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Giovedì, 18 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Gli obblighi del lavoratore se guarisce prima da una malattia

Il lavoratore malato per il quale si verifichino mutamenti rispetto al certificato medico relativo al suo stato è tenuto a rettificare la prognosi. La rettifica della data di fine prognosi è obbligatoria per il lavoratore, sia nei confronti del datore di lavoro, che nei confronti dell’Inps, secondo quanto precisato dallo stesso ente di previdenza con la circolare 79 del 2 maggio 2017.

La rettifica serve a documentare il periodo esatto di tutela dalla malattia garantito dall’Inps. L’Istituto, infatti, con la presentazione del certificato di malattia, avvia l’istruttoria per il riconoscimento della prestazione previdenziale, senza necessità di presentare alcuna specifica domanda. Il certificato medico, pertanto, per i lavoratori cui è garantita la tutela della malattia, assume di fatto il valore di domanda di prestazione. La stessa Inps segnala tuttavia che la corretta e tempestiva rettifica del certificato non costituisce a tutt’oggi una prassi seguita dalla generalità dei lavoratori.

Vi sono sanzioni per l’assenza a visita medica di controllo domiciliare (VMCD) disposta dall’Inps e tali sanzioni consistono in un mancato indennizzo di periodi di malattia. Con la circolare 79/2017 l’Inps chiarisce che l’assenza a VMCD sarà sanzionata allo stesso modo anche quando sia dovuta a un rientro anticipato al lavoro in assenza di tempestiva rettifica del certificato contenente la prognosi. Anche in questo specifico caso, infatti, il lavoratore risulta assente a VMCD in un giorno in cui è ancora da considerare inabile al lavoro, in base alla certificazione medica inviata all’Inps e sulla base della quale è stata disposta la visita domiciliare, conclude l'Inps.

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