rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Asso di denari

Asso di denari

A cura di Carlo Sala

Il debito delle aziende Usa può innescare una nuova crisi

Nel terzo trimestre 2015 l'indebitamento complessivo del settore delle aziende non finanziarie negli Usa ha superato, seppur di poco, la somma di 8mila miliardi di dollari. Si tratta di un picco record, superiore di circa il 27% a quello che si registrò all'inizio della recessione del 2007, che ha ovviamente innescato dubbi e timori perché nel caso le imprese faticassero a finanziare il debito, gli istituti di credito potrebbero subire perdite e questo innescherebbe una stretta creditizia con ricadute sull'attività economica nel suo complesso come si è già visto appunto con lo scoppio della crisi nel 2007.

I DATI - Il debito delle aziende Usa oggi ammonta in valore al 44,6% del Pil del Paese e supera i livelli toccati all'inizio della recessione 2007-09 (43,1%), ma in rapporto agli asset (immobili, attrezzature, scorte e proprietà intellettuale) delle stesse aziende esso si attesta al 36,5%, leggermente al di sopra del livello registrato nella fase precedente alla recessione del 2007-09 (34,7%), ma ben al di sotto dei livelli toccati all'inizio delle recessioni del 2001 (44,4%) e del 1990-91 (47,1%). 

IL DEBITO - Inoltre, il rapporto tra debito/utili è ad un livello (5,4) più contenuto di quello registrato nell’imminenza delle recessioni del 2007-09 (6,0), del 2001 (12,4) e del 1990-91 (10,3), ed anche i costi di servizio del debito sono più bassi: oggi sono pari al 17,2% dei profitti, mentre erano al 26,3% nel 2007-09, al 44,2% nel 2001 e al 68,7% nel 1990-91. Vero è che la Federal Rserve ha iniziato dallo scorso dicembre a rialzare i tassi di interessi, ma la gradualità con cui lo sta facendo non inducono a temere che il costo del servizio del debito possa aumentare per le imprese in misura insopportabile.

LA SITUAZIONE - Oggi le imprese Usa oggi si finanziano molto di più con l'emissione di obbligazioni anziché come in passato ricorrendo ai prestiti bancari o ai commercial paper a breve termine. Il debito corporate obbligazionario statunitense in rapporto al PIL era al 12% nel 1984 ed è costantemente cresciuto da allora ad oggi, fino a giungere al record attuale del 26%.

DOVE FINISCONO I SOLDI - Il debito delle aziende Usa finanzia sempre meno investimenti e serve sempre più invece al pagamento di dividendi e al riacquisto di azioni proprie, anziché a sostenere investimenti in impianti e macchinari. Costi di finanziamento particolarmente convenienti hanno cioè indotto le imprese a sostenere le proprie quotazioni azionarie. Ma questo significa anche che maggiori difficoltà di approvvigionamento finanziario avrebbero ripercussioni sul mercato azionario piuttosto che sulla produzione e quindi le conseguenze sull'economia reale sarebbero meno pesanti di quelle che si ebbero con la crisi degli anni scorsi.

IL PETROLIO - Più delicato è il trend delle aziende del settore energetico, comparto nel quale i dati della Bank of International Settlements evidenziano un rapporto debito/asset raddoppiato dal 2006 (inizio del boom dello shale oil) al 2013 e, con tutta probabilità, ha continuato a peggiorare, visto il livello elevato di emissioni obbligazionarie e il tracollo del prezzo del petrolio. Qui gli investimenti fatti quando il prezzo del petrolio non aveva ancora conosciuto il forte ribasso ancora in corso, col prezzo del barile arrivato intorno ai 30 dollari, rischiano di essere difficili da ripagare e tutto lascia immaginare che non mancheranno insolvenze.

I RISCHI - Il timore è che il settore energetico possa scatenare una crisi come quella dei mutui-subprime in ambito immobiliare, possa cioè espandersi dal proprio ambito specifico all’economia nel suo complesso fino a innescare una recessione. Ma il settore energetico, avvertono gli analisti, è stato finanziato più di quello immobiliare attraverso i mercati dei capitali ed è detenuto in maniera ben più cospicua da investitori istituzionali senza leva finanziaria. Il petrolio a buon prezzo ha inoltre ricadute positive sui consumi, che vanno a inserirsi in un quadro che vede progressi su fronte dell'occupazione americana una ripresa del settore edilizio residenziale.

Si parla di

Il debito delle aziende Usa può innescare una nuova crisi

Today è in caricamento