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Martedì, 23 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

I conti dei partiti: il PD è la forza politica più amata dai contribuenti

La battuta viene fin troppo facile, ma il PD sembra avere più risorse che voti, secondo quanto risulta dal bilancio del 2017. Il PD ha chiuso il 2017 con un avanzo di 555.329 euro, mentre a fine 2016 aveva fatto registrare un buco da 9.465.745 euro. Il risultato, come si legge in una nota, è "principalmente dovuto a tre fattori": le somme derivanti dal 2xmille, "l'intensa azione di recupero delle quote dovute dai parlamentari morosi" e la "riorganizzazione del partito avviata nel corso del 2017".

Il PD è il partito più amato dai contribuenti. Ha infatti beneficiato di donazioni, tramite 2xmille, per un ammontare di 7 milioni e 999.885 euro. Donazioni volontarie, diverse dalla scelta di destinare il 2xmille, sono state effettuate dalle società 'Algebris' di Davide Serra e 'Venchi spa’ (25mila euro), l'imprenditore Fabio Sbianchi, il 'papà' della scatola nera per le assicurazione auto e moto (12.500 euro), dalla società di trasporto sanitario 'Bourelly health service’ (10.500 euro), da Lia Ferrarini dell'omonima azienda agricola con (15mila euro) e da 'Risal srl' (15mila euro).

La scissione di Leu ha ridotto gli introiti forniti dagli eletti e il tesoriere Francesco Bonifazi ha anche avviato molte cause nei confronti di chi è uscito dal partito dopo essere stato eletto (nel 2013) sotto le sue insegne. Alla voce "contributi provenienti da parlamentari" il Pd ha potuto così annotare la somma di 9.099.749 euro e Bonifazi, nella relazione al bilancio, sottolinea che questa somma comprende "l’importo di euro 1.667.640 relativo a crediti vantati dal Partito non ancora incassati alla data di chiusura dell’esercizio 2017 e per i quali è stata promossa relativa azione di recupero". Si tratta di circa 60 decreti ingiuntivi nei confronti di diversi ex come Pietro Grasso (il Nazareno vanta un credito di 80mila euro nei suoi confronti), Simone Valiante (50mila), Guglielmo Vaccaro (43mila), Marco Meloni (10mila), tra i tanti.

Paolo Gentiloni ha pagato la quota annua di 18000 euro al PD prevista per tutti i parlamentari democratici, altri hanno pagato anche molto di più per via di arretrati: Tommaso Ginoble ha fornito 57.750 euro, Giuditta Pini, già responsabile delle Feste dell'Unità, 55.500 euro, Vito Vattuone 51.000, Diego Crivellari 43.500, la ex responsabile Scuola Simona Malpezzi 43.000, Roger De Menech 40.000, Diego Zardini 39.402, Raffaele Ranucci 37.500, Chiara Gribaudo 35.500, Martina Nardi 35.000, Roberto Cociancich 33.000. In totale sono stati versati dagli eletti 6 milioni 543.152 euro. Il reggente Maurizio Martina, invece, non deputato nella passata legislatura ma 'solo' ministro, figura tra i contributori del Pd di Bergamo con 6mila euro. 

Il PD usufruisce della cassa integrazione straordinaria e intende chiederne una proroga per altri 12 mesi, secondo quanto scrive Bonifazi nella relazione.  A bilancio, il PD dichiara alla voce "costi per il personale dipendente" (150 persone) la somma di 6.724.225 euro. Tra le altre uscite, i dem hanno dichiarato come 'spese collaboratori e consulenze' 633.318 euro; come 'spese elettorali (propaganda, organizzazione eventi, sondaggi)' 2.576.621 euro; come spese 'per godimento beni di terzi afferenti le sedi operative' 712.170 euro; come spese 'per manifestazioni, eventi e servizi elettorali in genere' 282.522 euro.

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