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Sabato, 20 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Il portafoglio investimenti? Lo gestisce un robot

Siamo abituati a pensare ai robot come a creature con una forza smisurata e un'intelligenza complessivamente limitata, utili a svolgere mansioni pesanti piuttosto che creative, eppure proprio i robot si stanno facendo largo in un settore inaspettato, quello della consulenza finanziaria online. I roboadvisor decidono gli investimentimenti adeguando la composizione di portafogli modello sulla base del profilo di rischio dell'investitore.

Al mutare delle condizioni di mercato sono cioè in grado, tramite un algoritmo, di acquistare (call), tenere (hold) o vendere (put) asset, così da garantire all'investitore che i suoi averi siano impiegati nella maniera più consona al rischio che ha accettato di correre decidendo appunto di investire. Normalmente, ai roboadvisor vengono affidati portafogli che replicano listini di Borsa o suoi segmenti (operano cioè sugli Etf, gli Exchange trading fund) e devono quindi limitarsi a rilevare cosa in Borsa, o suoi segmenti, sta tirando e cosa no, insomma devono prendere quello che di buono c'è in Borsa e scartare il resto; in alcuni casi sono però in grado di compiere operazioni finanziarie più complesse (e costose).  

Pioniere dei roboadvisor tra le società di gestione dei risparmi è stata Schroders che nel giugno 2014 ha acquisito il 12,5% di Nutmeg. Pochi mesi dopo è partita la collaborazione tra Fidelity International e due dei maggiori player americani, Betterment e Learnvest, mentre tra la fine dello scorso agosto e l'inizio di settembre BlackRock (il più grande asset manager mondiale) ha acquistato il robo-advisor FutureFront ed Aberdeen ha preso Parmenion Capital Partners. Gli asset gestiti da roboadvisor hanno raggiunto 13 miliardi di dollari nel 2014 a livello globale (l’83% è negli Usa) e la società di ricerca MyPrivateBanking Research stima che per la fine del 2019 potrebbero arrivare a gestire 255 miliardi di dollari. 

Alcuni analisti ipotizzano che il mercato potenziale possa addirittura collocarsi valere tra 1 e 5 trilioni di dollari nell’arco dei prossimi 5-10 anni (1 trilione sono 1.000 miliardi). I roboadvisor sono in funzione anche in Italia: Moneyfarm, società d’intermediazione mobiliare iscritta nell’Albo delle sim, li utilizza per 6 portafogli modello composti da Etf, con un servizio remunerato a parcella che richiede l’apertura online di un deposito titoli presso Banca Sella: questo permette di eseguire le operazioni di compravendita suggerite dall’algoritmo direttamente dalla piattaforma di MoneyFarm, autorizzandole con un clic. Si paga una commissione onnicomprensiva dello 0,7% per investimenti tra 3mila e 200mila euro (per somme inferiori o superiori, il costo è differente). 

A marzo scorso contava due mila abbonati. Advise Only, social network per piccoli investitori, offre per 24 euro l’anno portafogli focalizzati su un obiettivo specifico (pensione, figli o reddito) o costruiti in base alla propensione al rischio e all’orizzonte temporale dell’investitore. A metà luglio Invest Banca e iShares hanno lanciato un servizio di gestione patrimoniale online basato su portafogli di Etf, per investimenti di almeno 15mila euro. Anche CheBanca! sta approntando un servizio di asset allocation tramite fondi comuni che funziona con un robo-advisor.

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