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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Le banche riducono i crediti difficili da recuperare ma anche i prestiti alle aziende

Le banche italiane stanno riducendo i crediti dubbi, cioè quelli che non sono momentaneamente recuperabili a causa di una difficoltà temporanea del debitore e quelli che andranno perduti a causa dell’insolvenza del debitore, detenuti nei propri portafogli. I crediti dubbi sono passati l’anno scorso al 6,7% dei crediti complessivi contro l’8,8% del 2014 e l'8,3% del 2015 e al 6,7% del 2016.

I crediti dubbi della banche italiane restano 4 volte maggiori della media europea ma secondo il rapporto annuale sulle banche internazionali di R&S Mediobanca, godono di copertura con fondi e garanzie al 93,3%, in linea con la media europea del 94,6%. Tra aprile 2014 e aprile 2017 le banche hanno erogato 62,4 miliardi in meno alle imprese, secondo quanto segnala la Cgia di Mestre.

Lombardia e Veneto hanno patito la maggior contrazione dei finanziamenti bancari, anche perché il Veneto è stata una delle Regioni più colpite dalla crisi del sistema creditizio (Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza su tutti). Secondo la Cgia le erogazioni si sono contratte del 6,8% a livello nazionale, e del 10,7% in Veneto, pari a un valore assoluto di 10,8. In Lombardia, dove opera il doppio delle imprese registrate in Veneto, la contrazione è stata pari a 15,9 miliardi di euro. A livello regionale la contrazione è stata del 10,4% (pari a 2,7 miliardi di euro) nelle Marche, del 9,7% (857 milioni di euro) in Calabria e del 9,1% (pari a 9,2 miliardi di euro) in Emilia Romagna.

Le imprese più penalizzate sono state quelle di Isernia e Mantova che hanno dovuto fronteggiare una contrazione rispettivamente del 19,5% e del 19%, A seguire quelle di Ferrara (-17,8%), Rieti (-17,4%), Rimini (-17,3%) e Belluno (-14,4%). Le imprese meno colpite sono state invece quelle ubicate a Cagliari (-1,2%), Parma e Vercelli (e -1,1%), Barletta (-1%) e Napoli (-0,6 per cento). La disponibilità di liquidità è aumentata per le imprese di Biella (+11,4%), Firenze (+4,1%), Benevento (3,8%), Fermo (+3,2%), Trento (+2,1%), Trieste (+1,6%), Caserta (+1,2%) e Taranto (+0,9%).
 

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