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Martedì, 16 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Azioni e obbligazioni valgono sempre meno e col nuovo governo si deprezzano ancora di più

Stime elaborate dal sociologo Luca Ricolfi della Fondazione David Hume attestano che il governo Conte ha inasprito la perdita di valore che azioni e obbligazioni detenute dagli italiani stavano già sperimentando. Si tratta di perdite virtuali, perché a meno che non li abbia già venduti, chi detiene quei titoli potrebbe anche vederne risalire il valore in futuro ma di fatto vendendo adesso si spunterebbe un prezzo inferiore a quello che si sarebbe ottenuto in precedenza.

Dal 28 febbraio al 19 ottobre azioni e bond hanno perso valore per 198 miliardi di euro, oltre il 10% del prodotto interno lordo italiano. Mediamente, in 8 mesi ogni italiano ha perso 3.300 euro, in realtà le perdite hanno però interessato un numero minore di persone e sono state quindi mediamente più elevate (non tutti i circa 60 milioni di italiani sono infatti detentori di azioni e obbligazioni). Il calcolo è stato effettuato considerando solamente titoli del debito pubblico, obbligazioni, quote di fondi comuni, azioni e altre partecipazioni (incluse le società non quotate). Ampliando il calcolo fino a comprendere i depositi (bancari e postali), i titoli emessi da soggetti esteri, e varie altre forme di ricchezza più resistenti alle fluttuazioni di mercato, le perdite per famiglie e imprese sono stimante ammontare a 193,8 miliardi.

Il deprezzamento dei titoli italiani arriva a 304,7 miliardi di euro, nello stesso arco di tempo, se alle azioni e obbligazioni detenute da privati si aggiungono i titoli di Stato detenuti dalla Banca d’Italia e da investitori esteri.

La perdita di valore si è accentuata col governo Conte: dal 28 febbraio al 31 maggio (dal pre-elezioni all’insediamento del nuovo governo), infatti, le perdite ammontavano a 91,2 miliardi (52,9 delle quali attribuibili ai titoli di Stato), mentre nel periodo 1 giugno-19 ottobre le perdite sono arrivate a 106,8 miliardi e sono state sopportate per la maggior parte (52 miliardi) dai cittadini. Dal 28 febbraio, la Borsa di Milano ha perso il 4,8% del Pil (dati dell’Ufficio Studi de Il Sole 24 Ore), poco più di quella tedesca (4,4% del Pil teutonico, per una somma di 145 miliardi) ma meno di quella spagnola (5,9%, cioè 69 miliardi del Pil di quel Paese).

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