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Venerdì, 19 Aprile 2024
Capitale sociale

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A cura di Giuseppe De Marzo

Perché se a Ciampino si chiedono i medicinali alla Caritas io penso alla finanza?

Nel viaggio che mi porta in giro per l'Italia in più di cinquanta città per presentare la campagna di Gruppo Abele e Libera 'Miseria Ladra' sono stato due giorni fa a Ciampino. Qui ho incontrato le persone che gestiscono il centro d'ascolto della Caritas della città. Ho scoperto così che avevano lanciato un appello: pochi giorni prima, infatti, una famiglia con un bimbo di pochi mesi, aveva subito il distacco dell'energia elettrica, perché morosa.

Mi racconta tutto Franco, il responsabile del centro, nato a fine ottobre del 2010: “Tramite la nostra attività entriamo in contatto con l'intimità delle persone e ultimamente ci sono stati dei cambiamenti: dalle richieste di generi alimentari e di oggetti per la casa siamo passati ai farmaci, perché non ha neppure i soldi per comprare le aspirine”. Il centro è diventato per gli utenti di Ciampino il luogo dove chiedere aiuto per la sopravvivenza quotidiana. Gli ultimi, la famiglia che è stata sfrattata. “Non riusciamo più a stare dietro a tutte le richieste che ci arrivano. Poco tempo fa un fondo della comunità europea ci garantiva i fondi per le raccolte alimentari. Da gennaio non abbiamo più neppure quello. Ma queste situazioni stanno aumentando in maniera esponenziale” sottolinea Franco. Gli ultimi la famiglia con un neonato, in casa senza luce, perché il padre ha perso il lavoro e non ci sono i soldi per la bolletta.

Il caso di Ciampino è esemplificativo: sempre più famiglie perdono l'effettiva capacità di far fronte alle spese quotidiane. Secondo i dati provvisori del quaderno di statistica del ministero dell'interno tra il 2012 e il 2013 c'è stato un aumento degli sfratti del 19,2%.

Negli ultimi anni 25 anni in Italia si è di fatto imposta una cultura fondata sul "darwinismo sociale": un'incitazione continua e spasmodica alla competizione perenne. "Se sei povero è colpa tua”, oppure "se sei povero sposati uno ricco". Quante volte abbiamo sentito queste frasi nel dibattito pubblico? Così chi non ce la fa si deve confrontare anche con la colpa di non avercela fatta. Questo spoglia di qualsiasi dignità milioni di cittadini, già in credito rispetto a diritti sociali dimezzati nel corso degli ultimi anni.

E' chiaro che assistenzialismo e compassione non bastano più. Bisogna cambiare rotta. Come possiamo reagire? Don Luigi Ciotti risponderebbe con responsabilità, conoscenza e coraggio. Solo capendo cosa ci sta succedendo abbiamo la possibilità di capire come muoverci per superare la crisi e trasformarla nella definitiva possibilità per cambiare direzione. Ma spesso non sappiamo neppure da dove cominciare perché non capiamo quale deve essere l'oggetto della nostra lotta, contro chi stiamo combattendo.

Allora cominciamo: il rapporto Eurostat dice che un terzo degli italiani è in condizione di povertà assoluta e in sette anni abbiamo raddoppiato sia questo indice che quello di povertà relativa. Il problema è che stiamo pagando le conseguenze di un ventennio di politiche economiche sbagliate. Su questo ogni anno l'associazione Sbilanciamoci presenta una contro-finanziaria che spiega come i soldi della manovra potrebbero essere reinvestiti nelle necessità del Paese reale, espressione usata spesso da chi quelle politiche le sceglie e le approva.

Come loro economisti, sociologi, giuristi e intellettuali si stanno interrogando sulla crisi e hanno già un'alternativa al pensiero monolitico dell'austerity. Dalla fine degli anni '70 le disuguaglianze sociali hanno iniziato ad aumentare ma non si è fatto fronte a questo con politiche sociali di sostegno per risolvere questo gap, che oggi è arrivato davvero a livelli emergenziali.

Di questo processo dobbiamo avere consapevolezza. Abbiamo vissuto almeno venti anni di politiche economiche fondate sulla necessità della finanza di distribuire i soldi dal basso all'alto. Oggi la crisi, gli sfratti, la disoccupazione sono frutto di tutto ciò. Se oggi una famiglia va al centro di ascolto di Ciampino perché ha un neonato e la luce gli è stata staccata per morosità dobbiamo pensare che dare loro i soldi per pagare quella bolletta metterà solo una pezza in un tessuto sociale oramai completamente fatto a brandelli.

Dobbiamo ricostruire, non soltanto pensando di far fronte alle emergenze, ma anche proponendo soluzioni alternative che rinforzino il welfare, i servizi sociali, creino occupazione e lo facciano in contro tendenza con le politiche di austerità.

Per questo a Ciampino nel presentare 'Miseria Ladra' abbiamo parlato di finanza e di crisi. Perché così si ricuciono gli strappi su cui la finanza fonda il suo gioco. Se noi non conosciamo le sue regole non possiamo neppure combatterle creando un'alternativa. Per questo abbiamo pensato così 'Miseria Ladra': nei dieci punti alcuni affrontano l'emergenza (come il blocco degli sfratti), mentre altri costruiscono il perimetro dentro il quale promuovere politiche che mettano al centro la dignità della persona, che passa per il welfare, le politiche sociali, l'occupazione e la partecipazione democratica alle scelte. Solo così la crisi diventa quello che etimologicamente è: un momento problematico da cui poter tirare fuori nuove possibilità.

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