10 anni, il 24% a 5 anni. Il 54% degli italiani prevede fino a un milione di posti di lavoro in meno al 2030 per effetto dell’automazione.

Solo il 43% degli italiani crede che l’automazione porterà lavori alternativi diversi e sostitutivi di quelli che non saranno più affidati all’uomo (nel 36% si prevede che questi nuovi lavori riguarderanno servizi da persona a persona, nel 19% dei casi ci si immagina lavori ad alto contenuto creativo, nel 16% progettazione e realizzazione robot, nel 7% mansioni poco specializzate).

Tassare i robot appare meno utile che investire in formazione dei lavoratori: a fronte di un 54% di persone che vorrebbe che ai robot fosse applicato un regime fiscale analogo a quello vigente per i lavoratori in carne e ossa, il 77% degli italiani ritiene prioritario per l’Italia investire in formazione e riqualificazione professionale, soprattutto nei campi più innovativi, piuttosto che ipotizzare altre forme di aiuto come sussidi o altre forme di welfare

Il 77% degli italiani vede nella formazione la risposta all’automazio

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