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Martedì, 23 Aprile 2024
Capitale sociale

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A cura di Giuseppe De Marzo

La Carovana Internazionale Antimafie fa tappa a Milano

E' partita da Roma il 7 aprile la Carovana Internazionale Antimafie. Organizzata da Arci, Libera, Avviso Pubblico con Cgil, Cisl e Uil quest'anno compie vent'anni e il tema è quello della tratta degli esseri umani.

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Solo in Unione Europea quello della tratta è un business di 25 miliardi l'anno con 270 mila vittime dello sfruttamento sessuale, in maggioranza donne. Non c'è un'associazione a delinquere che non la pratichi e coinvolge soprattutto migranti.

Con la crisi le mafie sono riuscite a mettere le mani anche su ampie porzioni del mercato del lavoro migrante e secondo i dati del rapporto 'Agromafie e Caporalato' dell'Osservatorio Placido Rizzotto, il tasso di sommerso nel caso dei lavoratori dipendenti è del 43%. Oltre 600 milioni è invece il costo del caporalato sulle casse dello Stato in termini di evasione (cifra calcolata sulla media di 70 giornate lavorate l'anno). L'economia sommersa nel settore agricolo sottrae un flusso di denaro all'economia legale superiore a 9 miliardi di euro ogni anno.

Sono 400mila i lavoratori agricoli che ogni giorno rischiano di confrontarsi con il caporalato, strumento che introduce nel mercato del lavoro nero: almeno 100mila sarebbero i lavoratori considerati in grave condizione di sfruttamento, che include anche una condizione di disagio abitativo e ambientale.

La carovana ha viaggiato in questi mesi tra Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Toscana, Liguria e finalmente è arrivata a Milano. Qui siamo stati ospiti della fondazione "Casa della carità" dove insieme a Gad Lerner, Antonio Mummolo di Avvocato di Strada, Don Virginio Colmegna e Alessandro Copianchi dell'Arci abbiamo parlato dei 'Diritti dei senza diritti'.

La fondazione ha ospitato dal 2004 più di mille e 700 persone di oltre 90 diverse nazionalità, accompagnandole in percorsi di autonomia. Nel solo 2013 ha offerto assistenza legale, gratuita e specializzata, a 790 persone.

I migranti che arrivano nel nostro Paese scappano dalla guerra, dalla fame e dalle catastrofi naturali e sperano di trovare in Europa lavoro, dignità e libertà. Spesso si ritrovano vittime di quella che con la carovona chiamiamo "schiavitù del terzo millennio".

Negli ultimi anni abbiamo visto che spesso il linguaggio della xenofobia e del razzismo è stato utilizzato per trasformare i migranti in capri espiatori della crisi, di cui invece sono state le prime vittime. Alcuni partiti politici in Europa e nel nostro Paese hanno strumentalizzato questi concetti per raccogliere facilmente consenso elettorale, creando una contrapposizione tra chi è comunitario e chi invece è 'extra-comunitario'. Come se di fronte ai diritti sociali e alla dignità esistessero priorità di cittadinanza. I diritti esistono proprio per garantire dignità e giustizia. Quando i doni della democrazia vengono messi in discussione o elargiti a intermittenza, a entrare in crisi è la stessa idea di civiltà su cui è stata costruita l'Europa. Per questo è così importante impegnarsi per riaffermare i diritti di tutti a partire proprio da quell'umanità invisibile due volte vittima della crisi.

La campagna Miseria Ladra, la Carovana Antimafie, la Casa della Carità e l'associazione Avvocato di Strada alla fine dell'incontro hanno deciso di promuovere a Milano una grande battaglia di civiltà, a partire dal riconoscimento della residenza per i senza fissa dimora, così come stabilisce la legge. La nostra normativa prevede infatti che chiunque sia senza dimora abbia diritto alla residenza, per poter godere di diritti inalienabili. Quando i comuni si rifiutano di concederla, è bene ricordare che stanno violando molti diritti: non avere la residenza significa perdere i diritti politici, il diritto all'assistenza sanitaria nazionale, il diritto al lavoro e addirittura i diritti previdenziali. Questa è una battaglia fondamentale che non possiamo perdere in termini in politici e culturali, perché centrale per riaffermare quell'idea di cittadinanza eguale, su cui la nostra costituzione e il nostro patto sociale sono costruiti. Su questo apriremo un confronto con le istituzioni locali affinché si possano concretamente utilizzare diritti fondamentali e allo stesso tempo colpire le mafie e la criminalità, sottraendo un pezzo cospicuo di umanità al loro devastante controllo.

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