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Venerdì, 29 Marzo 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Svizzera, mancano contadini: "3 mila euro al mese ai rifugiati"

"Deficit" di contadini in Canton Ticino: così le aziende agricole svizzere sono pronte a corrispondere stipendi di oltre 3mila euro al mese e ad assumere manodopera: non lavoratori transfrontalieri ma rifugiati in fuga da Paesi in situazioni critiche.

Per colmare il gap di manodopera sono già partiti 10 progetti pilota in altrettante fattorie, decisi dall’Unione Svizzera dei Contadini insieme al Segretariato di Stato. Il lavoro nei campi non attira i ticinesi, perché non è il meglio retribuito per gli standard elvetici, ed i progetti mirano ad attirare immigrati, perché anche la manodopera polacca e portoghese che finora aveva consentito di ‘tappare i buchi’ è ormai insufficiente.

Il salario minimo legale è di 2300 franchi il primo mese e 3200 franchi dal secondo, pari rispettivamente a 2200 euro e 3100 euro circa.

I frontalieri impiegati in agricoltura sono poco più di 2mila in tutta la Confederazione, secondo gli ultimi dati disponibili risalenti al 2013, a fronte di quasi 300mila lavoratori provenienti dall’estero, circa 70mila dei quali attivi nel Canton Ticino. In questo caso, però, i posti di lavoro disponibili sono per quei "clandestini" riconosciuti legalmente dalla Svizzera, ai quali verà data la possibilità di entrare nel mondo del lavoro.

Il 2015 è stato un anno negativo per l’agricoltura svizzera, dopo un paio di annate invece positive, soprattutto a cause delle condizione metereologiche: il clima secco ha ridotto i raccolti. In Svizzera, peraltro, le aziende agricole a conduzione familiare stanno diminuendo da anni, perché sempre più le nuove generazioni preferiscono dedicarsi ad altre attività anziché proseguire quelle ereditate dalla propria famiglia.

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